Milano, 3 agosto 1800 – Crespano del Grappa, Treviso, 24 settembre 1861
Angelo Ramazzotti, nato a Milano, divenne sacerdote dopo essersi laureato in diritto civile ed ecclesiastico. Lo stesso giorno dell’ordinazione, il 13 giugno 1829, entrò fra gli Oblati Missionari di Rho, impegnandosi nella predicazione di esercizi spirituali e nelle missioni popolari. Il 30 luglio 1850, seguendo una sua antica aspirazione per le missioni “ad gentes”, fondò il Seminario Lombardo per le Missioni Estere, germe di quello che dal 1926 sarebbe diventato il Pontificio Istituto Missioni Estere (in sigla PIME). Un mese prima era stato consacrato vescovo di Pavia, diocesi dove giunse il 28 settembre 1850, rimanendovi fino al 1858, quando divenne Patriarca di Venezia. Continuò a seguire la sua fondazione tramite il direttore da lui scelto, don Giuseppe Marinoni, e chiamò le Figlie della Carità Canossiane e le Suore di Carità di Maria Bambina come validi aiuti per i suoi missionari. Fu informato della volontà del Papa, il Beato Pio IX, di elevarlo alla porpora cardinalizia, ma non poté riceverla perché gravemente malato. Morì infatti alle 4.30 del 24 settembre 1861 presso Villa Canal a Gherla, frazione di Crespano del Grappa, dove si era ritirato. Il processo informativo per la sua causa di beatificazione si è svolto dal 13 febbraio 1976 al 16 febbraio 1978, ma è stato convalidato solo il 4 dicembre 1998. Il 14 dicembre 2015 papa Francesco ha autorizzato il Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare il decreto sulle virtù eroiche di monsignor Ramazzotti, i cui resti mortali riposano, dal 3 marzo 1958, presso la chiesa di San Francesco Saverio, annessa alla Casa madre del PIME a Milano, in via Monte Rosa 81.
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Inizi e formazione
Angelo Francesco Ramazzotti nacque a Milano il 3 agosto 1800, figlio di Giuseppe Cristoforo Ramazzotti e Giulia Maderna, originari di Saronno. Compì gli studi primari e liceali presso il Collegio Viglezzi di Saronno, in quello di Gorla Minore e, in seguito, al Collegio Longone e al Sant’Alessandro di Milano, retti questi ultimi due dai padri Barnabiti. Si laureò poi nel 1823 in Diritto civile ed ecclesiastico presso la facoltà di Legge della Regia Università di Pavia.
Sacerdozio
Dopo due anni di pratica come avvocato, fu indirizzato al sacerdozio dal suo direttore spirituale: iniziò quindi a frequentare come esterno il Seminario Maggiore della diocesi ambrosiana, in corso Venezia a Milano, per compiere gli studi teologici.
Venne ordinato sacerdote il 13 giugno 1829, entrando nello stesso giorno come novizio dei padri Oblati Missionari di Rho, fondati da padre Giorgio Maria Martinelli (Venerabile dal 1977) per la predicazione di esercizi spirituali ai sacerdoti e ai fedeli, oltre che per le missioni al popolo: in vent’anni si occupò di oltre duecento di queste predicazioni speciali. Aprì poi, nel 1837, un oratorio festivo e un orfanotrofio a Saronno, dove accolse sia gli orfani delle Cinque Giornate di Milano, sia i figli dei soldati austriaci.
L’idea di un seminario per le missioni
Già nei suoi primi tempi da Oblato prese a immaginare un seminario dedicato a formare sacerdoti da inviare nelle missioni “ad gentes”, ossia tra i non cristiani. Quell’ispirazione parve concretizzarsi mediante alcuni incontri.
Nel novembre 1847 passò per il collegio degli Oblati di Rho, dove padre Ramazzotti risiedeva in quanto superiore, monsignor Jean-Félix-Onésime Luquet, dell’Istituto delle Missioni Estere di Parigi. Desiderava parlare con l’arcivescovo di Milano, monsignor Carlo Bartolomeo Romilli, di un desiderio che papa Pio IX (Beato dal 2000) aveva, ossia far sorgere in Italia un Istituto esclusivamente missionario simile a quello di Parigi.
