Napoli, 1 maggio 1856 - Casoria, 20 gennaio 1906
Adelaide Brando, originaria di Napoli, sentì dall’adolescenza la chiamata ad essere interamente del Signore. Entrata inizialmente nel monastero delle Clarisse dette Fiorentine, poi in quello delle Sacramentine di Napoli, prese il nome di suor Maria Cristina dell’Immacolata Concezione, ma dovette lasciare la clausura per motivi di salute. Trasferitasi a Casoria, fondò le Suore Vittime Espiatrici di Gesù Sacramentato, dedite all’adorazione perpetua, all’insegnamento catechistico e scolastico e a varie opere di carità. Morì a Casoria il 20 gennaio 1906, a 49 anni. Beatificata da san Giovanni Paolo II a Roma il 27 aprile 2003, è stata canonizzata da papa Francesco, ancora a Roma, il 17 maggio 2015. I suoi resti mortali riposano nella chiesa adiacente alla Casa madre delle Vittime Espiatrici di Gesù Sacramentato a Casoria, in via Gioacchino D’Anna.
Martirologio Romano: A Casoria vicino a Napoli, beata Maria Cristina dell’Immacolata (Adelaide) Brando, vergine, che dedicò la sua vita alla formazione cristiana dei fanciulli e attraverso la Congregazione delle Suore Vittime Espiatrici di Gesù Sacramento da lei fondata promosse fortemente l’adorazione della santa Eucaristia.
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Adelaide Brando nacque a Napoli il 1° maggio 1856, ultima delle quattro figlie di Giovanni Giuseppe Brando, cassiere del Banco di Napoli, e Concetta Marrazzo. Lo stesso giorno venne battezzata nella chiesa di San Liborio.
Quando aveva appena 12 anni, la notte di Natale del 1868, ai piedi di Gesù Bambino, Adelaide si consacrò a Dio con un voto di perpetua verginità. Desiderando entrare fra le suore Sacramentine, trovò l’opposizione del padre, che però le permise di raggiungere la sorella Maria Pia, clarissa nel monastero delle Clarisse dette Fiorentine in via Chiaia a Napoli. Ma una grave malattia, per ben due volte, la costrinse a lasciare il monastero.
Ristabilitasi in salute, nel 1875 entrò tra le Adoratrici Perpetue di Gesù Sacramentato (o Sacramentine) del monastero napoletano di San Giuseppe dei Ruffi e l’anno successivo poté indossarne l’abito, prendendo il nome di Maria Cristina dell’Immacolata Concezione. L’adorazione a Gesù Sacramentato, cardine della spiritualità di quelle religiose, era il suo maggior desiderio, ma il Signore dispose diversamente: ancora una volta la salute venne meno.
Nel 1877 si ritirò come pensionante nel Conservatorio delle Teresiane a Torre del Greco; quando si fu ripresa dalla malattia, ritornò a Napoli. Insieme ad alcune compagne, andò ad abitare in un appartamento della salita Ventaglieri e poi in vico Montemiletto. Anche sua sorella Maria Pia dovette uscire dal convento per malattia: indirizzata a Mugnano nel 1881, vi fondò un santuario dedicato al Sacro Cuore di Gesù.
Suor Maria Cristina ebbe come consiglieri preziosi padre Ludovico da Casoria (canonizzato nel 2014), fra Michelangelo Longo (Venerabile del 2008) e i sacerdoti Raffaele Ferraiolo e Polidoro Schioppa. Il 22 novembre 1884 si trasferì definitivamente nella cittadina di Casoria, in provincia di Napoli, ospitata con il suo gruppo dal canonico Domenico Maglione.
Qualche anno dopo, nel 1890, vista l’affluenza di altre giovani adoratrici, acquistò la casa degli eredi Costa in via San Rocco e vi si stabilì con la sua comunità, compiendo quanto padre Ludovico le aveva predetto: «In mezzo a questa cittadina erigerai una casa centrale».
