Sulla bella collina di Capodimonte, a poca distanza dalla Reggia e bosco omonimi, sorge sulla sottostante catacomba di S. Gennaro, il maestoso tempio dell’Incoronata Madre del Buon Consiglio, Regina della Cattolica Chiesa. La costruzione della basilica è durata 40 anni, la posa della prima pietra avvenne il 6 gennaio 1920 e la consacrazione definitiva il 26 aprile 1960; nella struttura architettonica essa ricalca in proporzioni più ridotte, ma egualmente maestose, la basilica vaticana di S. Pietro, sia all’interno che all’esterno, manca solo il colonnato della piazza e l’obelisco; sull’altare maggiore troneggia il quadro della Madonna del Buon Consiglio, incoronata il 6 gennaio 1912 per concessione del papa s. Pio X, da quel giorno il culto prese il nome dell’Incoronata Madre del Buon Consiglio. Come per Pompei, così anche per il tempio di Capodimonte, la volontà di Dio e di Maria si è espressa con la fede e l’opera di laici: Bartolo Longo e Maria Landi, figli ambedue di quello scorcio di secolo XIX che tante figure di santi, beati e venerabili ha donato alla Chiesa napoletana e a quella universale. Maria Landi, nacque a Napoli il 21 gennaio 1861, nel giorno della festa di s. Agnese, di cui rimarrà sempre devota, di ingegno assai vivace, anche se senza una adeguata formazione culturale, avendo frequentata solo una scuola privata delle signorine Amoroso, le quali si limitavano a pochi esercizi di lettura e scrittura e all’insegnamento di piccoli lavori domestici; ma in compenso ebbe una solida formazione spirituale dal padre scolopio Salvatore Maria Nisio, divenuto poi vescovo di Ariano Irpino. A 17 anni volle offrirsi a Gesù con voto di vittima di fedeltà e di amore alla Chiesa nella persona del papa e del vescovo; si impose la Regola di vita del Terz’Ordine Francescano della Riforma Alcantarina, vestendone l’abito. A 26 anni, il 7 novembre 1887 per speciale concessione del card. Sanfelice, pur continuando a vivere nella sua casa, emise i voti solenni di povertà, castità e obbedienza, considerandosi di diritto e di fatto una suora, cambiò il nome in Maria di Gesù; andando così ad infoltire quella schiera di anime generose, che in quel secolo onorarono Napoli con la loro santità, operando beneficenza e apostolato, al di fuori delle mura di un convento e che saranno chiamate ‘monache di casa’. Maria di Gesù Landi, si distinse per la devozione alla Madonna del Buon Consiglio, di cui si fece dipingere un quadro nel 1884, intorno ad esso, esposto in un oratorio tratto dalla sua casa in via Duomo 36, si sviluppò un culto così vasto dovuto anche a due miracoli che il popolo attribuì alla intercessione della Madonna. Appena esposto al pubblico nel 1884, l’epidemia di colera che imperversava in città, cessò di colpo; e nel 1906 il venerdì santo, Napoli era sotto una densa cortina di cenere, che già faceva crollare tetti e solai dei fabbricati, dovuta alla disastrosa eruzione del Vesuvio di quell’anno, il quadro fu esposto fuori dal balcone di casa e un raggio di sole attraversò la scura cortina e lo illuminò in pieno, da quel giorno l’eruzione scemò estinguendosi qualche giorno dopo. Non solo il popolo affluiva in questo piccolo oratorio, ma anche nobili dame e prelati, i quali in buona parte conoscevano la pia suora che elemosinando per le opere di carità che si effettuavano nella diocesi, governata dal cardinale Sanfelice, frequentava le loro case e spargeva i semi di un fecondo apostolato. Appoggiata dagli arcivescovi napoletani presso i vari papi che si succedevano a Roma, ottenne il riconoscimento del culto per la Madonna del Buon Consiglio, l’incoronazione del quadro, l’aggiunta del titolo “Regina della Cattolica Chiesa”. L’affluire di masse di fedeli, accentuatosi dopo l’incoronazione, convinse la madre Maria di Gesù Landi, della necessità di costruire un tempio nella zona di Capodimonte, lì perché, in mistiche contemplazioni la Santa Vergine le aveva più volte detto di erigere un tempio sopra le catacombe. Ne parlò con il cardinale Prisco, il quale nel 1918 nominò una commissione di competenti scelti fra i devoti della Madonna, la scelta del luogo fu facilitata dal dono di una benefattrice di una villa con il parco, proprio sulla massa tufacea, ove più sotto sono scavate le catacombe di s. Gennaro e s. Gaudioso. Il progetto approvato, era un richiamo alla basilica vaticana in riferimento al titolo concesso il 13 giugno 1921 di “Regina della Cattolica Chiesa”. Quest’opera immensa vide la collaborazione di tanti fedeli e della borghesia e nobiltà napoletana; gli arcivescovi di Napoli diedero tutto il loro appoggio e furono proprio loro a proseguire la costruzione del tempio dopo la morte di madre Landi, avvenuta il 26 marzo 1931. Il culto dell’Incoronata, proseguì nell’Oratorio di via Duomo con la devozione delle due sorelle di madre Landi, Anna e Concettina, mentre i lavori proseguivano a Capodimonte; morte anche le due sorelle, il card. Alessio Ascalesi, l’8 giugno 1938 decise di trasferire il quadro presso le ‘Ancelle della Chiesa’ a Capodimonte, Congregazione femminile fondata da madre Landi per il servizio del tempio e delle Opere annesse. Nel 1948 sulla cupola della basilica fu posta una croce contenente una reliquia del legno della Croce. Nell’ambito del santuario, la pia suora volle il sorgere oltre delle ‘Ancelle della Chiesa’, di una casa per sacerdoti, un orfanotrofio e le associazioni laicali delle “Dame dell’Incoronata’ e dei ‘Figli della Fede’. Nelle cappelle laterali di questa basilica ricca di mosaici, marmi policromi, opere d’arte, vi sono le tombe di varie principesse di Casa Savoia – Aosta, del cardinale Alessio Ascalesi, e di mons. Francesco De Simone, che continuò di fatto l’opera di costruzione, dopo la morte della fondatrice, compito che espletò fino al 1974 anno della sua morte. Suor Maria di Gesù Landi, attualmente riposa in un sarcofago, posto in una cappella laterale di questo maestoso tempio, che si affaccia sul panorama di Napoli, in attesa che i processi per la sua beatificazione si concludano.
Autore: Antonio Borrelli
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