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Sant' Ottone Frangipane Eremita

Festa: 23 marzo

Roma, 1040 circa - Ariano, 1127 circa

Nato a Roma intorno al 1040 dalla nobile famiglia dei Frangipane, Ottone visse una giovinezza avventurosa, partecipando a spedizioni militari e subendo anche la prigionia. Liberato per intercessione divina, intraprese un pellegrinaggio quasi cinquantennale che lo condusse in diverse parti del mondo cristiano, forse vestendo l'abito benedettino e incontrando figure come San Guglielmo da Vercelli. Nel 1117 giunse ad Ariano Irpino, dove per tre anni gestì un ospizio per pellegrini, dando esempio di carità. Attratto dalla vita eremitica, si ritirò in una cella vicino alla chiesa di San Pietro Apostolo, dove condusse una vita di austerità, preghiera e penitenza, compiendo miracoli che alimentarono la devozione popolare. Morì nel 1127.

Patronato: Ariano Irpino (AV)

Martirologio Romano: Ad Ariano Irpino in Campania, sant’Ottone, eremita.


Secondo la tradizione arianese, S. Ottone nacque a Roma verso il 1040 e discendeva dalla nobile famiglia dei Frangipane.
Verso il 1058-1060, S. Ottone dovette partire, come i coetanei del suo rango, in qualche spedizione militare, forse a favore del papa.
In una di queste, Ottone fu catturato dagli avversari e imprigionato. Liberato dalla prigione per intervento divino, per intercessione di S. Leonardo di limoges, tornò a Roma. Da lì si mise in pellegrinaggio a visitare devotamente vari santuari cristiani per varie regioni del mondo.
I pellegrinaggi durarono quasi 50 anni. Si è pensato che durante questi anni Ottone abbia vestito i panni dell’Ordine benedettino e che abbia vissuto per un certo tempo nell’Abazzia della SS. Trinità di Cava dei Tirreni e che abbia visitato S. Guglielmo da Vercelli a Montevergine.
Dopo lungo pellegrinare, il santo giunse ad Ariano Irpino verso il 1117. Qui Ottone per tre anni gestì un ospizio per pellegrini, che egli stesso aveva fondato, dando esempi di carità, finchè non decise di ritirarsi a vita eremitica, a quasi un miglio dalla città, nella chiesa di S Pietro apostolo, oggi ancora esistente e chiamata S. Pietro de’ reclusiis.
Accanto alla chiesa si costruì una piccola cella e vi si rinchiuse. Qui, S. Ottone compì molti miracoli. Nel suo romitaggio, il santo aumentò l’austerità, prolungò le sue vigilie di preghiere, diminuì il cibo e aumentò le penitenze. Nella piccola cella scavò una fossa a mò di sepolcro per ricordare a sé stesso la morte, come monito a vivere santamente.
Nel 1127, dopo sette anni di eremitaggio e 10 anni trascorsi ad Ariano, S. Ottone morì.
Appena gli arianesi appresero della morte del santo, essi si recarono commossi alla sua cella. Desposto il corpo del santo su un carro, gli arianesi lo portarono in processione in cattedrale, ove il vescovo di Ariano lo fece deporre in un posto d’onore.
Il culto degli arianesi verso S. Ottone dovette iniziare assai presto. Certo comunque doveva già esistere quando gli arianesi, per mettere al sicuro il corpo del santo dalle incursioni saracene, lo traslarono a Benevento. Questo dovette accadere nel 1220 sotto Federico II quando i saraceni costituivano una minaccia in Puglia e nelle nostre zone.
Tra i prodigi operati dal santo dopo la morte, la tradizione tramanda quello avvenuto tra gli anni 1175-1190 quando con una gragnuola di pietre caduta dal cielo per intercessione di S. Ottone, apparso tra le nuvole, i saraceni furono respinti dall’assedio della città. In ricordo di questo avvenimento ad Ariano fu costruita una chiesa S. Maria della Ferma.
Fra i miracolati del santo vi fu anche Sant'Eleazario (o Elzeario o Elsiario) de’ Sabran, che divenne conte e anch’esso patrono di Ariano.
Molto noto è il voto che gli arianesi fecero nel 1528 a S. Ottone in tempo di peste per esserne liberati. In altre circostanze, dice la tradizione, Ariano fu salvata o preservata dalla peste dal santo.
S. Ottone è molto venerato anche nella città di Castelbottaccio, nel Molise, dove è il patrono.
Ad Ariano i maggiori centri di culto del santo sono la cappella di S. Ottone, la principale della cattedrale, e la antica chiesa di S. Pietro de’ reclusiis. Il più bel monumento dedicato a S. Ottone ad Ariano è sicuramente la statua del santo posta nel 1502 dall’allora vescovo di Ariano, Nicola degli Ippoliti, nella nicchia sovrastante il portone destro della facciata della cattedrale. Sotto la nicchia è scolpito questo bel distico: “ASSURGAS QUICUMQE POTES SPECTARE FIGURAM NAM PATER EST URBIS NOMINE DIVUS OTHO” (Salga ai suoi piedi chiunque vuol vedere la sua immagine, perché il patrono della città si chiama Ottone).
Ad Ariano Irpino il santo è solennemente festeggiato il 23 marzo e nell’ottava dell’Assunta.


Autore:
Francesco Roccia

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Aggiunto/modificato il 2004-03-04

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