Poiana Maggiore, Vicenza, 10 maggio 1910 – Mestre, Venezia, 11 aprile 1943
Olga nasce a Poiana Maggiore, vicino a Vicenza il 10 maggio 1910. Rimasta orfana di padre, viene educata cristianamente con i fratelli. Consola, aiuta e conforta la madre nei momenti di dolore e, a casa è un tutto fare. Diplomatasi brillantemente all'istituto magistrale nel 1928, nelle scuole elementari dove insegna, è educatrice ideale e amata, impareggiabile catechista, fervida apostola nell'annunciare la Parola di Dio tra la sua gente, e nell'associazionismo cattolico femminile vicentino e ovunque, sorella dei bisognosi.
Nel 1938, dopo l'incontro con Maria Oliva Bonaldo, fondatrice delle suore Figlie della Chiesa, entra tra le prime sorelle del nascente istituto diventando suor Olga della Madre di Dio, e vive con ardore l'ideale mistico contemplativo dell'adorazione Eucaristica e del servizio apostolico in Parrocchia nelle comunitò di Roma, Treviso, Ischia e Mestre, dove muore improvvisamente l'11 aprile 1943.
Olga non ha fatto nulla di straordinario, ma ciò che è straordinario e la sua vita.
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Inutile cercare in lei il sensazionale o lo strepitoso: la vita di Olga è racchiusa in appena 33 anni di vita, tutti contrassegnati dalla semplicità e dall’ordinarietà. Nasce nel 1910 in provincia di Vicenza e il papà muore, combattendo sull’Isonzo, sei anni dopo. Infanzia breve la sua, perché deve aiutare mamma a badare a tre fratellini. In compenso respira in casa fede e amore ai poveri, crescendo così generosa e ben disposta ad aiutare in parrocchia, soprattutto nella catechesi, in cui si rivela educatrice impareggiabile. Si diploma maestra a 18 anni ed inizia subito ad insegnare ed a farsi apprezzare: un anno in Friuli, due anni in provincia di Padova, gli anni successivi nel paese natale, Poiana Maggiore. Ed è qui che sboccia la sua vocazione religiosa, favorita da una certa predisposizione alla pietà, alla carità verso i poveri e all’apostolato attivo. Quest’ultimo, in particolare, si è andato plasmando in lei grazie all’Azione Cattolica, di cui ha percorso tutto il cammino associativo, che ha fatto crescere il suo impegno ecclesiale e motivato il suo lavoro in parrocchia.
Al momento di orientarsi sulla congregazione in cui realizzare la sua vocazione, la sua scelta va a cadere sulle Figlie della Chiesa, una giovanissima famiglia religiosa appena fondata da Suor Maria Oliva Bonaldo che ha come carisma specifico conoscere, amare, testimoniare la Chiesa, farla conoscere e farla amare, collaborando con i sacerdoti nella formazione dei laici. Dal 1938 vive in congregazione l’entusiasmo e le difficoltà degli inizi, non ultima la povertà dei primi anni, per ovviare alla quale deve ancora per un anno accettare l’insegnamento nella scuola del suo paese, per assicurare almeno un’entrata fissa alla sua comunità. Ben presto, però, la fondatrice ha bisogno di lei come segretaria e coadiutrice nella fondazione delle prime comunità; eccola così, nell’arco di pochi anni, a Mestre prima, poi a Roma e Ischia, quindi nuovamente a Mestre, con una parentesi a Trivignano. La gente comincia ad abituarsi a quelle “strane” suore, che si spostano in bicicletta, con il caldo e con il freddo, da un bisognoso all’altro, da una casa all’altra. La forma di apostolato più richiesta dalle parrocchie è l’assistenza e la formazione degli studenti, ma spesso viene anche loro richiesto di interessarsi di sfollati, disoccupati, famiglie bisognose per le quali occorre farsi pazienti e premurosi compagni di viaggio.
A nessuno sfugge che la presenza di Olga, ovunque sia richiesta, è caratterizzata sempre da un sorriso smagliante, con cui accompagna e impreziosisce ogni suo gesto. Sembra animata da una forza interiore che la fa stare, con la stessa intensità e con l’identica disponibilità, sia prostrata in silenziosa adorazione, sia indaffarata nelle mille faccende della sua missione. Cominciano a cercarla ed a contendersela per un consiglio, un incoraggiamento, una parola buona, che distribuisce senza avarizia e sempre attingendo ad una sapienza che si radica nella preghiera e in un prolungato colloquio con il suo Signore. I più assidui nel ricorrere a lei sono soprattutto i seminaristi e le persone in ricerca, che riesce a spronare e dirigere con il suo entusiasmo e la sua passione per Dio; ma alla sua porta bussano in continuazione anche poveri di ogni specie, che cerca di soccorrere come può, con i pochi mezzi di cui dispone, sempre supplendo in ogni caso con il più dolce dei suoi sorrisi.
