In ebraico il nome Tobia significa “ Il Signore è il mio bene”, San Tobia il giovane che chiameremo Tobiolo per distinguerlo dal padre Tobia il vecchio, è un personaggio biblico che la Chiesa festeggia il 13 settembre. Il terzo Angelo di cui la Bibbia attesta il nome é Raffaele. Egli non ci é noto che da un breve scritto dell'Antico Testamento, il Libro di Tobia, di cui gli esegeti pensano che avesse per scopo di insegnare, sotto forma divertente, oltre che delle veritá morali, l'angelologia ebraica. Esso si presenta dunque come un piccolo romanzo. Tobia, della tribú di Neftali, é il solo, in mezzo ai suoi, che abbia rifiutato il culto degli idoli, introdotto in Israele da un re empio, Geroboamo. Verso e contro tutto, sfidando le prese in giro del vicinato, il giovane continua a praticare scrupolosamente la religione dei suoi padri, compiendo i pellegrinaggi prescritti dalla Legge a Gerusalemme, lasciando la decima, soccorrendo i poveri e temendo Dio. Quando gli Israeliti sono deportati a Ninive, Tobia, esiliato anche lui, continua a comportarsi da ebreo pio, ed il Cielo, in un primo tempo, sembra ricompensarlo poiché egli gioisce della fiducia del sovrano, di un'alta situazione, di una bella fortuna e di una famiglia felice. Poi un giorno, senza ragione apparente, la sfortuna comincia a colpire questo giusto. Alla morte del re di Ninive, Tobia é allontanato dal potere dal suo successore. I suoi affari commerciali con l'estero, fin lá cosí prosperi, declinano quando il re Sennacherib dichiara le ostilitá con la Media, chiudendo le strade carovaniere.
Per vendicarsi dei rovesci militari che prova allora, il perfido e crudele Ninivita si mette a massacrare gli Ebrei di cui fa gettare i cadaveri dall'alto degli spalti nella pianura, con l'interdizione a chiunque, sotto pena di morte, di dare loro una sepoltura. Ma il pio Tobia, sull'esempio di Antigone, disprezza le leggi degli uomini quando esse vanno contro quelle di Dio. Sfidando le minacce del tiranno, ogni notte, egli ruba le spoglie alle carogne e le interra. Beninteso, Tobia finisce per essere denunciato e non trova la sua salvezza che in una fuga precipitosa. Tutto quello che gli rimaneva della sua fortuna é allora confiscato. Le cose sembrano pertanto arrangiarsi quando Sennacherib é assassinato. Alla preghiera dei suoi parenti, Tobia é autorizzato a rientrare in Ninive. Egli ritrova la sua casa, sua moglie Anna, ed il loro figlio adolescente, Tobiolo. E ricomincia la sua vita esemplare, non rinunciando neanche al bisogno di scavafossa clandestino. La benedizione divina sta per estendersi su di lui ? Niente affatto... Tobia é raggiunto da cataratta e perde la vista.
Incapace di lavorare, egli deve sopportare che la sua sposa si impieghi presso gli altri per guadagnare il loro pane. Colmo d'ingiustizia, il vicinato lo schernisce : a che gli é dunque servito di rispettare Dio ed i Suoi Comandamenti ? Yahvé ha apertamente distolto il Suo Volto dal Suo servitore, poiché, nella societá ebraica dell'Antichitá, la riuscita sociale e finanziaria é la nota visibile dei meriti di un uomo, ricompensa immediata delle sue buone opere. Ben presto, Anna stessa angoscia suo marito coi suoi rimproveri. Colpito nella sua dignitá, Tobia chiama la morte. Durante questo tempo, in Media, la giovane, dolce e bella Sara, figlia unica del ricco Ebreo Raguele, é in balia degli insulti del vicinato e delle sue proprie serve. Sette volte, suo padre le ha dato uno sposo ; sette volte, il nuovo marito é morto nel momento in cui entrava nella camera nuziale e si avvicinava al letto coniugale. A questo ritmo, Sara ha perduto i cugini coi quali, secondo la Legge, essa poteva convolare. Ella é condannata al nubilato ed alla sterilitá, infamia assoluta per una Ebrea. Disperata, Sara sale in camera sua, decisa ad impiccarsi. Ella non sa che compirebbe, suicidandosi, i neri disegni del demone Asmodeo (Nome preso da uno spirito maligno della Persia, etimologicamente, Asmodeo significa "lo dono la morte". "lo uccido", "lo distruggo". Questo nome fa di lui il fratello maledetto, al rovescio, di Raffaele il cui nome significa "Dio é guarigione", che presiede ai peccati della carne e si accanisce nel dannare la ragazza. Pertanto, per considerazione alla sua famiglia, Sara rinuncia ad uccidersi ; ella si limita ad implorare la morte.
