Nata nel VII secolo da nobile famiglia carolingia, Begga si sposò e rimase vedova. Allora - sull'esempio della madre, santa Itta, che alla morte del marito, il beato Pipino di Landen, si era ritirata nel monastero belga di Nivelles - fondò Notre-Dame ad Andenne-sur-Meuse (Belgio), di cui fu badessa. Le si attribuì la fondazione di sei oratori intorno alla chiesa principale: perciò il luogo fu detto "sept-eglises". È considerata, dal XV secolo, l'iniziatrice del movimento delle beghine, per assonanza e perché la scelsero come patrona. (Avvenire)
Martirologio Romano: Ad Andenne nel Brabante, nell’odierno Belgio, santa Begga, vedova, che, dopo la morte del marito, fondò il monastero della Beata Maria Vergine secondo le regole dei santi Colombano e Benedetto.
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La Vita sanctae Beggae viduae fu redatta nel XII sec. con la fusione di elementi desunti da una Vita di s. Gertrude dell'VIII sec., di reminiscenze classiche e invenzioni fantastiche. Begga nacque da nobilissima famiglia: figlia del b. Pipino di Landen (m. 640) e di s. Itta (o Iduberga), fondatrice del monastero di Nivelles (m. 652), ebbe per fratelli lo sventurato Grimoaldo, che morì nel 663 vittima di intrighi cortigiani, e s. Gertrude, badessa a Nivelles fino al 659, anno della sua morte. Begga sposò uno dei figli di s. Arnolfo di Metz, Ansegiso o Ansegisello, domesticus alla corte di Sigeberto III (m. 656) e dì Childerico Il (m. 675) e firmatario di alcuni diplomi nel 670. Ansegiso è generalmente confuso col nobile Adalgysel della Cronaca di Fredegario o della carta di fondazione di Cugnon (645-47). Dopo la morte del marito, avvenuta nel 685, Begga fondò e intitolò a Notre-Dame un monastero ad Andenne-sur-Meuse (Belgio), in un terreno di sua proprietà. Nell'abbandonare il mondo Begga s'ispirò al comportamento della madre Itta che, alla morte del marito, si era rinchiusa nel monastero di Nivelles (Belgio), da lei fondato. E proprio ad Agnese, badessa di Nivelles, ella si rivolse per ottenere libri, reliquie e suore con cui sostenere la sua fondazione di Andenne. Si attribuiva, inoltre, a Begga la fondazione di sei oratori che, disposti intorno alla chiesa principale, rappresentavano le sette basiliche di Roma e valsero ad Andenne il nome dì "sept-tglises", ad septem ecclesias. Le monache di Nivelles praticavano probabilmente la regola di s. Colombano, se si considerano i costanti legami dell'abbazia (consolidatasi sotto la vigile protezione di Amando, Foillano e Ultano, fratelli questi di s. Furseo) coi monaci irlandesi. Ma nel 691 la regola importata ad Andenne era mista di elementi desunti dalle regole di s. Colombano e di s. Benedetto. La Vita leggendaria pone la morte di B. al 709, attribuendole un viaggio a Roma sotto il papa Adriano I, eletto in realtà nel 772. Al tempo della redazione della Vita il monastero di Andenne fu secolarizzato e affidato a canonichesse nobili con prebende; l'autore descrive questo regime come se fosse quello della fondazione. Begga fu onorata come santa subito dopo la morte; il suo nome, assente negli antichi martirologi, è passato, dai calendari dell'XI sec. al Martirologio Romano, al 17 dic. Per la somiglianza dei nomi, a partire dal XV sec. si è considerata Begga come iniziatrice del movimento delle beghine, ed è esistita una pia letteratura che, specialmente nei paesi fiamminghi, illustra e difende questa teoria, nata, invece, dal fatto che le beghine scelsero Begga come patrona.
Autore: Henry Platelle
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