Casalmedinho (Viseu), Portogallo, 5 marzo 1848 – 6 gennaio 1913
Rita López de Almeida nacque a Casalmedinho, nella diocesi portoghese di Viseu, il 5 marzo 1848. Aspirò alla santità fin dalla giovinezza e cominciò a svolgere un audace apostolato per riportare sulla retta via persone traviate. Allo stesso tempo insegnava il catechismo in parrocchia. Dopo anni di discernimento fondò nella povertà, il 24 settembre 1890, il suo primo collegio per le bambine povere e abbandonate, lavorando così alla promozione umana e cristiana della donna. Con le sue collaboratrici dette vita all’Istituto di Gesù Maria Giuseppe. Madre Rita Amata e la sua opera attraversarono difficoltà, umiliazioni e persecuzioni. Per assicurare un futuro al suo Istituto inviò alcune suore in Brasile. Morì poco dopo, il 6 gennaio 1913, a Casalmendinho, dove si era ritirata, tre anni prima, a causa della persecuzione contro la Chiesa cattolica in Portogallo. Fu beatificata il 28 maggio 2006 sulla piazza della cattedrale di Viseu, sotto il pontificato di papa Benedetto XVI. I suoi resti mortali sono venerati dal 2007 nella cappella dell’Istituto di Gesù Maria e Giuseppe a Viseu, mentre la sua memoria liturgica ricorre il 24 settembre, giorno anniversario della fondazione dell’Istituto.
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I primi anni
Quarta dei sette figli di Manoel López e di Josefa de Almeida, Rita López de Almeida nacque a Casalmedinho, un piccolo insediamento nella diocesi portoghese di Viseu, il 5 marzo 1848. Ricevette il Battesimo il 13 marzo seguente. I genitori ebbero molta cura nell’impartirle una buona educazione e formazione.
Crebbe in un ambiente familiare molto religioso. Fin da ragazzina, rivelò una speciale devozione per l’Eucaristia, per la Madonna e per san Giuseppe. Era anche molto interessata alle vicende che vedevano protagonista papa Pio IX, costretto a fuggire dallo Stato Pontificio.
Una vocazione in tempi difficili
Da giovane avvertì sempre più forte la chiamata di Dio alla vita consacrata, maturata nel contatto con le Suore Benedettine del Convento di Gesù di Viseu, le quali le avevano anche fornito alcuni strumenti di penitenza corporale.
Tuttavia, le condizioni politiche del Portogallo, che negli anni ’30 dell’Ottocento era in mano alla Massoneria, non erano favorevoli: erano stati requisiti i beni ecclesiastici e chiuse tutte le Case religiose, sia maschili che femminili, impedendo l’ammissione di nuovi membri.
Apostola laica, consacrata nel cuore
Pertanto Rita, con l’aiuto del suo confessore, in attesa di tempi migliori per attuare la sua vocazione, prese a dedicarsi alla formazione delle fanciulle, andando per i villaggi a pregare con la gente, insegnando a recitare il Rosario.
Avvicinava anche le persone che non vivevano cristianamente per riportarle sulla retta via, ricevendo, a volte, minacce di morte. Sentendosi intimamente già consacrata, rifiutò sempre qualsiasi offerta di matrimonio, anche da parte di ricchi pretendenti.
Una prima esperienza religiosa
A ventinove anni, riuscì a entrare in una congregazione di suore di origine francese, tollerate in Portogallo sia per la provenienza estera, sia perché con finalità caritative, ma l’esperienza non diede buon esito: Rita, infatti, aveva riconosciuto che il carisma di quelle religiose non collimava con l’apostolato a cui si sentiva incline.
D’accordo con il gesuita padre Francesco Pereira, entrò in un collegio, per acquisire esperienza pratica per le relazioni burocratiche con le autorità civili; ne uscì a trentadue anni, forte di un bagaglio culturale e pratico.
Nascita dell’Istituto delle Suore di Gesù Maria Giuseppe
Vincendo ogni difficoltà, riuscì a fondare nella parrocchia di Ribafeita, il 24 settembre 1880, un collegio e l’Istituto delle Suore di Gesù Maria Giuseppe, con la finalità dell’educazione delle giovani. Le autorità di Viseu, Lamego e Guarda tendevano a volere la chiusura di quell’opera, ma essa si estese in breve tempo in altre diocesi portoghesi.
Madre Rita Amata di Gesù, come si chiamò dopo la fondazione, aprì il primo Noviziato a Tourais sotto la guida dei Gesuiti. L’Istituto ebbe l’approvazione pontificia il 10 maggio 1902, da parte di papa Leone XIII.
La persecuzione della Chiesa in Portogallo
Non mancarono difficoltà di ordine economico, ma anche personale, per i contrasti con alcune consorelle. Inoltre, nel 1910, con l’inizio della Repubblica, si scatenò una dura persecuzione contro la Chiesa Cattolica in Portogallo, con l’abolizione degli Istituti religiosi.
