Castel di Lama, Ascoli Piceno, 22 settembre 1873 - Fermo, 26 febbraio 1909
Giovanni Maoloni nacque il 22 settembre 1873 a Castel di Lama, ma si trasferì ancora bambino con la famiglia a Capradosso, frazione di Rotella. Fin dalla prima giovinezza fu ammirato dai conterranei per religiosa pietà verso Dio e disposizione umile di penitenza. Vinti i contrasti familiari, entrò nell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini come fratello laico, col nome di fra Marcellino. Fu caro a Dio e alla gente per la sua bontà verso i sofferenti, per l’assidua mortificazione di sé e chiara intelligenza delle divine verità. Nel 1906 fu inviato a Montegiorgio per assistere un confratello malato di tubercolosi, ma lui stesso si ammalò, tre anni dopo, di peritonite tubercolare. Morì nel convento dei Cappuccini di Fermo il 26 febbraio 1909, a 36 anni. L’8 novembre 2017 papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto sulle virtù eroiche di fra Marcellino, i cui resti mortali riposano nella chiesa dei Cappuccini a Fermo.
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Giovanni Paoloni nacque il 22 settembre 1873 a Villa Sambuco di Castel di Lama, in provincia di Ascoli Piceno. A quattro anni si trasferì con la famiglia a Capradosso, frazione del comune di Rotella, nella stessa provincia.
Lavorava accanto ai familiari nei campi, ma appena aveva un momento libero, lo trascorreva pregando: o nella chiesa del paese, o nel piccolo santuario di Montemisio. Sin da piccolo, portava lo Scapolare della Madonna del Carmelo.
I suoi compaesani ammiravano il suo spirito di preghiera e non si meravigliarono quando seppero che voleva entrare nell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini. Suo fratello maggiore non era dello stesso parere, anzi, glielo proibì con decisione. Alla fine, però Giovanni riuscì nel suo intento, anche se ormai non era più giovanissimo, per l’epoca.
Per qualche tempo risiedette nel convento di San Serafino ad Ascoli. Vestì il saio in quello di Fossombrone a 29 anni, il 27 aprile 1902, assumendo il nome di fra Marcellino da Capradosso. Terminato il noviziato, fu destinato al convento di Fermo, come ortolano e cercatore. Nel 1906 professò i voti perpetui.
Il popolo imparò ad amarlo per la carità e l’umanità che trasparivano dai suoi modi gentili. Se con gli altri era generoso e disponibile, era invece molto esigente con sé stesso: si sottoponeva volontariamente a penitenze e privazioni e aveva uno stile di vita molto austero.
Nel 1906 fu mandato a Montegiorgio, per assistere un confratello malato di tubercolosi, ma si ammalò a sua volta di peritonite tubercolare. L’operazione a cui fu sottoposto, che sopportò con pazienza e tenacia, non gli giovò: morì, a 36 anni, il 26 febbraio 1909.
Al popolo di Fermo lasciò un testamento spirituale, nel quale raccomandava: «Miei cari fratelli e buoni cittadini, vi raccomando di mantenere la fede cristiana e i buoni costumi, la vera concordia e la vera carità di Gesù Cristo». Il suo corpo fu seppellito nella chiesa dei Cappuccini a Fermo.
I processi ordinari sulla sua fama di santità iniziarono nel 1948 presso la diocesi di Fermo e si conclusero nel 1956. Il decreto di validità giuridica fu emesso il 13 gennaio 1995, dopo che era stata necessaria un’indagine suppletiva. La “Positio”, consegnata nel 1998, fu valutata positivamente dai Consultori storici il 13 dicembre 2013.
L’8 novembre 2017, ricevendo in udienza il Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, il cardinal Angelo Amato, papa Francesco ha approvato il decreto con cui venivano riconosciute ufficialmente le virtù eroiche di fra Marcellino da Capradosso.
Autore: Emilia Flocchini
Note:
Per immagini, biografie e segnalazioni di “grazie” ottenute, rivolgersi a:
VICE POSTULAZIONE – CONVENTO CAPPUCCINI
63023 FERMO (AP)
Tel. 0734/219379
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