Home . Onomastico . Emerologico . Patronati . Diz.Nomi . Ricerca . Ultimi . Più visitati



Newsletter
Per ricevere i Santi di oggi
inserisci la tua mail:


E-Mail: info@santiebeati.it


> Home > Sezione P > San Panfilo e compagni Condividi su Facebook

San Panfilo e compagni Martiri di Cesarea di Palestina

Festa: 16 febbraio

† Cesarea, 16 febbraio 309

In un periodo di persecuzione contro i cristiani, il sacerdote Panfilo di Cesarea di Palestina e altri 12 compagni, tra cui cinque egiziani, un giovane della Cappadocia, un soldato romano, un vecchio servo e tre altri cristiani, furono arrestati, torturati e decapitati il 16 febbraio 309. I loro corpi furono esposti alle bestie, ma rimasero intatti e furono poi sepolti in una tomba. I dodici martiri sono venerati dalla Chiesa cattolica e ortodossa il 16 febbraio, in quanto esempio della fede e della tenacia dei primi cristiani, disposti a sacrificare la propria vita per la loro religione.

Martirologio Romano: A Cesarea in Palestina, santi martiri Elia, Geremia, Isaia, Samuele e Daniele: cristiani di Egitto, per essersi spontaneamente presi cura dei confessori della fede condannati alle miniere in Cilicia, furono arrestati e dal governatore Firmiliano, sotto l’imperatore Galerio Massimiano, crudelmente torturati e infine trafitti con la spada. Dopo di loro ricevettero la corona del martirio anche Panfilo sacerdote, Valente diacono di Gerusalemme, e Paolo, originario della città di Iamnia, che già avevano trascorso due anni in carcere, e anche Porfirio, domestico di Panfilo, Seleuco di Cappadocia, di grado avanzato nell’esercito, Teodúlo, anziano servitore del governatore Firmiliano, e infine Giuliano di Cappadocia, che, tornato proprio in quel momento da un viaggio, dopo aver baciato i corpi dei martiri, si rivelò come cristiano e per ordine del governatore fu bruciato a fuoco lento.


In un periodo di persecuzione contro i cristiani, Panfilo, sacerdote di Cesarea di Palestina, e altri 12 compagni, tra cui cinque egiziani, Giuliano, Seleucio, Porfirio, Teodulo, Valente e Paolo, furono arrestati, torturati e decapitati il 16 febbraio 309. I loro corpi furono esposti alle bestie, ma rimasero intatti e furono poi sepolti in una tomba. I dodici martiri sono venerati dalla Chiesa cattolica e ortodossa il 16 febbraio.
L'episodio dei dodici martiri di Cesarea di Palestina è un esempio della fede e della tenacia dei primi cristiani, che furono disposti a sacrificare la propria vita per la loro religione. I loro nomi sono ancora oggi ricordati e celebrati come testimoni della fede cristiana.
Il periodo storico in cui avvenne il martirio dei dodici martiri di Cesarea di Palestina è quello della persecuzione di Diocleziano, che iniziò nel 303 e terminò nel 313 con l'Editto di Milano. In questo periodo, l'imperatore Diocleziano e il suo collega Galerio ordinarono una serie di misure repressive contro i cristiani, tra cui l'arresto, la tortura e la morte.
Panfilo era un sacerdote di Cesarea di Palestina, città in cui si trovava una delle più importanti scuole teologiche dell'epoca. Era un discepolo del filosofo Origene e si era dedicato allo studio della Bibbia e della teologia cristiana.
I cinque egiziani che furono martirizzati insieme a Panfilo erano membri di un gruppo di cristiani che erano stati condannati alle miniere di Cilicia.
Juliano era un ragazzo originario della Cappadocia che, al ritorno da un viaggio, si avvicinò ai corpi dei martiri per baciarli. Fu arrestato e poi arso a fuoco lento.
Seleucio era un soldato romano che, dopo aver assistito alle torture e al martirio di Porfirio, un adolescente servo, fu arrestato e crocifisso.
Porfirio fu il primo dei dodici martiri a essere decapitato.
Teodolo era un vecchio cristiano che era servitore della casa del governatore di Cesarea. Fu crocifisso.
Valente, Paolo e Panfilo furono decapitati dopo due anni di acuta e tormentata prigionia.
I corpi dei dodici martiri furono esposti alle bestie, ma rimasero intatti. Furono poi sepolti in una tomba e la loro tomba divenne un luogo di pellegrinaggio per i cristiani.
I dodici martiri di Cesarea di Palestina sono venerati dalla Chiesa cattolica e ortodossa il 16 febbraio.

