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Enguera, Spagna, 12 marzo 1893 - Picadero de Paterna, Spagna, 29 dicembre 1936
Eresse associazioni eucaristiche nelle parrocchie in cui esercitò il suo ministero, propagando la devozione delle Quaranta Ore. Fu giustiziato dai miliziani, durante la Guerra Civile Spagnola.
Martirologio Romano: Nella città di Paterna nel territorio di Valencia in Spagna, beato Giuseppe Aparicio Sanz, sacerdote e martire, che, durante la persecuzione contro la fede, versò il sangue per Cristo.
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I 233 martiri, vittime della sanguinosa Guerra Civile Spagnola (1936-1939) sono stati beatificati l’11 marzo 2001 da papa Giovanni Paolo II.
Nella grande disumana strage che insanguinò la Spagna, il numero delle vittime superò il milione, colpendo persone di ogni classe, età e fede.
Gli storici hanno ormai riconosciuto che all’interno di questo terribile massacro, nei territori allora chiamati “zona rossa”, in mano agli anarchici ed ai social comunisti, si perpetrò una vera e propria persecuzione contro i cristiani cattolici.
I fedeli laici, solo perché cristiani, furono ammazzati a decine di migliaia e con loro furono massacrati 4148 sacerdoti diocesani, 12 vescovi, 283 suore, 2365 religiosi (sacerdoti e fratelli), per un totale finora riconosciuto di 6808 martiri, con la distruzione di numerose chiese.
La Chiesa sta beatificando a gruppi più o meno numerosi tutti quelli, sacerdoti, religiosi, suore e laici, di cui si è potuto raccogliere le notizie necessarie per l’espletamento della pratica di beatificazione.
Nel gruppo di 233 martiri beatificati nel 2001 sono presenti, cito solo alcuni gruppi: 32 salesiani, 19 cappuccini, 18 domenicani, 17 francescani, 12 gesuiti e così via per tanti Ordini e Congregazioni di più recente istituzione; a loro si aggiunge un consistente numero di sacerdoti diocesani e laici, per un totale di 74 martiri, il cui capofila è appunto il beato Josè Aparicio Sanz, parroco.
I 37 sacerdoti e parroci e i 37 laici, sono quasi tutti della diocesi di Valenza; furono uccisi in luoghi diversi singolarmente o a piccoli gruppi, tutti nel secondo semestre del 1936; per brevità di spazio si omette il lungo elenco dei loro nomi, soffermandoci solo sul capofila.
Josè Aparicio Sanz nacque il 12 marzo 1893 a Enguera e battezzato il giorno seguente. Fin da piccolo avendo assimilato l’educazione cristiana ricevuta dai genitori, si dimostrò molto pio e incline ad una vita tutta dedicata al Signore.
Frequentò la scuola delle Suore Mercedarie di Enguera e prese il baccalaureato presso le Scuole Pie di Valenza, poi seguendo la sua vocazione al sacerdozio, entrò nel Collegio di S. Giuseppe di Valenza fondato dal beato Manuel Domingo y Sol (1836-1909) e diretto dai suoi Sacerdoti Operai Diocesani.
Proseguì gli studi al Seminario Conciliare Centrale, riconosciuto come Università Pontificia, dove si distinse come seminarista esemplare; fu ordinato sacerdote il 17 giugno 1916 dal vescovo di Segorbe, il venerabile Luigi Amigó Ferrer (1854-1934).
Fin dal primo incarico ricevuto nel vicariato di Benalì, esercitò il suo ministero sacerdotale sempre prediligendo i bambini, l’insegnamento del catechismo, l’amore verso l’Eucaristia.
Fu coadiutore di S. Maria de Oliva (1917), economo nel 1920 di Benifallim, nel 1921 parroco a Luchente, piccolo villaggio che divenne un centro di devozione eucaristica. Diede inizio agli annuali raduni dell’archidiocesi, con un ritiro nella Chiesa del Corpus Christi, nel ‘monte santo’ di Luchente; questa chiesa era fino allora isolata e abbandonata e fu salvata dalla completa rovina, grazie agli sforzi del giovane parroco, che la riportò all’antico splendore.
Nel 1930 fu arciprete nella parrocchia matrice di S. Michele Arcangelo ad Enguera, carica che mantenne finché incontrò il martirio il 29 dicembre 1936.
Restano molti scritti personali, molte lettere di direzione spirituale, scritti mistici ed ascetici, che permettono di delineare il profilo morale e mistico del beato Josè Aparicio Sanz.
Autore: Antonio Borrelli
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