Anche madre Rita vide confiscati i beni della sua comunità e dovette ritirarsi nel suo paese natale. Riuscendo a mantenere un contatto con alcune delle suore disperse, riprese a fare vita comune in una umile casa.
L’invio delle suore in Brasile e la morte di madre Rita
Fu anche in grado d’inviare alcune suore in Brasile, le quali, l’8 dicembre 1912, aprirono un collegio a Igarapava, presso Ribeirão Preto; fu la prima di molte spedizioni missionarie. L’Istituto di Gesù, Maria e Giuseppe, negli anni seguenti, arrivò ad avere una numerosa presenza di religiose e novizie brasiliane, così da trasferire nel 1914 la Casa Generalizia a San Paolo del Brasile.
Madre Rita, pochi mesi dopo l’invio delle prime suore in Brasile, morì il 6 gennaio 1913, a Casalmedinho. Il funerale fu celebrato dal Vicario generale della diocesi di Viseu, come atto di riconoscenza per il dono che lei era stata per la Chiesa e il mondo.
La causa di beatificazione e canonizzazione fino al decreto sulle virtù eroiche
La Santa Sede concesse il 2 settembre 1991 il nulla osta per l’inizio della causa di beatificazione, la cui inchiesta diocesana si svolse a Viseu dal 4 dicembre 1991 al 23 ottobre 1994. Gli atti dell’inchiesta diocesana ottennero il decreto di convalida il 7 aprile 1995.
La “Positio super virtutibus”, consegnata nel 1997, passò all’esame dei Consultori Teologi della Congregazione delle Cause dei Santi, i quali, il 13 maggio 2003, diedero parere positivo circa l’esercizio in grado eroico delle virtù cristiane da parte di madre Rita. Analogo parere venne fornito dai cardinali e dai vescovi membri della stessa Congregazione, l’11 novembre 2003. Il 20 dicembre 2003, alla presenza del Papa san Giovanni Paolo II, fu promulgato il decreto con cui madre Rita veniva dichiarata Venerabile.
Il miracolo per la beatificazone
Come possibile miracolo per ottenere la sua beatificazione fu preso in esame il caso di Esméria Taveiro Cintra, una donna brasiliana affetta da una malattia letale all’intestino, che nemmeno undici operazioni chirurgiche avevano risolto. Insieme a sua figlia, suor Veronica, dell’Istituto di Gesù Maria Giuseppe, iniziò a pregare chiedendo espressamente l’intercessione di madre Rita. La donna fu sottoposta a un’ulteriore operazione, unicamente per alleviare le sue sofferenze: tuttavia, il 29 dicembre 1994, fu dichiarata guarita.
L’inchiesta diocesana sul presunto miracolo si svolse dal 27 luglio 1998 al 13 agosto dello stesso anno; gli atti relativi furono convalidati il 19 febbraio 1999.
Verso la beatificazione
La Consulta Medica della Congregazione delle Cause dei Santi, riunita l’11 marzo 2004, riconobbe che la guarigione non era riconducibile alle cure mediche e risultava impossibile da spiegare secondo le conoscenze scientifiche del tempo, oltre a essere completa, rapida e duratura. I Consultori Teologi, il 7 settembre 2004, confermarono il nesso tra l’invocazione a madre Rita e l’effettiva guarigione, ribadito dai cardinali e dai vescovi della Congregazione delle Cause dei Santi il 9 novembre 2004.
Il 20 dicembre 2004, alla presenza di papa Giovanni Paolo II, venne promulgato il decreto che confermava la guarigione di Esméria come miracolo ottenuto per intercessione di madre Rita.
La beatificazione
La beatificazione avrebbe dovuto svolgersi nell’aprile 2005 a Roma, però venne rinviata a causa della morte del Pontefice. Il successore, papa Benedetto XVI, promulgò le Norme per le quali le beatificazioni si dovevano tenere nella diocesi in cui il candidato agli altari era morto o in altro luogo analogo.
Quella di madre Rita fu quindi una delle prime celebrate in quel modo: si tenne infatti sulla piazza della cattedrale di Viseu il 28 maggio 2006, presieduta dal cardinal José Saraiva Martins, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, come delegato del Santo Padre.
La memoria liturgica della nuova Beata fu fissata al 24 settembre, giorno anniversario della fondazione dell’Istituto di Gesù Maria Giuseppe. I suoi resti mortali, precedentemente sepolti nel cimitero di Viseu, sono venerati dal 2007 nella cappella delle Suore di Gesù Maria Giuseppe a Viseu, posti in un’artistica urna di bronzo, opera dell’artista Alessandro Verdi di Bergamo.
Il suo carisma oggi
Quasi vent’anni dopo la morte di madre Rita, nel 1934, un gruppo di suore sbarcò in Portogallo e vi fondarono una provincia religiosa. Oggi l’Istituto è presente anche in Angola, Bolivia, Paraguay e Mozambico. Il suo carisma è condiviso dalla Fraternità Gesù Maria Giuseppe per laici.
Autore: Antonio Borrelli ed Emilia Flocchini
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