L’incontro con padre Supriès
L’11 novembre 1849 fu poi alla Certosa di Pavia, dove risiedeva padre Lorenzo Marcello Supriès, che aveva tentato l’evangelizzazione delle isole Nicobar in India come membro dell’Istituto di Parigi; tornato in Occidente per malattia, aveva lasciato l’Istituto e si era fatto monaco col nome di Taddeo.
I suoi racconti avevano acceso l’entusiasmo nei seminaristi teologi, che spesso erano stati accompagnati alla Certosa dal loro direttore spirituale, monsignor Luigi Biraghi (Beato dal 2006).
Nominato vescovo di Pavia
Padre Supriès chiese quindi a padre Ramazzotti di occuparsi di una nuova realtà per la formazione di quanti di essi nutrivano un sincero slancio missionario. Tuttavia, proprio quella sera, mentre discuteva con il monaco e con il segretario dell’arcivescovo di Milano circa la fondazione di quel Seminario, venne nominato a sua insaputa vescovo di Pavia dall’imperatore d’Austria, Francesco Giuseppe.
L’inizio del Seminario lombardo per le Missioni Estere
Questo fatto, anziché far cadere il progetto del Seminario missionario, in realtà ne favorì la realizzazione. Infatti Ramazzotti, con il nuovo prestigio a lui derivante dalla dignità di vescovo, ruppe gli indugi e il 30 luglio – era passato un mese dalla sua consacrazione episcopale - partì in calesse da Rho, con don Giovanni Mazzucconi e don Carlo Salerio, alla volta di Saronno.
Qui, in un ex-convento di sua proprietà, insieme con il Direttore da lui scelto, don Giuseppe Marinoni, e altri giovani preti diocesani – cui si unirono presto laici “catechisti” – monsignor Ramazzotti dava inizio al Seminario (o Istituto) per le Missioni Estere, il primo del genere in Italia.
Nella fondazione furono coinvolti il metropolita monsignor Romilli e i vescovi suffraganei della Provincia ecclesiastica della Lombardia, che firmarono l’atto di erezione del Seminario missionario il 1° dicembre 1850. Pochi giorni dopo don Marinoni ottenne anche l’approvazione del Papa.
L’episcopato a Pavia
La consacrazione episcopale di padre Ramazzotti avvenne il 30 giugno 1850: fece il suo solenne ingresso a Pavia il 29 settembre dello stesso anno. Furono per lui prioritarie la formazione dei seminaristi e del clero, l’educazione cristiana dei fedeli, specialmente dei giovani, e la carità verso i poveri.
In quel periodo di sconvolgimenti politici e religiosi, difese l’integrità della fede, cercando ad esempio di convincere quattro sacerdoti renitenti ad accettare il dogma dell’Immacolata Concezione di Maria (per questo detti “macolatisti”), prima di ricorrere alla richiesta di scomunica.
La prima missione per l’Oceania
Il 16 marzo 1852, presso la nuova sede del Seminario Lombardo per le Missioni Estere, la chiesa di San Calocero a Milano, l’arcivescovo Romilli consegnò il Crocifisso ai primi partenti. La loro destinazione era, come sospiravano in molti, l’Oceania, cui avevano rinunciato i padri Maristi.
Tuttavia non ebbe esito felice, a causa del clima micidiale e della refrattarietà al Vangelo delle popolazioni native. Don Carlo Salerio rimpatriò ammalato e, in seguito, fondò a Milano le Suore della Riparazione (è Venerabile dal 2019).
Don Giovanni Mazzucconi, invece, venne massacrato dagli indigeni dopo che la sua nave era rimasta incagliata in un banco di corallo, nel settembre 1855. Monsignor Ramazzotti, informato dell’accaduto, volle celebrare personalmente le esequie a Milano di quel giovane cui era molto affezionato.
Patriarca di Venezia
Mentre era nel pieno della sua attività apostolica, venne eletto patriarca di Venezia. Compì la presa di possesso il 15 maggio 1858, fra l’entusiasmo dei veneziani che lo salutarono come «angelo di nome e di fatto».
