È stata beatificata da papa Giovanni Paolo II, il 16 ottobre 1994 in Piazza S. Pietro a Roma, insieme al gesuita Alberto Hurtado Cruchaga, alla fondatrice madre Giuseppina Vannini, al sacerdote fondatore Nicola Roland e alla fondatrice madre Petra di S. Giuseppe. Maria Rafols nacque il 5 novembre 1781 a Villafranca del Panadés (Barcellona), sesta dei dieci figli del mugnaio Cristóbal Rafols e Margherita Bruna Brugol. La famiglia risiedeva nel mulino di En Rovina e costituì per Maria una fucina di salde virtù, ricevendo i primi insegnamenti di austerità, di lavoro e aiuto reciproco. Quando aveva quasi due anni, a maggio 1783 la famiglia si trasferì a La Bleda, piccolo paese vicino Villafranca, dove il 27 maggio 1785 ricevette la Cresima, impartita dal vescovo di Barcellona, mons. Gabino Valladares, nella chiesa del convento delle Carmelitane della cittadina. A 11 anni, la famiglia si trasferì di nuovo in un vicino paesino, Santa Margarita, qui gli morirono nel 1793 il piccolo fratello Giuseppe (ben cinque fratelli morirono in tenera età) e due zii, marito e moglie, mentre il 10 luglio 1794 morì suo padre. Maria si rivelò dotata di ottime qualità intellettive e così i familiari la mandarono nel Collegio dell’insegnamento di Barcellona, gestito dalle “Maestre della Compagnia di Maria”. Non ci sono molte notizie sul periodo degli studi e sulla sua giovinezza; ma certamente fu attratta dal clima di fervorosa carità verso i bisognosi e gli ammalati, esistente in quel periodo a Barcellona ed entrò a far parte di un gruppo di dodici giovani, che sotto la guida del sacerdote don Juan Bonal y Cortada, oggi Servo di Dio (1769-1829), cappellano dell’Ospedale Santa Cruz di Barcellona, stavano costituendo una confraternita per mettersi ad assistere tutti i più poveri fra gli ammalati ricoverati, i disabili psichici, i bambini abbandonati. Padre Bonal e Maria Rafols compresero che dedicarsi così completamente ai bisognosi, richiedeva persone consacrate a Dio, disposte a servire i malati con uno spirito di fede e con amore. Per realizzare tutto ciò, padre Juan Bonal si trasferì nel settembre 1804, all’Ospedale “Nuestra Señora de la Gracia” di Saragozza e Maria Rafols con altre undici giovani donne lo raggiunse il 28 dicembre dello stesso anno. Benché avesse solo 23 anni, Maria Rafols venne nominata Preside della piccola comunità femminile, seme fecondo della futura grande Congregazione. Si adoperò per la trasformazione dell’Ospedale in preda all’incuria, agli abusi e al disordine di alcuni dipendenti mal retribuiti; inserendo nel contesto la vita apostolica delle suore, anche se non compresa né desiderata dai dirigenti dell’Ospedale. Il grande Ospedale di Saragozza, accoglieva ogni anno da 6.000 a 8.000 ricoverati e le consorelle della confraternita facevano fronte come potevano alle necessità, nel 1808 persero anche l’aiuto del gruppo di confratelli che le affiancava, per l’ostilità dei dirigenti e per le tante difficoltà sopravvenute; padre Bonal comunque rimase fra loro, lavorando anche per la costituzione della nuova Congregazione che doveva accoglierle. Ci furono due assedi di Saragozza da parte dell’esercito francese di Napoleone, nel 1808 e 1809 e l’Ospedale il 4 agosto 1808 fu ridotto in cenere, Maria Rafols e le consorelle si rifugiarono nell’antico ospedale per convalescenti, dove poi Maria trascorse tutta la vita. Non ci furono solo rovine materiali per la Guerra Franco-Spagnola, ma anche fu colpita la nascente Congregazione; la giunta dell’ospedale, nominata dal governo francese, interferì allontanando il fondatore padre Juan Bonal e imponendo delle regole redatte dal vescovo Michele Suarez de Santander, costrinse alle dimissioni Maria Rafols dalla carica di presidentessa. Le consorelle comunque osservavano la regola del fondatore fra loro, ma all’esterno cercarono di adeguarsi a quella imposta dalla giunta. Maria Rafols si distinse per la sua eroicità e carità, soprattutto durante gli assedi e gli scontri del 1808 e 1809; a capo di un gruppo di consorelle fu presente ovunque bisognava soccorrere i feriti, i prigionieri, gli ammalati senza rifugio, i dementi allo sbando; morirono nove giovani sorelle in questa difficilissima situazione. Maria si recò anche nell’accampamento francese, durante l’assedio e rischiando la vita, per supplicare il generale di mandare soccorsi per i feriti e gli ammalati; si prodigò per la liberazione dei prigionieri; la città di Saragozza, nel centenario dell’assedio, le tributò il titolo di “eroina della carità”. Superati gli sconquassi della guerra, continuò l’opera assistenziale nell’Ospedale di Saragozza, dirigendo la piccola comunità fino al 10 agosto 1812, quando le nuove costituzioni entrarono in vigore e venne nominata una nuova superiora. Pur essendosi dimessa da Presidente per evitare disunità nell’associazione, subentrò comunque una crisi e alcune consorelle lasciarono la comunità; Maria Rafols prese l’incarico di sagrestana e poi nel 1813 quello della “Inclusa” cioè incaricata dei bambini abbandonati ed orfani. Finalmente il 15 luglio 1824, la piccola comunità circoscritta all’Ospedale di Saragozza, ottenne l’approvazione delle costituzioni e l’associazione divenne la Congregazione “Istituto delle Suore della Carità di Sant’Anna” e il 16 luglio del 1825, Maria Rafols pronunciò insieme alle sue consorelle i primi voti pubblici, diventando di nuovo presidentessa, carica che tenne fino al 1829. Per le implicazioni ideologiche e religiose, conseguenti ai disordini politici scaturiti durante la prima guerra “carlista”, l’11 maggio 1834 Maria Rafols come molte altre personalità ecclesiastiche, fu arrestata e messa in carcere dall’Inquisizione. Nonostante che fosse stata giudicata e dichiarata innocente, fu lo stesso esiliata l’11 maggio 1835, presso l’Ospedale di Huesca, perché fu ritenuta inopportuna la sua presenza nell’Ospedale “Nuestra Señora de la Gracia” di Saragozza. Ad Huesca soggiornò presso un gruppo di consorelle, provenienti anch’esse da Saragozza; qui restò fino al 1841, poi poté ritornare a Saragozza, dove riprese con maggiore zelo la sua attività a favore dei bambini orfani. Carità e povertà furono le virtù più caratteristiche di tutta la sua vita, che santamente si concluse a Saragozza il 30 agosto 1853 a 72 anni, dei quali 49 come Sorella della Carità. La Congregazione delle “Suore della Carità di Sant’Anna”, poté diffondersi solo dal 1858, dietro autorizzazione accordata dalla regina Isabella II e oggi è presente in 27 Paesi con 287 Case. Le spoglie della Beata Maria Rafols e del Servo di Dio don Juan Bonal, fondatori dell’Istituzione, furono traslate nel 1925 nella chiesa della Casa Generalizia delle Suore della Carità di S. Anna. La causa per la sua beatificazione fu iniziata nel 1926; la sua celebrazione è al 30 agosto.
Autore: Antonio Borrelli
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