Mühlausen, Turingia, 5 dicembre 1593 - Schonungen, 9 dicembre 1631
Martirologio Romano: Presso il fiume Meno nella Baviera in Germania, beato Liborio Wagner, sacerdote e martire, che, uomo di insigne carità, coronò con l’effusione del sangue la sua cura pastorale resa a servizio tanto dei cattolici quanto dei fratelli separati.
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Ecco un martire il cui nome va ad allungare la lista di quei cattolici, ecclesiastici o semplici fedeli, che hanno dato la vita per la fede, durante il periodo dell’affermarsi della Riforma Protestante. Nacque in pieno protestantesimo il 5 dicembre 1593 a Mühlausen in Turingia nella Germania Orientale, si sa che nel 1613 a 20 anni lasciò la città natia per proseguire gli studi a Lipsia, Gotha e Strasburgo e nel 1617 conseguì il titolo di insegnante. A 30 anni nel 1621 si recò a Würzburg dove frequentò la facoltà di teologia tenuta dai gesuiti e grazie a loro si convertì al cattolicesimo fino a diventare sacerdote, venendo ordinato il 29 marzo 1625. Ebbe come primo incarico la cappellania ad Hardheim nel Baden e nel settembre 1626 fu nominato parroco di Altenmünster - Sulzdorf cittadina in prevalenza protestante, dove dovette impegnarsi con tutte le sue capacità e fede, per convertire i protestanti tra tante difficoltà e la freddezza degli stessi parrocchiani. Dopo cinque anni di apostolato, nel 1631, arrivarono nella città gli svedesi a causa della guerra dei Trent’anni; padre Liborio Wagner dovette nascondersi rifugiandosi nella vicina cittadina cattolica di Reichmannhausen, distante circa quattro km da Altenmünster da cui non voleva comunque allontanarsi troppo. In questi suoi tentativi di avvicinarsi, fu tradito e il 4 dicembre 1631 venne catturato e portato in un villaggio sul Meno distante 10 km, trascinato per tutto il percorso legato ad un cavallo con una lunga fune; seguirono nel castello di Mainberg, cinque giorni di continue torture e oltraggi da parte dei carnefici, con le loro richieste di apostatare con in cambio l’immediata liberazione, ma egli ripeteva sempre la stessa risposta: “Vivo, soffro e muoio da cattolico papista”. Ormai ridotto senza forze, il 9 dicembre 1631 il parroco Liborio fu portato a dorso di cavallo in riva al Meno, vicino Schonungen, dove venne ucciso a colpi di arma da fuoco e di spada e dopo essere stato spogliato delle sue vesti di prete per non farlo riconoscere tale, il suo corpo fu gettato nel fiume. Anonimi fedeli cattolici lo ripescarono, sotterrandolo in un primo tempo sulle rive del fiume stesso, poi trasferito in un vicino prato, dove rimase fino alla fine del dominio svedese della Franconia, quando per ordine del vescovo di Würzburg fu riesumato e trasferito temporaneamente nella cappella del castello di Mainberg e infine il 15 dicembre 1637, trasferito nella chiesa parrocchiale di S. Lorenzo in Heidenfeld dove riposa tuttora. Ma già da tempo si veniva ad instaurare con l’afflusso di fedeli devoti, un culto di venerazione verso il valoroso campione della fede cattolica in Germania. Nel 1931, tre secoli dopo la morte, venute meno tutte le difficoltà storiche ed ideologiche che si frapponevano, venne introdotta la causa di beatificazione, che si concluse con la solenne cerimonia, che lo elevava all’onore degli altari come beato, il 24 marzo 1974, proclamato da papa Paolo VI.
Autore: Antonio Borrelli
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