Bologna, 1151 – Treviso, 11 giugno 1267
San Parisio fu monaco, eremita e sacerdote dell’Ordine Camaldolese. Profuse la sovrabbondanza della sua vita interiore quale direttore spirituale delle suore per ben 72 anni. Operò innumerevoli prodigi in vita ed in morte. Quest’ultima giunse per il santo presso Treviso l’11 giugno 1267, alla veneranda età di 108 anni. In tale anniversario è commemorato dal Martyrologium Romanum e dal Menologio Camaldolese.
Patronato: Treviso
Martirologio Romano: A Treviso, san Parisio, sacerdote dell’Ordine Camaldolese, che per settantasette anni curò la direzione spirituale delle monache con salutari consigli, morendo a centootto anni.
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San Parisio è uno dei santi più longevi che si conoscano, visse ben 108 anni, ed essendo del XIV secolo, fu senz’altro un primato, tenendo conto la media della durata della vita dell’epoca, che era poco più di 40 anni. Parisio nacque probabilmente nel 1151 a Bologna; appartenne alla famiglia ‘Parigi’ che donò alla città nel corso del tempo, diversi illustri cittadini. Verso i dodici anni, vestì l’abito dei camaldolesi nel monastero dei Ss. Cosma e Damiano, detto anche di S. Michele. Visse nel monastero bolognese per 24 anni conducendo una vita esemplare, finché il priore generale dei Camaldolesi, lo destinò quale direttore e confessore al monastero femminile camaldolese di Santa Cristina, presso Treviso; da diversi anni in preda a delle crisi organizzative e di identità. Era il 1187, ed aveva 36 anni quando gli fu affidato quel delicato compito; rimarrà lontano dalla sua Bologna per 80 anni, fino alla sua morte. Si dedicò umile e nascosto al suo compito, e nel contempo alla cura degli ammalati e dei pellegrini dell’Ospizio di Ognissanti, annesso al monastero. Era praticamente distaccato dalle pratiche religiose della comunità di origine, ma restò fedele a tutte le regole, adempimenti religiosi e penitenze, del suo Ordine Camaldolese, fondato da s. Romualdo nel 1012 ca. Fedeltà che mise in pratica anche durante le lunghe malattie e nella vecchiaia molto avanzata, nonostante che il vescovo Alberto Ricco (1255-1274) lo avesse dispensato. Sotto la sua direzione e guida spirituale, il monastero di Santa Cristina di Treviso, acquistò fama di santità diffusa, tanto che nel 1196 alcune devote persone, vollero erigere un altro monastero femminile camaldolese a Bologna, dedicato a S. Maria di Betlemme, ponendolo sotto la guida della badessa di Santa Cristina di Treviso e della direzione spirituale di padre Parisio. Lo stesso Parisio, 18 anni dopo, quando giudicò che il nuovo monastero poteva gestirsi da solo, ne favorì il distacco nel 1214; visse santamente, formando alla vita religiosa, generazioni di suore camaldolesi e morì a 108 anni l’11 giugno 1267. Appena un mese dopo, nel luglio 1267, ebbe inizio il processo diocesano che si concluse con la canonizzazione vescovile (in uso allora) del 25 novembre 1268, ad opera del vescovo di Treviso mons. Alberto Ricco. La città di Treviso portò sempre devozione per s. Parisio; il podestà con gli anziani della città, si recavano nel giorno della sua festa, ad assistere alla celebrazione della S. Messa sulla tomba del santo, nella chiesa di Santa Cristina che, col tempo prese anche il nome di San Parisio. Il suo nome sarà preso anche dal nuovo monastero, costruito a seguito della distruzione del vecchio, avvenuta nel 1355, perché Venezia ne decretò la fine per ragioni militari. Dal tempo della soppressione napoleonica, le reliquie del santo camaldolese, che Treviso venera come compatrono, furono poste nella cattedrale cittadina. Cesare Baronio, estensore del ‘Martirologio Romano’ nel Cinquecento, inserì la sua memoria alla data dell’11 giugno.
Autore: Antonio Borrelli
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