† 250 circa
Un eremita, intento a coltivare un campicello di legumi e deciso a essere un buon testimone del messaggio del Risorto; poi la violenza della storia, che irrompe in quel piccolo campo e tenta di imporre le sue logiche. È questa la storia di san Conone l'Ortolano, il cui profilo biografico ci è arrivato solo per sommi capi. Secondo la tradizione era originario della Palestina, anche se in realtà il dato è estrapolato da una sua frase rivolta al prefetto che a Perge, in Panfilia, lo interrogò: «Sono di Nazareth, la mia famiglia è quella di Cristo», rispose Conone. Parole pericolose, pronunciate davanti al rappresentante dell'imperatore Decio, che aveva scatenato contro i cristiani una feroce persecuzione tra il 249 e il 251. La sua risposta, infatti, gli costò una tremenda tortura e poi la morte.
Martirologio Romano: In Panfilia, nell’odierna Turchia, san Conone, martire, che, giardiniere, sotto l’imperatore Decio, fu costretto a correre, con i piedi trafitti da chiodi, davanti ad un carro e, caduto in ginocchio, pregando rese lo spirito a Dio.
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San CONONE l'Ortolano, detto il Taumaturgo
Il Martirologio Romano commemora al 6 marzo il martirio a Cipro di Conone, vittima della persecuzione di Decio (249-251). Con i piedi trapassati da chiodi fu costretto a correre davanti a un carro; infine, estenuato, cadde in ginocchio e, mentre levava a Dio un'ultima preghiera, rese lo spirito.
Questa breve notizia non è altro che il riassunto dell'elogio dedicato al martire Conone l'Ortolano nei sinassari bizantini, in cui è festeggiato il 5 marzo. Oriundo di Nazareth, in Galilea, Conone si sarebbe trasferito in Panfilia nelle vicinanze di Magydos, dove condusse una vita molto semplice, forse di eremita. Coltivava un orto e si nutriva dei legumi che vi crescevano. Poi nei sinassari sono descritti il supplizio e il martirio ordinati dal prefetto Publio o Pollione).
E' assai probabile che per una corruzione del testo il nome greco "ortolano" sia stato malamente inteso come "cipriota". Si può, inoltre, sollevare un dubbio sulla sua origine palestinese: questa, infatti, può essere fondata esclusivamente su una risposta di Conone al prefetto, in cui il martire afferma: «Sono di Nazareth, la mia famiglia è quella di Cristo». Questa risposta non può essere considerata indicativa del luogo di origine del martire, così come attesta invece la sua intrepida fede.
I sinassari bizantini commemorano al 5 marzo (alcuni al 6) un altro Conone, martire in Isauria, provincia situata tra la Panfilia e la Cilicia. Questo Conone era oriundo della città di Binada, distante solo diciotto stadi da Seleucia e, figlio di Nestore e Nada, visse al tempo degli Apostoli.
Costretto dai genitori a sposarsi, sebbene fosse suo proposito conservare il celibato, riuscì a far condividere il suo parere alla sposa Anna e i coniugi vissero nello stato di perfetta castità. Conone fu celebrato soprattutto per il suo potere sui demoni, da cui gli venne l'appellativo di «taumaturgo». Tradotto davanti al prefetto Magnus, fu flagellato crudelmente perché non aveva cessato di predicare la sua fede, ottemperando agli editti imperiali. Secondo la stessa fonte, anche il padre di Conone, Nestore, morì martire.
È importante notare che nei sinassari bizantini, alla data del 28 febbraio, è celebrato Nestore, vescovo di Magydos, martirizzato proprio a Perge in Panfilia durante la persecuzione di Decio e sotto il prefetto Publio (o Pollione). Tutti questi particolari storici e geografici ci ricordano quelli del martirio di Conone l'Ortolano; ma qualche perplessità nasce dal fatto che i dati cronologici non coincidono con il «tempo degli Apostoli».
Nel Martirologio Romano troviamo alla data del 26 febbraio la commemorazione a Perge di Nestore, vescovo e martire e, sempre nella stessa città, il ricordo di un gruppo di quattro martiri: Papias, Diodoro, Conone e Claudiano, morti (dice la notizia) prima del vescovo Nestore.
Per quanto sia molto difficile darne una dimostrazione apodittica, non sembra tuttavia improbabile che nel Conone di Binada, figlio del martire Nestore, si possa vedere lo stesso martire Conone l'Ortolano, che testimoniò la sua fede in Panfilia (verisimilmente a Perge), ad una distanza di tempo non eccessiva da quella in cui subì il martirio il vescovo Nestore.
Notiamo, infine, che il Calendario palestinogeorgiano del Sinaiticus 34 (sec. X) commemora, ma senza nessuna precisazione, Conone al 6 marzo.
Autore: Jaoseph-Marie Sauget
Fonte:
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