† Egitto, fine IV secolo
Vissero in Egitto verso la fine del IV secolo, al tempo dell'imperatore Teodosio. Andronico, orafo ad Antiochia, sposò Atanasia dalla quale ebbe due figli, entrambi morti in tenera età. I coniugi, però, interpretarono la perdita dei bambini quale un rimprovero divino alla loro condotta non propriamente improntata allo spirito evangelico. In seguito all'apparizione di san Giuliano ad Atanasia, che la invitava a consacrarsi interamente a Dio con il marito, distribuirono allora tutti i loro beni ai poveri e intrapresero numerosi pellegrinaggi in Egitto ed in Terra Santa. Separati per vivere la loro scelta religiosa, Atanasia giunse al monastero femminile di Tabenna, travestendosi da uomo per vivere le fatiche fisiche e spirituali non adatte a una donna. Per le sue qualità ottenne la direzione dei centri religiosi nati proprio in quegli anni in Palestina ed Egitto. Qui giunse Andronico, che però non riconobbe la moglie. Solo dopo la morte di Anastasia l'uomo venne a sapere della vera identità della moglie e chiese di essere sepolto accanto a lei a Gerusalemme. La biografia è stata di certo arricchita da contenuti letterari, ma il culto dei due santi si diffuse a Cipro e nelle Chiese copte egiziana ed etiope.
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I santi Andronico ed Anastasia vissero in Egitto verso la fine del IV secolo, al tempo dell’imperatore Teodosio, come testimoniano le commemorazioni riportate dai menei, menologi e sinassari greci nelle date del 2 marzo, 6 e 12 maggio e 9 ottobre.
Andronico, che esercitava il mestiere di orafo presso Antiochia, convolò a nozze con Atanasia dalla quale ebbe due figli, entrambi morti in tenera età. I coniugi, anziché cadere nello sconforto, interpretarono la perdita dei bambini quale un rimprovero divino alla loro condotta non propriamente improntata allo spirito evangelico. In seguito all’apparizione di San Giuliano ad Atanasia, che la invitava a consacrarsi interamente a Dio con il marito, distribuirono allora tutti i loro beni ai poveri ed intrapresero numerosi pellegrinagi in Egitto ed in Terra Santa.
Al ritorno dalla Palestina, Andronico ed Atanasia conobbero San Daniele, abate di Scete, cosa un pò strana in quanto tale santo vise solo due secoli dopo. Il santo abate trattenne Andronico presso di sé, mentre inviò Atanasia al monastero femminile di Tabenna. Dodici anni dopo Atanasia decise di vestire panni virili onde poter essere sottoposta a maggiori torture e patimenti non confacenti il gentil sesso. Per la sua magnanimità ed il suo spirito di santificazione, ottenne la direzione dei centri religiosi nati proprio in quegli anni in Palestina ed Egitto. Andronico, desideroso di conoscere quei famosi monasteri, si mise in viaggio per visitarli. Atanasia appena lo vide riconobbe il suo marito, ma preferì non rivelarsi invitandolo comunque a fermarsi in quel monastero. Denominato “monastero XVIII” dal numero delle miglia che lo separavano da Alessandria d’Egitto.
Dopo una dozzina d’anni Atanasia morì: solo allora Andronicò scoprì la sua reale identità e di essere sepolto accanto a lei presso Gerusalemme. La vicenda di questi santi coniugi pare essere una finzione letteraria ispirata ai più frequenti luoghi comuni dell’agiografia monastica, purtroppo priva quindi di qualunque autenticità. La loro festa si diffuse nelle Chiese copte egiziana ed etiope, nonché a Cipro ove erano oggetto di particolare venerazione.
Autore: Fabio Arduino
La storia di questa coppia è leggendaria. Si narra che in Egitto, alla fine del IV secolo d.C., ai tempi in cui regnava l’imperatore romano Teodosio, Andronico svolgesse con successo il mestiere di orafo. Il lavoro va a gonfie vele, così decide di sposarsi con Atanasia. I due sposini si amano e con tanto desiderio aspettano un bambino. Nasce il primo figlio che però, purtroppo, presto muore. Nella loro tristezza per la sciagura capitata, Andronico e Atanasia non si perdono d’animo e cercano un altro bambino. Nasce il secondo figlio e pure questa volta il destino si accanisce contro la coppia. Dopo poco tempo il bambino muore. Nessuno e niente può consolare i due sposi, quando una notte fanno entrambi lo stesso sogno: San Giuliano dice che devono dedicare la loro vita interamente a Dio. Andronico e Atanasia non stanno tanto a riflettere. Capiscono che il sogno arriva dal Signore e per loro significa poter dare di nuovo un senso alla propria vita.
Per prima cosa Andronico vende tutti i suoi beni e distribuisce ogni ricchezza ai poveri: vedove, orfani e ammalati che non possono lavorare. Quindi, assieme alla moglie intraprende un viaggio verso i luoghi dove ha vissuto Gesù, in Terra Santa. Quando si accingono a tornare a casa, incontrano l’eremita San Daniele che vive in cima a una colonna. L’eremita invita Andronico ad unirsi ai suoi discepoli. Atanasia, invece, viene accolta in un monastero femminile a Tabenna (Egitto). Qui la sposa prende una decisione coraggiosa e fuori dal comune. Atanasia non ammette di essere considerata diversa dagli uomini e di essere, perciò, dispensata da rinunce e fatiche. Così si traveste da uomo, si reca in un altro convento e per tutti diventa un monaco. Dopo qualche tempo, il suo comportamento è talmente virtuoso e degno di valore da meritarsi la nomina a guida di vari monasteri dislocati tra l’Egitto e la Palestina, che diventano famosissimi.
Trascorrono dodici anni e l’ex marito Andronico, divenuto monaco, desidera, come tanti altri, visitare i monasteri guidati da Atanasia di cui tanto si parla. Quando i due ex sposi si incontrano, mentre Atanasia riconosce il marito, lui non si accorge della vera identità della moglie. La donna non gli svela la verità, ma lo invita a rimanere in convento con lei. Andronico scopre il segreto del suo abate solo dopo la sua morte. Il monaco esprime, allora, il desiderio di essere sepolto accanto alla moglie a Gerusalemme. Andronico è protettore di orefici e argentieri.
Autore: Mariella Lentini
Fonte:
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