Autore: Franco Dieghi
 


 

San Panfilo presbitero fa parte di un gruppo di 12 martiri di Cesarea di Palestina, commemorati tutti insieme al 16 febbraio, anche nel moderno ‘Martirologio Romano’ e tradizionalmente s. Panfilo è posto a capolista, avendo avuto un culto distinto nei diversi calendari, specie in Occidente.
Il sacerdote Panfilo è citato soprattutto da Eusebio di Cesarea, nella sua “Storia Ecclesiastica”; al tempo dell’imperatore Galerio († 311), con Urbano come governatore di Cesarea, la persecuzione contro i cristiani, infuriava con estrema durezza; fra questi perseguitati vi era Panfilo che Eusebio classifica “il più caro dei miei amici e per il suo valore, il più glorioso dei martiri della nostra età”.
Egli era di nobili origini e sembra che fosse nativo di Berito, poi trasferitosi a Cesarea, dove si dedicò alle scienze religiose, venendo ordinato sacerdote; fu discepolo del filosofo Origene (185-254).
Urbano lo interrogò, volendo conoscere prima le sue cognizioni letterarie e di filosofia e poi lo obbligò a sacrificare agli dei. Panfilo si rifiuta nonostante le minacce e la furia di Urbano, il quale dà ordine di sottoporlo a durissime torture, personalmente dispone che gli vengano applicate delle unghie di ferro ai fianchi, con insistenza e cattiveria; alla fine lo fa gettare in prigione, dove erano detenuti altri cristiani.
Subito dopo Urbano viene destituito dalla carica e sostituito da Firmiliano, comunque Panfilo ed i compagni di cella, restano in prigione circa due anni; dopo questo tempo arrivano cinque cristiani egiziani Elia, Geremia, Samuele, Isaia e Daniele, i quali insieme a Panfilo e altri due compagni di prigione, Valente e Paolo, vengono condotti davanti al giudice e come ormai è risaputo per tutti i martiri, essi sono sottoposti all’interrogatorio, alle torture, prima gli egiziani e poi gli altri e alla fine condannati alla decapitazione.
Il racconto di s. Eusebio prosegue nominando Porfirio, che protesta pubblicamente per la condanna, il quale viene arrestato e subirà per primo la decapitazione. Successiva vittima fu Seleucio che veniva a comunicare a Panfilo la morte di Porfirio, arrestato e condannato anche lui, viene giustiziato sbrigativamente; dopo viene l’esecuzione di tutti gli altri; i martiri vittime della persecuzione sono diventati dieci, a loro si aggiungono Teodulo e Giuliano.
I corpi dei dodici martiri, per ordine di Firmiliano restano esposti alla fame delle bestie per quattro giorni e quattro notti, ma dopo tale tempo essi rimasero intatti, così ebbero dei funerali adeguati e deposti in una tomba. I martiri rimasero vittime della persecuzione iniziata nel 307, quindi morirono tutti insieme il 16 febbraio dell’anno 309, ma alcuni studiosi calcolano che fosse il 310.
Il gruppo pur subendo le prevedibili contraddizioni, legate alla lontananza nel tempo e degli errori che lungo i secoli e millenni, si sono verificati nelle traduzioni e trascrizioni, sono riportati in tutti i Martirologi Orientali ed Occidentali.
Anche le reliquie sono state poi divise, di alcuni di essi Panfilo, Teodulo, Porfirio, Paolo, le reliquie furono portate a Costantinopoli per la dedicazione della prima chiesa di S. Sofia ai tempi dell’imperatore Costante (320-350).
A conclusione, ricordiamo i nomi dei dodici santi martiri di Cesarea di Palestina, cui l’odio anticristiano di ottusi governatori della zona, tolse loro la vita terrena, ma aprendo per sempre il godimento eterno dei cieli e il ricordo perenne del loro sacrificio, che dopo 2000 anni, viene ancora celebrato.
I cinque egiziani Elia, Geremia, Isaia, Samuele e Daniele che avevano accompagnato un gruppo di cristiani condannati alle miniere della Cilicia; Giuliano originario della Cappadocia che al ritorno da un viaggio si avvede dei corpi dei martiri e si avvicina per baciarli, venendo arrestato e poi arso a fuoco lento; Seleucio dal fisico eccezionale, che fa da nunzio per la morte di Porfirio e che già soldato dell’armata romana, era divenuto emulo degli asceti; Porfirio adolescente servo, decapitato e fatto a pezzi; Teodulo vecchio cristiano, servitore della casa del governatore che venne crocifisso; Valente, Paolo e Panfilo decapitati dopo due anni di acuta e tormentata prigionia.


Autore:
Antonio Borrelli

______________________________
Aggiunto/modificato il 2024-01-15

___________________________________________
Translate this page (italian > english) with Google

Album Immagini


Home . Onomastico . Emerologico . Patronati . Diz.Nomi . Ricerca . Ultimi . Più visitati