I santi martiri Eutropio, Cleonico e Basilico, menzionati nel Martirologio Romano il 3 marzo e il 22 maggio, sono stati probabilmente due personaggi distinti: Eutropio e Cleonico erano militari di professione, decapitati a Comana nel 312, mentre Basilico era vescovo di Comana, decapitato a Nicomedia nello stesso periodo.
Martirologio Romano: Ad Amaséa nel Ponto, nell’odierna Turchia, santi Cleonico ed Eutropio, martiri durante la persecuzione dell’imperatore Massimiano sotto il governatore Asclepiodato.
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Santi CLEONICO, EUTROPIO e BASILISCO, martiri
Nel Martirologio Romano al 3 marzo è menzionato Basilico, martire a Comana insieme con Eutropio e con Cleonico; sempre nello stesso Martirologio al 22 magg. è commemorato solamente Basilico. Come mai questa duplice commemorazione, prima con due compagni e poi solo del suo nome? Ciò può dipendere dagli Atti del martirio. Esiste, infatti, una narrazione riguardante i tre martiri nella quale si descrive come Eutropio, Cleonico e Basilico, militari di professione e parenti di s. Teodoro la recluta, vennero scoperti cristiani. Dopo essere stati sottoposti a tormenti di vario genere, furono trasferiti a Comana ove Eutropio e Cleonico furono immediatamente uccisi; Basilico, invece, fu suppliziato qualche tempo dopo. Questa distanza di tempo nel martirio può aver fatto sorgere la doppia festa sopra menzionata. Ma questi Atti vengono dai critici respinti come narrazioni favolose. Con ogni probabilità la leggenda va connessa con il culto, vastissimo in Oriente, di s. Teodoro la recluta (7 febb.). Nelle molte e varie narrazioni del suo martirio si accenna ad alcuni soldati da lui convertiti o istruiti nella fede cristiana. Dato che un martire Basilico è veramente esistito (come appare da fonti indubitabili) gli ignoti autori degli Atti hanno forse pensato di collegare la storia del loro martire con il famoso e più venerato Teodoro per procurargli fama maggiore. Per questo lo hanno fatto parente di Teodoro, ma nessuna prova esiste per affermare simile parentela.
Tuttavia, altre fonti ci parlano di un Basilico venerato a Comana. Nella Vita di s. Giovanni Crisostomo, scritta da Palladio si narra che il santo dottore si trovò, negli ultimi giorni del suo doloroso esilio, a Comana. Quivi ebbe una visione : gli apparve Basilico che, dopo averlo consolato preannunziandogli l'imminente glorificazione celeste, si presentò come vescovo di Comana, martirizzato a Nicomedia sotto Massimiano nella stessa epoca di Luciano di Antiochia. Altri storici greci, come Sozomeno (Hist. Eccl., VIII, 28, in PG, LXVII, col. 1591) e Teodoreto (Hist. Eccl., V, 34, in PG, LXXXII, col. 1266) riferiscono più o meno la stessa notizia col particolare di Basilico, vescovo di Comana. È proprio quest'ultimo particolare che è oggetto di discussione fra i critici. Infatti, altre fonti greche (cf. Ada SS. Martii e Synax. Constantinop. citt. in bibl.) menzionano Basilico come soldato martire, ma non recano nessun accenno che lo qualifichi vescovo della città.
Nella Vita di s. Giovanni Crisostomo, scritta da Giorgio di Alessandria, è narrata la visione, ma Basilico è un soldato, non un vescovo. L'ipotesi di due santi dello stesso nome, uno vescovo e l'altro soldato, è comunemente scartata. Resta il problema di un Basilico vescovo di Comana, oppure di un Basilico soldato, martirizzato in questa città. La maggioranza dei critici esclude che sia esistito a Comana un vescovo di tal nome; la narrazione di Palladio riguardante la permanenza di s. Giovanni Crisostomo presso la tomba del martire Basilico è ritenuta vera, ma presenta alcuni particolari descritti assai confusamente e con imprecisione dall'autore. Ad es., come mai Basilico, martirizzato a Nicomedia, stando alla narrazione, era sepolto a Comana? Il fatto che gli antichi sinassari greci parlino di Basilico soldato, martire e non vescovo, potrebbe essere una prova dell'errore in cui sono incorsi Palladio e gli altri storici greci che hanno seguito la sua narrazione. È quindi probabile che questo soldato, scoperto come cristiano, fosse decapitato e sepolto nella città di Comana, probabilmente nel 312.
Autore: Gian Domenico Gordini
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