Continuò anche qui la sua opera di difesa della fede: curò particolarmente il clero, si prodigò nell’educazione dei giovani, nell’aiuto ai poveri, nella lotta contro i vizi. Tutti i ceti sociali e categorie religiose ricevettero la sua parola e il suo interessamento, dai carcerati ai ricchi, dai monasteri agli ebrei, dai sordomuti ai ragazzi sbandati. Giunse a vendere l’argenteria del palazzo patriarcale per aiutare i numerosi poveri che l’assediavano; rimase con la sola veste che indossava.
Comunque attento alle missioni
Non dimenticò tuttavia di essere un Oblato Missionario, occupandosi quando possibile degli esercizi spirituali, e neppure del Seminario lombardo per le missioni estere, cui aveva lasciato come direttore don Giuseppe Marinoni.
Per dare un aiuto ai missionari già partiti, chiese alle Figlie della Carità Canossiane, che già conosceva per averle invitate a Pavia, di partire per Hong Kong. La prima delegazione partì nel febbraio 1860, dopo che lui ebbe chiesto al Papa alcune necessarie modifiche alle loro Costituzioni, che originariamente non prevedevano le missioni estere. Nello stesso mese, ma verso il Bengala, furono poi inviate le Suore di Carità dette di Maria Bambina.
La morte
La grande stima di cui monsignor Ramazzotti godeva presso l’episcopato italiano e le autorità civili lo rese degno della porpora cardinalizia, che avrebbe dovuto ricevere nel Concistoro fissato per la metà di settembre del 1861.
Tuttavia, non poté riceverla: si era infatti ritirato da Venezia per una malattia cardiaca. Dal 14 luglio 1861, ormai grave, fu ospitato dalla famiglia Canal in una villa a Gherla, frazione di Crespano del Grappa. Vi morì alle 4.30 del 24 settembre 1861; aveva 61 anni.
La traslazione delle sue spoglie
Contrariamente a quanto aveva espresso, non fu sepolto nel cimitero veneziano di San Michele, bensì nell’Oratorio della SS. Trinità, presso la basilica della Madonna della Salute, luogo di sepoltura di altri suoi predecessori.
Quasi un secolo dopo, il 3 marzo 1958, i suoi resti mortali vennero traslati nella chiesa di San Francesco Saverio in via Monte Rosa 81 a Milano, annessa alla Casa madre di quello che, dal 1926, non era più denominato Seminario per le Missioni Estere, bensì Pontificio Istituto Missioni Estere (in sigla PIME).
Era presente alla traslazione l’allora cardinal patriarca Angelo Giuseppe Roncalli, poi papa Giovanni XXIII (canonizzato nel 2014), che teneva in grande stima monsignor Ramazzotti, suo predecessore nella cattedra di San Marco, tanto da descriverlo, in un suo articolo, come «santo […] e santo da altare» e assumerlo come modello del suo ministero episcopale.
La causa di beatificazione e canonizzazione fino al decreto sulle virtù eroiche
Il processo informativo per la causa di beatificazione di monsignor Ramazzotti si è svolto dal 13 febbraio 1976 al 16 febbraio 1978, ma è stato convalidato solo il 4 dicembre 1998 a causa del succedersi dei postulatori e dell’entrata in vigore delle nuove norme per le cause di canonizzazione. La “Positio super virtutibus” è invece stata consegnata a Roma nel 1999.
Anche se il suo ricordo è rimasto vivo nel PIME grazie a iniziative e pubblicazioni varie, la sua causa è stata posposta perché l’attenzione si è concentrata su quei membri dell’Istituto che sono morti martiri (è il caso ad esempio di don Mazzucconi, beatificato nel 1984) e per il lavoro sulla discussione di altre cause (come quella di padre Paolo Manna, morto nel 1952 e beatificato nel 2001).
Il 3 marzo 2015 i consultori teologi della Congregazione delle Cause dei Santi diede all’unanimità parere favorevole circa l’approvazione delle sue virtù eroiche. La Sessione Ordinaria dei Cardinali e dei Vescovi membri della Congregazione, il 1° dicembre 2015, diede un nuovo parere positivo.
Ricevendo nel pomeriggio del 14 dicembre 2015 il cardinal Angelo Amato, prefetto delle Cause dei Santi, papa Francesco autorizzò la promulgazione del decreto sull’eroicità delle virtù di monsignor Ramazzotti.
Autore: Emilia Flocchini
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