Davanti alla disperazione del vecchio Tobia e dell'innocente Sara, Dio si commuove e spedisce sulla Terra uno dei Sette arcangeli che stanno sempre davanti a Lui, Raffaele, l'Angelo della castitá e dell'amore coniugale, avversario dichiarato di Asmodeo, quel maestro ipocrita che spinge gli uomini e le donne a degli atti che lui stesso, da puro spirito che é, giudica ridicoli, osceni e ripugnanti. Raffaele prende l'aspetto di un giovane e si presenta a casa di Tobia sotto il nome di Azaria, figlio di Anania. Egli capita a proposito. Il vecchio Tobia, ossessionato da pensieri morbidi, ha deciso di inviare suo figlio in Media, al fine di recuperarvi delle piccole risorse che egli aveva fatto laggiú : grosso modo di che offrirgli esequie decenti... Il giovane Tobiolo, inesperto, ha bisogno di una guida sicura; il presunto Azaria si propone per compiere questa missione. Mai guida sará stata cosí ben scelta. Attraversando un fiume, Raffaele aiuta Tobia a prendere un grosso pesce di cui il fegato, il cuore ed il fiele hanno straordinarie proprietá terapeutiche. Egli lo conduce poi a casa di Raguele, rivelando ai due uomini quello che essi ignoravano, a causa dell'esilio : essi sono parenti prossimi e Tobiolo é lo sposo promesso a Sara. Malgrado i timori del padre e del fidanzato, Raffaele - Azaria spinge alle nozze e mostra a Tobia il giovane come, gettando le viscere del pesce nel fuoco, egli compirá un esorcismo abbastanza potente per cacciare Asmodeo dalla camera di Sara.
Tobiolo obbedisce ; Asmodeo, violentemente scomodato dall'odore, se ne fugge fino in Egitto dove Raffaele lo prende e gli amministra una correzione nel dissuaderlo ad importunare la giovane coppia. Poi Raffaele regola gli affari commerciali di Tobia, recuperando molto piú del previsto, somma che viene ad aggiungersi alla grossa dote di Sara ed all'enorme ereditá che aspetta questa figlia unica. E' dunque con una fortuna interamente ristabilita che il giovane rientra a casa sua. Grazie al fiele del pesce, egli potrá guarire la cecitá di suo padre. I giusti sono stati ricompensati. Ma Azaria, la guida che ha permesso tutti questi prodigi, come ringraziarlo in proporzione ai servizi resi ? Generosamente, Tobia e Tobiolo gli offrono la metá dei loro ritrovato beni. L'Angelo si decide allora, dopo alcuni consigli di morale, a rivelare loro la veritá: " Voglio dirvi tutta la veritá, senza nulla nascondervi : vi ho giá insegnato che conviene custodire il segreto del Re, mentre che conviene rivelare degnamente le opere di Dio. Voi saprete dunque che, quando eravate in preghiera, tu e Sara, ero io che presentavo le vostre suppliche davanti alla gloria del Signore e che le leggevo ; e cosí quando seppellivi i morti.
Quando tu non hai esitato ad alzarti, ed a lasciare la tavola per andare a seppellire un morto (In mezzo ad un pranzo dato per celebrare il suo ritorno dall'esilio, Tobia ha appreso che il corpo dí un condannato a morte veniva dall'essere gettato nella piana. A rischio della sua vita, egli ha lasciato i suoi ospiti per andare a seppellire questo morto sconosciuto, io sono stato inviato per provare la tua, fede, e Dio mi invió nello stesso tempo per guarirti, cosí come a tua nuora, Sara. lo sono Raffaele, uno dei Sette Angeli che stanno sempre pronti a penetrare presso la gloria del Signore ". "Essi furono presi da spavento tutti e due e si prosternarono, ed ebbero grande paura. Ma egli disse loro: "Non temete nulla, la pace sia con voi. Benedite Dio sempre. Per me, quando io ero con voi, non é a me che dovete la mia presenza, ma alla volontá di Dio. E' Lui che bisogna benedire per tutta la vita. Lui che bisogna cantare. Voi avete creduto vedermi mangiare, non era che un'apparenza. Allora, benedite il Signore sulla terra e rendete grazie a Dio. Io risalgo a Colui che mi ha inviato. Scrivete tutto quello che é accaduto ". "Quando si risollevarono, egli non era piú visibile"'.
Tobiolo è il patrono dei becchini.
Autore: Don Marcello Stanzione
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