Tours, Francia, 28 ottobre 1599 – Quebec, Canada, 30 aprile 1672
Nacque il 28 ottobre 1599 a Tours in Francia, in una famiglia di panettieri. Fin da giovane il suo percorso esistenziale fu segnato da esperienze mistiche, che la convinsero di essere chiamata a una vita religiosa. Ma per lei la famiglia aveva altri progetti: nel 1617 sposò il proprietario di un setificio. Dall’unione, il 2 aprile 1619, nacque il figlio Claudio. Appena sei mesi dopo Maria rimase vedova e le toccò farsi carico sia dell’educazione del figlio, il quale poi si fece religioso, che dell’azienda.
La sua vita da «manager», però, non interruppe le esperienze mistiche che la spingevano sempre di più verso la consacrazione. Ma questo per lei non significò abdicare ai doveri della vita familiare o rinunciare alla difficile impresa di portare avanti il setificio, in un contesto in cui le donne non avevano alcun ruolo rilevante nella vita economica. È innegabile che questa esperienza le insegnò a coniugare la vita dello spirito con la vita attiva in mezzo agli uomini.
In quel periodo intraprese un cammino spirituale assieme a Raimondo di san Bernardo, religioso dei fogliantini (congregazione soppressa dalla Rivoluzione), il quale l’accompagnò fino alla scelta di entrare tra le orsoline di Tours il 21 gennaio 1631 ed emettendo la professioni religiosa il 15 gennaio 1633. Intanto le visioni continuavano e la spingevano a percepire la grandezza della missione cui era chiamata: offrire la vita di Dio, di quella Trinità che le si era manifestata durante le esperienze mistiche, a tutti gli uomini.
La sua vocazione missionaria maturò grazie al contatto epistolare con i gesuiti missionari in Canada. Dopo aver conosciuto Madame de la Peltrie, una vedova di Alençon, che intendeva fondare nel Nuovo Mondo un convento per l’educazione delle bambine native americane, Maria decise di partire per il Québec, dove arrivò il 1° agosto 1639. Là portò avanti con determinazione la sua attività: costruì un convento, che venne distrutto da un incendio e che fu subito sostituito da una nuova casa religiosa. E qui nel tempo arrivarono numerose religiose, provenienti da congregazioni diverse. Per loro Maria scrisse una nuova regola, che fu approvata nel 1662 dal vescovo Francesco de Laval. Per la diffusione del Vangelo tra i nativi americani, Maria imparò le loro lingue e scrisse per loro catechismi, grammatiche, dizionari. Inoltre sostenne i missionari, che in quegli anni subirono numerosi martirii. Provata da una salute malferma, nel 1669 lasciò la guida del convento. Morì il 30 aprile 1672 lasciando una comunità di suore che diventeranno le Orsoline del Canada.
Martirologio Romano: Nel Québec in Canada, beata Maria dell’Incarnazione Guyart Martin, che, madre di famiglia, dopo la morte del marito affidò il figlioletto alle cure della sorella e, fatta la professione religiosa tra le Orsoline, aprì una loro casa in Canada, compiendo molte opere insigni.
|
Maria Guyart nacque a Tours in Francia il 28 ottobre 1599, i genitori Fiorenzo Guyart e Giovanna Michelet erano panettieri, e educarono la figlia ad una vita austera e cristiana.
Pur avendo avuto già da piccola esperienze mistiche, verso i quindici anni, era il 1614, avvertì la vocazione religiosa; ma secondo le consuetudini del tempo, il padre scelse per lei il matrimonio e in obbedienza alla volontà paterna, Maria accettò.
Quindi nel 1617 a 18 anni, sposò Claudio Martin piccolo proprietario di un setificio; dopo due anni il 2 aprile 1619 nacque il figlio Claudio, ma la serenità della famiglia durò poco, perché il 10 ottobre dello stesso 1619 rimase vedova e a 20 anni si trovò gravata dei debiti della piccola azienda e coinvolta in alcuni processi.
Costretta dalla situazione, per i successivi dieci anni Maria Guyart, si dedicò all’educazione del figlio e con coraggio prese in mano gli affari aziendali, sbrigandoli con grande responsabilità.
Presa da queste occupazioni, rifiutò le seconde nozze, orientandosi verso una vita di contemplazione nell’attività, che la fa collocare fra le grandi mistiche della Chiesa. Nel 1620 ebbe una “visione del sangue”, che ella chiamò la sua conversione, alle quali seguirono tre visioni trinitarie; l’anno successivo fece il voto di castità, nel contempo un suo cognato Paolo Buisson la invitò ad aiutarlo nel suo lavoro.
Inizialmente s’interessò di sbrigare tutte le faccende di casa, finché nel 1625 le fu affidata l’amministrazione generale dell’impresa di trasporti del cognato. Siamo nel XVII secolo e ci sembra quasi da non credere che una donna di circa 26-27 anni, vedova con un figlio, fosse a capo di aziende sia pure modeste, in un contesto storico sociale che emarginava in genere la donna e poi nel difficile ambiente di un porto fluviale sulla Loira; comunque Maria pur impegnatissima nelle sue multiformi attività, mantenne sempre una stretta visione con Dio, in una vita attiva-contemplativa.
