Undicesima Madre Generale, dal 1928 al 1940, della ormai secolare Congregazione delle Suore “Serve di Maria SS. Addolorata di Firenze”.. Maria Angela Giorgi nacque il 16 gennaio 1882 nella frazione Coniale Scheggianico nel Comune di Firenzuola (FI), seconda dei dodici figli di Gaspare Giorgi contadino e Maria Montefiori ‘donna forte, di animo risoluto e riflessivo’; crebbe nel clima povero ma sereno e cristiano della numerosa famiglia, nella casa colonica detta “Bruscaia”. Ma le necessità erano tante, per cui a 15 anni Angela fu mandata a servire a Firenze, come già capitato a tante ragazze del paese. Piena di nostalgia per i suoi monti, dove era vissuta serena e aveva ricevuto la Prima Comunione e Cresima, arrivò a Firenze nel 1897 accompagnata dal padre, dopo una giornata di viaggio su una traballante diligenza. Giunti al palazzo vicino al Santuario fiorentino dell’Annunziata, le aprì la porta l’aristocratica e garbata signora Eleonora Zimmermann, alla quale il padre Gaspare affidò Angela, raccomandando che fosse trattata come una figlia. Così l’adolescente Angela rimase a Firenze come “donna di servizio”, la signora Zimmermann al contrario di tante altre, orgogliose, prepotenti ed egoiste, si dimostrò comprensiva, materna e affettuosa e quindi Angela si trovava molto bene in quella casa. Dopo quasi un anno Angela si ammalò con forte febbre, ricoverata nel vicino ospedale di Santa Maria Nuova le fu diagnosticato il tifo; il tempo passava e non si vedevano miglioramenti, allora la famiglia la trasferì all’ospedale di Firenzuola. Qui, raccontò lei stessa, ebbe l’apparizione di una bianca Signora, che nella penombra della corsia, le disse che avrebbe avuta la guarigione se si fosse consacrata a lei. In effetti Angela guarì ritornando sana e serena a casa sua fra i suoi fratellini; ma dopo poco tempo, tutto precipitò e la ragazza si trovò di nuovo in ospedale con febbre altissima, si temeva per la sua vita; la madre si recò in pellegrinaggio al Santuario mariano di Boccadirio ad impetrare la grazia, nel mentre Angela nel suo lettino mentre pregava, ricordò l’apparizione a cui era seguita la prima guarigione e la richiesta della Signora, che lei una volta guarita aveva dimenticato. Il 18 agosto 1901 al ritorno dalla mamma dal Santuario, Angela ebbe di nuovo la guarigione e otto giorni dopo ritornò in famiglia; ma questa volta la cosa era diversa, la Signora l’aveva di nuovo visitata ricordandole di essere stata sorda alla sua chiamata e di nuovo l’aveva promessa la guarigione se si fosse consacrata. Accompagnata dalla madre, chiese consiglio al parroco don Olinto Poli, il quale avendo una sorella fra le Suore di Maria Addolorata, la indirizzò a quell’Istituto; era un ramo dell’antico albero dei Servi di Maria, fondati dai Santi Sette Fondatori sul Monte Senario. La Congregazione, che in pratica ebbe due fondatrici, suor Veronica Donati nel 1854 e suor Giuliana Signorini dal 1865 al 1873, operava attivamente in Firenze, a Badia in Ripoli e in altri Comuni della Provincia. Aveva 20 anni quando Angela con altre due giovani e accompagnate dal parroco, bussò alla porta del convento delle ‘Serve’ il 18 ottobre 1902; lei che aveva già frequentato il venerato santuario dell’Annunziata, curato da secoli dai Servi di Maria, fu attratta subito, rendendosi partecipe, della spiritualità delle suore che l’avevano accolta. Il 9 gennaio 1904 ci fu la solenne vestizione nella cappella dell’Istituto di via Faentina a Firenze. Angela prese il nome di Maria Eleonora dei Re Magi, in omaggio alla benefattrice che tanto l’aveva aiutata anche nel prepararle il corredo di suora. Terminato il noviziato, il 30 dicembre 1905 emise la professione religiosa, fra i suoi scritti troviamo: “Gesù, io vorrei essere ovunque si trova un’anima da salvare, per far conoscere Te e farti amare, o dolce amore dell’anima mia”. Fu maestra di cucito e ricamo alle bambine della Casa di Campi Bisenzio, dove restò per tre anni; poi bisognò staccarsi dalle bambine, da lei amate come una giovane mamma e andò in una nuova Casa a Castiglione dei Pepoli in provincia di Bologna. Nell’agosto 1913, per il trasferimento della superiora, si trovò da un giorno all’altro ad essere lei la superiora di Castiglione dei Pepoli, aveva solo 31 anni; vincendo la grande timidezza che la faceva sentire incapace, condusse la Casa per quattro anni, una suora disse: “Non l’ho mai sentita comandare ed è stata sempre obbedita; gli ordini che ricevevamo da lei erano sempre dati in modo indiretto, in tono dolce e soave…”. Il 30 dicembre 1915 si offrì per sempre al Signore con la professione perpetua dei voti religiosi; nel dicembre 1917 fu trasferita a Calenzano, qui restò altri quattro anni, dove secondo il suo diario, trascorse i primi due pieni di amarezze, angustie e pene interne atrocissime; sempre presente dappertutto anche in cucina, si dovette inoltre interessare dell’ospedale militare di “Villa Giaccone” a Firenze, colmo di feriti e soldati ammalati provenienti dal fronte della Prima Guerra Mondiale. Infuriava in quel 1918 anche la terribile influenza “spagnola” che tante vittime fece in tutta Europa, e