La Fondatrice, silenziosamente, osserva e medita, sembrandole questa sorella – e lo testimonierà dopo la di lei morte – la vera incarnazione del modello di Figlia della Chiesa che aveva sognato nel momento in cui aveva dato vita a questa forma di consacrazione. Tutto questo, per Olga, in appena cinque anni di vita religiosa, perché il 28 marzo 1943 stramazza a terra durante la messa domenicale. Subito soccorsa e ricoverata all’ospedale di Mestre, le viene diagnosticata una meningite cerebro-spinale fulminante che non le lascia via di scampo.
Muore domenica 11 aprile, non prima di aver promesso: “Farò come la Piccola Teresa, ... passerò il mio cielo facendo del bene sulla terra”. Moltissimi, e non solo a Mestre, sono pronti ad attestare che si tratta di una promessa mantenuta; per questo ricorrono a lei con fiducia e vanno a pregare sulla sua tomba. Il 31 ottobre 2013 papa Francesco ha riconosciuto l’eroicità delle sue virtù, proclamandola così Venerabile. Si attende ora un miracolo per procedere alla beatificazione della suora che sorrideva e che faceva del bene, Suor Olga della Madre di Dio Gugelmo.
Autore: Gianpiero Pettiti
Fu una religiosa che non fece nulla di straordinario, ma visse la sua vita in modo straordinario, luce ed esempio per quanti la conobbero e per le sue consorelle.
Olga Gugelmo nacque il 10 maggio 1910 a Poiana Maggiore (Vicenza); era bambina quando rimase orfana del padre, ma seppe diventare l’angelo consolatore della madre, impegnata a mandare avanti la casa ed educare i figli tutti piccoli.
Olga trascorreva il tempo libero dagli impegni scolastici e dall’aiuto attivo che dava in casa, frequentando assiduamente la sua parrocchia, dove ben presto s’inserì nell’organizzazione della Gioventù Femminile d’Azione Cattolica vicentina.
Erano anni di grande entusiasmo per l’associazionismo cattolico femminile, sorto a Milano e diretto per prima dalla Serva di Dio Armida Barelli (1882-1952), nominata nel 1918 da papa Benedetto XV, Presidente Nazionale della Gioventù Femminile di Azione Cattolica, carica che ricoprì fino al 1946; inoltre grande collaboratrice e cofondatrice delle opere universitarie del francescano padre Agostino Gemelli.
Olga, diplomatosi maestra elementare nel 1928, prese ad insegnare in diversi paesini del Veneto e del Friuli, portando ovunque l’impegno apostolico dell’Associazione a cui apparteneva; impareggiabile catechista, educatrice amata e stimata, fu zelante apostola nell’annunciare la Parola di Dio, nella scuola, nella famiglia, nella parrocchia.
Casualmente conobbe la nascente Congregazione delle “Figlie della Chiesa”, fondata nel 1938 dalla suora canossiana la Serva di Dio Maria Oliva Bonaldo (in relig. Maria Oliva del Corpo Mistico, 1893-1976).
Olga attratta dalla spiritualità dell’Istituto, indicata dalla fondatrice come, aiutare, amare, conoscere la Chiesa, pregare e soffrire per essa, vi aderì nello stesso 1938; a queste prime Figlie della Chiesa, madre Maria Oliva Bonaldo espresse il carisma dell’Istituzione: “Per creare le anime è bastato l’amore, figliuole, per salvarle ci vuole anche il dolore”, a ciò si aggiungeva l’adorazione eucaristica e l’apostolato ecumenico, quali componenti essenziali e privilegiati della spiritualità delle suore. Olga Gugelmo aveva 28 anni quando entrò fra le Figlie della Chiesa, prendendo il nome di suor Olga della Madre di Dio.
Svolse la sua azione apostolica nelle Case di Treviso, Roma, Ischia, e Mestre (Venezia), tra gli studenti, gli operai e i poveri più abbandonati, nel servizio sociale, sempre congiunta all’insegnamento catechistico, vivendo con ardore l’ideale ascetico della nuova Congregazione, “dal Corpo eucaristico al Corpo mistico”.
Divenne modello di vita consacrata per le sue consorelle, era a Mestre quando improvvisamente fu colpita da meningite cerebro-spinale e qui morì l’11 aprile 1943 a soli 33 anni, fra la costernazione delle consorelle.
Fu sepolta nel cimitero di Mestre, dov’è tuttora e la cui tomba è diventata meta della devozione di tanti fedeli; nell’aprile 1956 fu aperto il processo diocesano per la causa di beatificazione, da parte del patriarca di Venezia, card. Angelo Roncalli; dal 27 settembre 1975 la Causa è a Roma presso la competente Congregazione Vaticana.
E' stata dichiarata Venerabile il 31 ottobre 2013 da Papa Francesco.
Autore: Antonio Borrelli
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