Dal 1624 in poi, ebbe varie intense visioni di Cristo, estasi che la facevano sentire perduta in un oceano d’amore; e fu in questo periodo che si fece sempre più struggente in lei, il desiderio di consacrarsi totalmente a Dio, guidata spiritualmente dal religioso Raimondo di san Bernardo, fogliantino (Cistercensi riformati nel 1577 da Jean de La Barrière, abate di Feuillant, Ordine poi soppresso dalla Rivoluzione Francese).
Indecisa fra le Carmelitane e le Cistercensi riformate (Fogliantine), alla fine scelse le Orsoline di Tours, fra le quali entrò il 21 gennaio 1631; fu accompagnata alla porta del monastero dal figlio, il quale fu affidato alla sorella, dopo aver resistito ad accondiscendere alla decisione della madre, da lui ritenuta troppo grave.
In seguito lui stesso diverrà benedettino e sarà il primo biografo della madre, essendo quello che più di tutti ne aveva conosciuto il misticismo e le virtù.
Maria Guyart, vedova Martin prese il velo il 25 marzo 1631, cambiando il nome in Maria dell’Incarnazione e dopo aver fatto il noviziato, emise la professione religiosa il 25 gennaio 1633. Intanto nel maggio 1631 ebbe la terza visione della Trinità, sentendosi rapire in Essa, ma la sua vita non fu solo visioni ed estasi, perché sentì che Dio l’avvolgeva di tenebre e aridità; assillata da oscurità spirituali e tentazioni, mantenne ugualmente in quella che i mistici chiamano “la notte dello spirito”, l’unione con Dio, con il dono della comprensione della Sacra Scrittura che ha dell’eccezionale.
Divenne ben presto Maestra delle Novizie; il periodo in cui visse come suora, vide il cattolicesimo impegnato in una fase di rinnovamento; nel 1622 papa Gregorio XV aveva istituito la Congregazione di ‘Propaganda Fide’ per aiutare i tanti missionari che partivano per le terre lontane, specie del Nuovo Mondo americano, e in questa atmosfera Maria maturò ancor di più la sua vocazione missionaria; il suo corpo era nel monastero, ma il suo spirito volava lontano.
Intraprese una corrispondenza con i missionari gesuiti del Canada; nel 1639 si mise in contatto con Madame de la Peltrie, una vedova di Alençon, che intendeva fondare nel Quebec un convento per l’educazione delle bambine indiane.
Appena la vide, Maria dell’Incarnazione riconobbe in lei la persona vista in un suo sogno e il 22 febbraio 1639 lasciò Tours per Parigi, con la compagnia della giovane suora Maria di S. Giuseppe, rimanendovi due mesi per sbrigare i preparativi della fondazione.
Il 4 maggio 1639 partì da Dieppe, insieme a tre agostiniane ospedaliere, imbarcata sulla nave “Saint Joseph” per l’America del Nord, dove sbarcò il 1° agosto 1639. Subito suor Maria si stabilì a Québec e vi costruì un convento e quando questo fu distrutto da un incendio, ne costruì un altro più grande; nel contempo arrivarono altre suore e ben presto fu costretta a scrivere nuove Regole e Costituzioni, adatte alle nuove esperienze ed esigenze.
Senza mai uscire dal convento imparò i dialetti degli indiani Algonchini, Montagnesi e Uroni e per loro scrisse catechismi, grammatiche e dizionari, occupandosi nel contempo dei bambini indiani, ai quali forniva nutrimento, assistenza ed educazione.
Era l’angelo custode dei missionari, che accompagnava con la sua preghiera e tramite la corrispondenza epistolare interessava quanti più poteva, all’ideale e necessità missionarie. In quegli anni dal 1642 al 1649 subirono il martirio in Canada, ben otto missionari gesuiti (Isacco Jogues, ecc.) e Maria dell’Incarnazione, fu invitata visto il pericolo, a ritornare in Francia, ma lei non volle abbandonare il suo “centro” come definiva il Canada; anzi nel maggio del 1653 fu ispirata ad offrirsi in olocausto a Dio per il bene di quella terra.
Continuò intrepidamente ad avere una vita contemplativa e attiva, con semplicità ed equilibrio, finché nel 1669 fu liberata dalla responsabilità di Superiora, a causa delle malferme condizioni di salute, che continuarono ad aggravarsi e il 30 aprile 1672 morì a Québec, lasciando una Comunità di una trentina di suore, dalle quali sarebbero derivate le “Orsoline del Canada”.
Le sue spoglie riposano nell’Oratorio accanto alla Cappella delle Orsoline di Québec; per il suo ruolo di maestra di vita spirituale e di promotrice di opere evangeliche, gode di tale stima nella storia canadese, da essere considerata la ‘madre’ della Chiesa Cattolica del Canada.
Madre Maria dell’Incarnazione Guyart fu beatificata da papa Giovanni Paolo II il 22 giugno 1980. Papa Francesco ha decretato la sua canonizzazione equipollente in data 3 aprile 2014 ed il 12 ottobre 2014 ha presieduto la celebrazione in piazza San Pietro a Roma in cui è stata proclamata santa.
Autore: Antonio Borrelli
|