Maria Ferrari nacque il 29 marzo 1824 a L’Aquila, ultima dei 12 figli dell’ingegnere Sabatino Ferrari e di Luisa Rotilio molto nota per la sua dedizione ai poveri.
Questa dedizione divenne sin dall’adolescenza la prima preoccupazione anche di Maria; crebbe vigorosa nello spirito, pia, casta e generosa, anche la sofferenza entrò nella sua giovane vita a rafforzare la sua ricca personalità.
Aveva sui 15 anni quando le morì la sorella Marianna e poco dopo nel 1839 le morì anche il padre; essendo la più piccola della numerosa famiglia, volle rimanere vicino alla madre per aiutarla nell’amministrazione del ricco patrimonio familiare.
Nel 1840 ebbe la grande consolazione di vedere il fratello Luigi ordinato sacerdote, ma che purtroppo morì dopo solo sette anni di ministero.
Senza abbattersi per questi lutti, Maria rafforzò la sua fede e l’operosa carità e nel 1856 fu benefattrice dell’asilo per le fanciulle abbandonate, aperto a L’Aquila dalle Suore Stimmatine.
Il vescovo della città mons. Luigi Filippi, con il quale aveva instaurato un rapporto di sincera e profonda fiducia, divenne il suo consigliere e direttore spirituale.
In quel periodo storico di grandi trasformazioni politiche e di eventi bellici, i Borboni sovrani del Regno delle Due Sicilie, che comprendeva anche l’Abruzzo, nel 1860 decaddero e subentrarono a L’Aquila i soldati di Giuseppe Garibaldi; il vescovo Filippi dovette fuggire in esilio durato fino al 1866.
Con i Sabaudi iniziò un processo di laicizzazione dei territori occupati, che portò nel 1863 nella sola città de L’Aquila alla soppressione di ben 75 case religiose, provocando lo sbando e il disagio di migliaia di assistiti rimasti abbandonati.
Maria Ferrari moltiplicò la sua beneficenza e il vescovo, rientrato in sede, le affidò la protezione delle fanciulle povere raccolte nell’ospizio di S. Anna. Maria accettò e riacquistò l’immobile a suo tempo sequestrato dagli anticlericali, restaurandolo per accogliere degnamente i poveri.
Aveva 47 anni quando nel 1871 le morì la mamma, ed era giunto così il momento di seguire la sua vocazione alla vita religiosa. Con l’accordo dei fratelli, ottenne come eredità della madre uno spazioso caseggiato in Via dei Muraccioli alla periferia della città, dotato anche di una cappella dedicata al Sacro Cuore di Gesù aperta al pubblico.
In questa casa costituì il primo gruppo di compagne chiamate ‘Pie Dame del Sacro Cuore’, che facevano vita e preghiera in comune, dedicandosi a servire i più bisognosi e come motivo propulsore della loro attività, il culto del Sacro Cuore di Gesù. Il 15 maggio 1875, Maria Ferrari si recò in udienza dal papa Pio IX e chiese per sé e per la nuova Comunità una speciale benedizione.
Nel 1880 ottenne dall’arcivescovo Luigi Filippi, il permesso di custodire il SS. Sacramento nella Cappella annessa alla sua casa e subito stabilì la pratica ideata da s. Margherita Maria Alacoque, dell’Ora Santa di Riparazione al Cuore di Gesù con l’adorazione Eucaristica.
Il 30 giugno 1887 istituì a L’Aquila l’associazione eucaristica delle Guardie d’Onore; con l’accordo del nuovo vescovo mons. Vicentini, Maria Ferrari comunicò per lettera a tutte le famiglie de L’Aquila la loro intenzione di dedicarsi all’assistenza a domicilio degli infermi, scrivendo per questo anche un “Regolamento per quelle che vanno ad assistere i malati a domicilio”.
Intanto le vocazioni aumentarono e il gruppo prese il nome di “Suore Zelatrici del Sacro Cuore di Gesù”, definendo il loro apostolato nell’insegnamento della dottrina cristiana ai piccoli e grandi, assistenza agli ammalati a domicilio, lavoro per le chiese povere di arredi sacri; inoltre nel 1893 la stessa fondatrice, prese ad ospitare nella propria casa donne anziane e malate, per assicurare loro un’assistenza costante.
Consumata dalla continua attività, dopo tre giorni di malattia si spense l’11 febbraio 1896. Il 15 marzo 1997 la Congregazione per le Cause dei Santi, concesse il nulla osta per l’apertura del processo diocesano per la causa di beatificazione.
Autore: Antonio Borrelli
Maria Caterina Giovanna Ferrari, nata all’Aquila nel 1824, ha a cuore le sorti dei poveri anziani malati, in un’epoca in cui non esiste l’assistenza a domicilio. Maria è ricca e di origini nobili. Il padre, Sabatino Ferrari, è ingegnere. La madre, Luisa Rotilio, molto religiosa, desidera aiutare chi è più sfortunato: fedele ai valori cristiani, nel suo prossimo bisognoso vede Gesù. La piccola Maria, ultima di dodici figli, accompagna la madre nei quartieri più poveri e degradati dell’Aquila dell’Ottocento. Entra con lei nelle case dei più disperati e degli ammalati. Essi necessitano non solo di cibo e di medicine, ma anche di un’anima buona che cucini per loro, che si occupi dell’igiene e delle varie incombenze domestiche, nonché di calore umano: una parola di conforto, un sorriso.
Morto il padre, Maria aiuta la madre ad amministrare l’ingente patrimonio. Nel 1856, grazie al contributo economico di Maria, l’asilo d’infanzia dell’Aquila, guidato dalle Suore Stimmatine, può ospitare tante bambine abbandonate. A Maria verrà, poi, affidato l’ospizio Sant’Anna per fanciulle povere della città abruzzese. Nel 1860 avviene uno sconvolgimento politico: l’arrivo dei garibaldini e la dipartita dei Borboni che regnano sull’Abruzzo. Vengono proclamate l’Unità d’Italia e la sovranità dei Savoia. Manca l’assistenza, i poveri e gli ammalati sono allo sbando. Maria crede nel Vangelo e mette in pratica il suo messaggio. Con il suo denaro aiuta ancora di più: acquista e restaura immobili per accogliere i poveri e si attiva personalmente per portare assistenza nelle case dei bisognosi.
Alla morte della mamma, Maria, a quarantasette anni, si fa suora e, in un caseggiato avuto in eredità, fonda la Congregazione delle Suore Zelatrici del Sacro Cuore di Gesù dove ospita donne anziane malate. Invia, poi, una lettera a tutte le famiglie dell’Aquila per comunicare l’intenzione di dedicarsi, assieme alle altre consorelle, all’assistenza a domicilio degli ammalati. Maria Ferrari muore all’Aquila nel 1896 e viene proclamata serva di Dio. Oggi la congregazione da lei fondata è presente in Italia e all’estero (Indonesia e Filippine) con scuole d’infanzia, ospizi per anziani e case per la formazione di nuove religiose.
Autore: Mariella Lentini
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