Antiochia, Siria, 521 circa – Siria, 592
Il Martyrologium Romanum commemora in data odierna San Simone Stilita, sacerdote e anacoreta in Siria, detto “il Giovane” per distinguerlo dal santo omonimo vissuto un secolo prima. Visse sopra una colonna conversando con Cristo e gli angeli, dotato di poteri straordinari sui demoni e le forze delle natura.
Etimologia: Simeone = Dio ha esaudito, dall'ebraico
Martirologio Romano: Sul monte Mirabile in Siria, san Simeone Stilita il Giovane, sacerdote e anacoreta, che visse su di una colonna in conversazione con Cristo, scrisse vari trattati di ascesi e fu dotato di grandi carismi.
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Le Chiese Orientali venerano un buon numero di santi stiliti, categoria pressoché inesistente nella Chiesa latina. Il primo e più famoso fu indubbiamente San Simeone Stilita l’Anziano (spesso confuso con San Simeone di Egee), seguito poi da San Daniele lo Stilita. Il santo festeggiato in data odierna è invece Simeone Stilita il Giovane, che nacque ad Antiochia attorno al 521 e, come suggerisce il suo stesso nome, visse sopra una colonna per ben quarantacinque anni. Assai numerose sono le esagerazioni riscontrabili negli scritti di alcuni agiografi orientali sul conto di Simeone, soprattutto nelle descrizioni delle pratiche di austerità, tanto da rendere difficile l’accettare come veritiere parecchie informazioni da loro trasmesse. Pare comunque attendibile che Simeone possa aver scelto all’età di circa vent’anni questa straordinaria condizione di vita eremitica. A trentatrè anni ricevette l’ordinazione presbiterale e, per imporgli le mani, il vescovo dovette munirsi di una scala per raggiungere la sommità della colonna. Le folle accorrevano dal santo stilita per ottenere da lui consigli o per implorare guarigioni miracolose. Occasionalmente pare possedesse inoltre il dono della conoscenza dei segreti del cuore, nonché della profezia. Numerosi erano dunque i discepoli che si raccoglievano intorno a lui.
Tra gli scritti che gli sono attribuiti, se ne segnalano uno in cui sollecitò l’imperatore a punire i samaritani, rei di aver attaccato i cristiani, ed un altro, citato da San Giovanni Damasceno, in cui condannò esplicitamente l’iconoclastia. Il santo stilita era vegetariano. Similmente ad altri seguaci di questo particolare stile di vita, si trasferì più volte su nuove colonne, in diverse città, con l’approvazione dei vescovi locali. I contemporanei, pur contestando il loro modo di vita, non potevano non riconoscerne il potere di operare il bene, la loro umiltà, la loro carità, la capacità di convertire gli uomini ed i periodici intervento in favore del bene comune.
Simeone morì in Siria nel 592 ed è commemorato in data odierna, 24 maggio, tanto dal Martyrologium Romanum, quanto dai calendari delle varie Chiese orientali. Il suddetto martirologio cattolico asserisce che il santo, vivendo sulla colonna, abbia conversato con Cristo e con gli angeli, nonché sia stato dotato di poteri straordinari sui demoni e sulle forze delle natura.
L’iconografia cristiana, in particolar modo orientale, è solita raffigurare questa categoria di santi, come è facile immaginare, sopra alle colonne ove risedettero per buona parte della loro vita. Queste icone sono ancora talvolta riscontrabili in alcune case, ove sono state collocate al fine di garantire ai visitatori la potente protezione di un qualche santo dell’antichità. Per quanto il loro modo di vivere potesse sovente dare l’impressione di rasentare la pazzia, gli stiliti costituirono una testimonianza concreta della necessità di preghiera e penitenza nella loro epoca, contraddistinta da dissolutezza e lussuria. Molte persone si interrogarono sulla singolarità della loro scelta di vita e ciò le aiutò perlomeno a correggere taluni aspetti del loro quotidiano.
Autore: Fabio Arduino
Nei tempi antichi, in Medio Oriente, esisteva una particolare forma di ascetismo. Alcuni monaci, chiamati “stiliti” (significa “coloro che vivono su una colonna”) per contemplare Dio ancora più in solitudine, costruivano una colonna alta parecchi metri e trascorrevano tutto il loro tempo in cima, dentro uno spazio esiguo, quasi sempre in piedi. Uno di loro è Simeone, chiamato appunto Stilita. Al suo nome è stato aggiunto Giovane per distinguerlo dal primo e più famoso “stilita”, Simeone Stilita il Vecchio.
Il santo ricordato oggi nasce ad Antiochia (Siria) intorno al 521. Fin da ragazzino vive con altri monaci ed in particolare diventa amico di un monaco stilita, Giovanni, che vive su di una colonna. Anche Simeone comincia a condurre questo tipo di vita che da molti viene considerato non normale, anzi, proprio da persone prive di senno. Invece Simeone verrà ordinato sacerdote e il vescovo, per poterlo avvicinare, dovrà salire su di una scala. Altri salgono la scala: i monaci che gli portano acqua e poco cibo, chi desidera parlare con lui e chi vuole ricevere dalle sue mani la comunione.
Lo stilita cambia spesso città, dove viene bene accolto dai vescovi locali. Diventa sempre più famoso e tutti parlano di lui. Lo cercano per avere un consiglio, ma anche per ottenere guarigioni. Si parla di tanti miracoli avvenuti grazie alle sue preghiere. Non a caso il Monte Mirabile (Antiochia), dove Simeone si stabilisce su una colonna altissima negli ultimi quarantacinque anni della sua vita, viene denominato la “Collina delle Meraviglie” per i tanti prodigi avvenuti in questo luogo. Il monaco viene preso ad esempio per la sua umiltà, la sua fede, le sue rinunce e il suo stile di vita. Egli è vegetariano, prega sempre, aiuta il prossimo con le sue parole, opera conversioni, dove regna la discordia porta la pace. Si dice che parli con Gesù e con gli angeli.
Simeone, con la sua presenza su di una colonna, ben visibile da tutti, in un’epoca in cui dilagano la dissolutezza dei costumi e i comportamenti deplorevoli, rappresenta un modello da seguire e un motivo di riflessione. Un’occasione per poter scegliere il Bene e non il Male. Il monaco “stilita” muore nel 592 circa, in Siria, sul Monte Mirabile, la “Collina delle Meraviglie”.
Autore: Mariella Lentini
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