Qui l’ormai fondatrice avvertì la necessità di potere erigere un tempio dedicato a Gesù Sacramentato, dove l’adorazione potesse continuare giorno e notte senza interruzione: il 19 febbraio 1893 viene posta la prima pietra della chiesa. Per sé riservò una stanzetta, che chiamò “grotticella”, con un’apertura dalla quale poteva vedere l’altare, così da poter essere ancora più unita alla Divina Vittima del Tabernacolo.
La comunità, oltre allo scopo principale dell’adorazione, si assunse il compito della catechesi e dell’istruzione ai fanciulli. L’approvazione pontificia giunse il 20 luglio 1903; il 16 agosto l’Istituto prese il nome ufficiale di Suore Vittime Espiatrici di Gesù Sacramentato, mentre il 2 novembre si svolsero le professioni perpetue, compresa quella della Fondatrice.
Così lei spiegava alle sue figlie il loro compito specifico nella Chiesa: «Gesù vuole essere amato assai da noi, che portiamo il nome di Vittime. Noi dobbiamo riparare gli oltraggi che Gesù riceve da tutto il mondo.... Abbiamo avuto l’onore grandissimo di essere chiamate Vittime Espiatrici, e dobbiamo esserlo per davvero ... E se non ci infochiamo di amore verso Dio, se non dimostriamo con le opere che in noi c’è vero amore, come ci regge il cuore di prostrarci ai piedi dell’altare e dire al Signore di riparare per gli altri?».
Madre Maria Cristina si ammalò gravemente il 14 gennaio 1906. Ricevuti i sacramenti, morì sei giorni dopo, il 20 gennaio; a maggio avrebbe compiuto cinquant’anni. Come visse così morì, senza segni soprannaturali, ma con un sorriso di dolcezza che manifestava il suo sì alla volontà di Gesù.
L’Istituto da lei fondato a Casoria si allargò ad altre numerose case in Italia e all’estero. Le sue figlie, impegnate oggi come allora nell’arduo cammino della virtù, sulla scia del suo luminoso esempio, sono diventate varie centinaia.
Dato che la sua fama di santità perdurava, venne deciso di aprire il suo processo di beatificazione. La fase informativa durò dal 1927 al 1940, mentre il 1° marzo 1955 giunse il decreto sugli scritti. La fase apostolica, successiva all’introduzione della causa il 4 maggio 1972, si svolse dal 1972 al 1973; la convalida di entrambe le fasi avvenne il 19 maggio 1978. La “positio super virtutibus” venne trasmessa alla Congregazione vaticana per le Cause dei Santi nel 1989. A seguito della riunione dei periti teologi, il 25 gennaio 1994, e della riunione dei cardinali e vescovi membri della Congregazione, il 3 maggio 1994, venne promulgato il decreto che attribuiva a madre Maria Cristina il titolo di Venerabile, reso noto il 2 luglio 1994.
Nel 1995 si svolse il processo diocesano su un probabile miracolo, approvato con il decreto del 20 dicembre 2001. La beatificazione si svolse a Roma, il 27 aprile 2003, presieduta dal Papa, san Giovanni Paolo II.
Come secondo miracolo per ottenere la canonizzazione è stato preso in esame il caso di Mariangela Di Mauro, che nel 2004, dopo due gravidanze extrauterine, poté dare alla luce il figlio Pasqualino dopo essersi affidata alle preghiere della Beata Maria Cristina, essendo ex-allieva delle Vittime Espiatrici. Con il decreto del 17 settembre 2014 è stato effettivamente riconosciuto come evento inspiegabile, aprendo il via alla canonizzazione.
Il 17 maggio 2015, in piazza San Pietro a Roma, papa Francesco ha ufficialmente posto alla venerazione di tutta la Chiesa cattolica madre Maria Cristina e altre tre Beate, suor Maria Alfonsina Danil Ghattas, suor Giovanna Emilia De Villeneuve e suor Maria di Gesù Crocifisso (Mariam Baouardy).
Autore: Antonio Borrelli ed Emilia Flocchini
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