curando questi ammalati, suor Eleonora Giorni si infettò del morbo, finendo in fin di vita per una broncoalveolite infettiva grave. Ma ancora una volta elle ricevé la grazia della guarigione, che inattesa e miracolosa giunse il 5 ottobre 1918 fra la gioia di medici, sanitari, suore e militari. Ritornata a Calenzano dové subito ripartire per l’Ospedale militare di guerra situato in via Giotto a Firenze; il compito fu più difficile di quanto immaginasse, la sua delicata sensibilità si ribellava a tanto orrore e sofferenza, ma con l’aiuto di Dio, invocato costantemente, trovò la forza di consolare, aiutare, medicare anima e corpo di quei poveri giovani. Il 1° ottobre 1921 suor Maria Eleonora partì da Firenze per giungere come superiora in un nuovo laboratorio a Rapallo; sempre itinerante dopo un anno ritornò come superiora a Castiglione dei Pepoli, dove riprese a lavorare con sollecitudine, amando ed essendo riamata da tutti. Il 1° agosto 1928 il Capitolo Generale della Congregazione, elesse lei che non era nemmeno presente fra le delegate, a nuova Madre Generale, succedendo a madre Leonilde Zanini; la notizia la raggiunse a Castiglione mentre stava rigovernando le stanze, fra la sua più grande meraviglia e angoscia; dice un proverbio cinese, che chi si abbassa per un centimetro viene innalzato per dieci. Fu Madre Generale per due sessenni dal 1928 al 1940, si rivelò prudente, previdente, ma anche coraggiosa e audace nel prendere decisioni importanti per la Congregazione, a Firenze acquistò la villa storica dei Pazzi per tramutarla in un più ampio e adatto Noviziato, fu denominata “Casa di Nazareth”; poi una villa sulle rive del Mar Tirreno ad Antignano vicino Livorno, per creare un luogo di mare e sole che fosse di riposo e sollievo per le suore e colonia marina per le bambine a loro affidate. Fece fare ricerche sulla madre fondatrice Giuliana Signorini, facendone compilare una biografia; dietro sue insistenze, preparazione e istanze, ottenne il 22 dicembre 1931, l’approvazione dalla Santa Sede delle Costituzioni dell’Istituto delle Serve di Maria SS. Addolorata di Firenze. Aprì Case a Milano (completata nel 1938), a Terranova Bracciolini (Arezzo), Polcanto alle falde del Monte Senario, a Montecatini Terme, a Palermo, a Sanremo, a Budrio (Bologna). Il 18 settembre 1838 nel Santuario di Monte Berico presso Vicenza, fu consegnato il crocifisso alle prime sette Suore della Congregazione, che partivano missionarie per il lontano Cile, madre Eleonora Giorgi volle accompagnarle fino a Napoli, ove il 24 settembre si imbarcarono sul “Neptunia” dirette in Sud America. Trepidante ma fiduciosa, la Madre Generale volle benedire questo primo gruppo, seguito undici mesi dopo da un secondo gruppo, perché costituivano la realizzazione di un suo sogno, al quale aveva lavorato intensamente nella preparazione e nel volerlo. Oggi le suore sono presenti oltre che in Cile anche in Colombia, India, Ungheria, madre Eleonora pur desiderandolo non le poté mai raggiungere con una visita. Il 15 agosto 1940, mentre anche l’Italia entrava in guerra a fianco della Germania nella Seconda Guerra Mondiale, il Capitolo Generale riunito a Firenze, elesse nuova Madre Generale suor Maria Maddalena Cei; madre Eleonora credeva di poter far ritorno nel nascondimento, invece le fu chiesto di essere Vicaria Generale e superiora della Casa generalizia e dopo pochi mesi ebbe anche il compito di maestra delle novizie. Trascorsero così gli anni di guerra, tragici e densi di lutti, dove madre Maria Eleonora, profuse tutto il suo carisma con le suore, le famiglie delle bimbe, ma soprattutto con le novizie. Un’ulcera allo stomaco minò il suo già non florido stato di salute, una cura prescrittale non diede risultati, per cui fu operata chirurgicamente; seguirono due anni di crescenti sofferenze offerte tutte a Dio, per i sacerdoti, per l’Ordine dei Servi, per le suore. Si ritenne necessario una seconda operazione, effettuata nella casa di cura “Villa Basilewski”, l’intervento chirurgico riuscì bene, ma una settimana dopo una polmonite sopraggiunta fece precipitare la situazione. Madre Maria Eleonora Giorgi morì il 6 novembre 1945; “era vissuta da santa, era morta da santa”. In questo semplice lavoro biografico è impossibile riportare il contenuto del suo diario, al quale aveva affidato per anni i suoi pensieri, soprattutto spirituali, ma libri ne sono stati scritti che si possono consultare, richiedendoli alla Casa Generalizia di Via Faentina, 195 di Firenze. Il 28 maggio 1965 ebbe inizio il processo diocesano in vista di una sua attesa beatificazione; dal 1973 gli Atti sono presso la competente Congregazione Vaticana e la causa è in avanzata fase. Nel 1969 i suoi resti mortali furono traslati dal cimitero alla Cappella della Casa Generalizia di Firenze. Partita dai boschi dei suoi monti, fece la ‘serva’ a Firenze per passare poi a diventare ‘Serva’ dell’amatissima Vergine Addolorata, fino al suo pio transito e certamente la Madonna, regina dei santi e delle vergini, la tiene al suo fianco nella gloria di Dio.
Autore: Antonio Borrelli
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