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Beato Marino Blanes Giner Padre di famiglia, martire

Festa: 8 settembre

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Marino Blanes Giner, fedele laico, nacque ad Alcoy (Alicante) il 17 settembre 1888. Fu battezzato il 19 settembre 1888 e cresimato l’8 agosto 1902 nella chiesa parrocchiale Santa Maria. Impiegato di banca, catechista, consigliere comunale, si sposò il 26 settembre 1913 con la sig.na Julia Jordá Llovet, nella chiesa di San Mauro e San Francesco di Alcoy. Ebbero cinque figli. Fedele alla vita cristiana, pieno di fervore apostolico fu arrestato in odium fidei il 21 luglio 1936. Dopo una penosa prigionia, nella notte dal 7 all’8 settembre, donò la vita per Cristo. La sua beatificazione è stata celebrata da Papa Giovanni Paolo II l’11 marzo 2001.

Martirologio Romano: Nel villaggio di Alcoy vicino ad Alicante sempre in Spagna, beato Marino Blanes Giner, martire, che, padre di famiglia, nel corso della stessa persecuzione ricevette dagli uomini la morte, da Dio la vita eterna.


Parafrasando una celebre commedia di qualche decennio fa, verrebbe non solo da dire che “anche i bancari hanno un’anima”, ma addirittura che “anche i bancari vanno in paradiso”. Di più: anche i bancari possono essere innalzati alla gloria degli altari, a dimostrazione che a far la differenza non è la ricchezza, posseduta o maneggiata, piuttosto l’uso che di essa si fa. La prova di quanto stiamo dicendo è personificata dal beato Marino Blanes Giner, spagnolo di Alcoy, diocesi di Valencia, che più che per straordinarietà di vita brilla per eroicità ordinaria, solo “casualmente” sfociata nel martirio, ma che, di per sé, già sarebbe stata forse sufficiente a meritargli l’aureola. Nasce nel 1888 e, insieme al latte materno, succhia fede e amor di Dio che sembrano davvero abbondare in casa sua. Gli è così naturale, a 25 anni, quando sposa Giulia Jordá Lloret, dare vita ad una nuova famiglia autenticamente cristiana. Per la serie “Dio li fa e poi li accoppia”, Giulia, religiosa e innamorata del suo uomo, è davvero la compagna di vita ideale per Marino, lo  rende padre per nove volte ed è sua valida collaboratrice nell’educazione cristiana della numerosa famiglia. Se le testimonianze del martirio, per il modo con cui è avvenuto, sono nebulose e addirittura incerte, limpide ed incontrovertibili sono invece quelle sulla vita di quest’uomo tutto d’un pezzo, dall’onestà che non fa una grinza e dalla fede matura e coraggiosa. Come impiegato della filiale valenciana del Banco di Credito Spagnolo viene a contatto con una clientela vasta e composita e tutti sono concordi nel descrivere la competenza, la professionalità e la serietà di questo impiegato di banca che si fa in quattro per essere utile a tutti. Lo stimano talmente da volerlo anche amministratore comunale di Alcoy e Marino, da buon cristiano non solo “di sacrestia”, si immerge anche in questioni amministrative, pure qui dimostrando buon senso ed onestà. A nessuno sfugge che quel galantuomo è tale proprio perché è un ottimo credente: nelle sue tasche ci sono più tessere di associazioni religiose che non monete, perché queste ultime si volatilizzano ogni giorno nelle mani dei tanti poveri che incontra, mentre conserva gelosamente le prime; non per far sfoggio di associazionismo, ma perché la sua religiosità profonda ha bisogno di molti modi per esprimersi. Passa così, con naturalezza, dalle adunanze di Azione Cattolica all’adorazione notturna, dalla Conferenza di San Vincenzo alle riunioni del Terz’Ordine francescano o dell’Apostolato della Preghiera. Anche la sua domenica non conosce riposo:  impiega tutto il suo tempo libero a girare le campagne, per insegnare catechismo nelle fattorie più sperdute e, al ritorno, si chiude nelle corsie dell’ospedale, ad aiutare le suore nell’igiene dei malati. Quando la persecuzione religiosa, che prelude alla guerra civile, si abbatte anche sulla zona di Valencia, Marino non fa una piega e continua imperterrito la sua variegata attività catechistico-caritativa, pienamente cosciente, così facendo, di entrare nel mirino degli anticlericali. Anzi, è così convinto del prezzo da pagare per testimoniare la sua fede, da non considerarsi buon cristiano se non viene perseguitato. Di fronte all’abitudine degli anticlericali di incendiare le chiese e distruggere le immagini sacre, sente come suo dovere del momento vigilare sulla sicurezza di chiese e conventi e una notte riesce ad evitare l’incendio della chiesa parrocchiale, dove già sono state posizionate dodici bottiglie di benzina da far esplodere. Il giorno dopo il giornale locale cerca di screditarlo, accusandolo di “vita notturna peccaminosa” e il 21 luglio 1936 viene arrestato. Passa 50 giorni in carcere, sereno, coraggioso e forte, a confortare e vigilare perché la fede degli altri non vacilli, ma evidentemente ai persecutori fa più paura questo uomo silenzioso ma concreto, che non tanti altri incoerenti parolai. Così paura da decidere la sua eliminazione: lo prelevano alle 9 del mattino dell’8 settembre insieme ad altri e tutti vengono fucilati in un luogo talmente segreto che a tutt’oggi i loro resti  non sono ancora stati rinvenuti. Marino Blanes Giner è stato beatificato insieme ad altri 232 martiri spagnoli l’11 marzo 2001.


Autore:
Gianpiero Pettiti

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Aggiunto/modificato il 2011-01-15

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