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San Clodoaldo Principe e sacerdote

Festa: 7 settembre

524 - 560

Nacque nel 522 ed era figlio di Chloromiro, re di Orleans, che era, a sua volta, figlio di Clodoveo, re dei Franchi. Più tardi rinunciò al mondo, consacrandosi al servizio di Dio. Dopo aver distribuito le sue fortune ai poveri, si ritirò a vita eremitica sottoponendosi ad una dura disciplina. Morì nel 560 e la maggior parte delle sue reliquie sono rimaste nella chiesa parrocchiale del suo villaggio. La sua festa ricorre al 7 di settembre.

Patronato: Fabbricanti di chiodi

Martirologio Romano: Nel villaggio di Saint-Cloud nel territorio di Parigi in Francia, san Clodoaldo, sacerdote, che, nato da stirpe regale, dopo la morte violenta del padre e dei fratelli, fu accolto dalla nonna santa Clotilde e, rifiutato con sdegno il potere terreno, si fece chierico.


Tutte le tre grandi dinastie francesi, Merovingia, Carolingia e Capetingia, hanno donato alla Chiesa eletti fiori di santità. Tra i discendenti di Meroveo si annoverano innanzitutto Clodoveo, il primo re franco che si fece battezzare e sua moglie Santa Clotilde. Questa coppia ebbe perciò un ruolo molto simile a quello avuto dai Santi Etelberto e Berta nel Kent e Mirian III e Nana in Georgia. Clodoveo non è però mai stato venerato come santo, come avvenuto invece per altri suoi emuli quali San Vladimiro di Kiev, Santo Stefano I d’Ungheria e San Boris Michele I di Bulgaria.
Dopo Santa Clotilde, dunque, il primo principe franco di cui fu autorizzato il culto fu suo nipote Clodoaldo, volgarmente chiamato Saint Cloud. Suo padre Clodomiro, re d’Orléans, aveva sconfitto in battaglia il re di Borgogna San Sigismondo e lo aveva fatto prigioniero di guerra con sua moglie ed i figli. Assassinato, gli successe al trono suo fratello Gondomaro, che vendicò l’uccisione del fratello eliminando a sua volta Clodomiro. I suoi tre figli, Thibault, Gonthaire e Clodoald, si trovarono allora affidati alla custodia della nonna Santa Clotilde, che li allevò cristianamente nella speranza che un giorno potessero suddividersi il regno di loro padre, provvisoriamente affidato a dei luogotenenti ed allo zio Childeberto. Quest’ultimo e suo fratello Clotario iniziarono però a complottare per eliminare i tre giovani nipoti e spartirsi i territori di cui erano eredi.
Un paggio di Childeberto fu allora inviato a ricattare Clotilde, costringendola a scegliere tra la morte dei ragazzi e la vita monastica. Clotario si impuntò però nel lasciare a Clotilde la sola libertà di scelta sul tipo di esecuzione ed immediatamente pugnalò Teodaldo, il maggiore dei tre. Il secondogenito Gunther, in preda al terrore, fuggì da Childeberto che tentò di proteggerlo, ma sopraggiunse Clotario e lo uccise. Clodoaldo invece, forse per un disegno particolare della Provvidenza, riuscì a salvarsi dall’ira omicida dello zio e ad essere portato il luogo sicuro da alcuni amici. Secondo la versione tramandata da San Gregario di Tours, una volta raggiunta la maggiore età, anziché reclamare il trono perduto preferì pronunciare i voti, ponendosi così interamente al servizio di Dio. I suoi studi non consistettero che nella lettura delle Sacre Scritture ed il suo piacere nel vivere nella più severa ascesi. Dopo aver dispensato alle chiese ed ai poveri tutti quei beni materiali che erano sfuggiti alla razzia dei suoi zii, decise di seguire le orme del santo eremita Severino, che conduceva una vita solitaria e contemplativa in un eremo alle porte di Parigi. Il giovane principe ricevette dalle sue mani l’abito religioso e si intrattenne per qualche tempo in sua compagnia al fine di formarsi degnamente a tutte le virtù monastiche. Childeberto e Clotario non poterono ignorare il loro nipote, ma vedendolo senza pretesa alcuna lo lasciarono in libertà e gli donarono quanto necessario per vivere più comodamente nel luogo del suo ritiro. Ma Clodoaldo, non ritenendo la sua condotta ancora abbastanza solitaria, abbandonò la periferia parigina e si trasferì segretamente in Provenza, lontano dalla vista e dalla compagnia di tutti i suoi conoscenti. Mentre si stava costruendo la propria cella, un povero si presentò dinnanzi a lui. Pur essendo anch’esso povero, senza ne oro ne argento ne provvigioni da potergli donare, si spogliò generosamente del proprio saio. Questo atto di carità fu così gradito a Dio che la notte successiva l’oggetto donato s’illuminò come per incanto e gli abitanti dei dintorni furono testimoni di questo miracolo. Riconobbero così in San Cloud un eccellente servo di Cristo. Iniziarono dunque a recarsi da lui per onorare la sua santità e per ricevere i suoi consigli. Clodoaldo constatò suo malgrado di essere ormai divenuto più popolare in Provenza che a Parigi e scelse allora di tornare a Nogent-sur-Seine, a sud-ovest di Parigi. Ma qui Eusebio, l’allora vescovo della capitale francese, lo ordinò prete su sollecitazione del popolo. Dopo aver esercitato per qualche tempo il suo ministero, morì santamente il 7 settembre probabilmente dell’anno 560. Questo principe sacerdote fu da subito onorato con un culto assai popolare e per assonanza fu considerato patrono dei fabbricatori di chiodi.


Autore:
Fabio Arduino

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Aggiunto/modificato il 2005-06-05

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