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† Tyburn, Londra, 19 aprile 1573
Ordinato sacerdote durante il regno di Maria Tudor, epoca in cui la fede cattolica godeva del favore regio, Woodhouse si trovò ad affrontare un drammatico capovolgimento con l'ascesa al trono di Elisabetta I. Il cattolicesimo venne bandito e i suoi sostenitori perseguitati con ferocia. Arrestato nel 1561, Woodhouse trascorse dodici anni imprigionato, dedicandosi con instancabile zelo alla conversione dei suoi compagni di prigionia, testimoniando la propria fede anche nelle circostanze più difficili. Arso dal desiderio del martirio, Woodhouse non esitò a manifestare pubblicamente la sua fede, anche di fronte al tribunale che lo condannava a morte per tradimento. La sua incrollabile devozione lo portò ad essere ammesso nella Compagnia di Gesù, desiderando ardentemente di consacrare la sua vita al servizio di Dio. Nonostante i tentativi di farlo passare per pazzo, Woodhouse rimase irremovibile nella sua fede e venne giustiziato a Tyburn nel 1573.
Martirologio Romano: Sempre a Londra, beato Tommaso Woodhouse, sacerdote della Compagnia di Gesù e martire, che, ordinato sacerdote sotto la regina Maria la Cattolica e poi tenuto in carcere durante la persecuzione della regina Elisabetta I a motivo della sua fede per più di dodici anni, si adoperò strenuamente per riconciliare i compagni di prigionia con la Chiesa cattolica, finché sul patibolo di Tyburn coronò il suo martirio.
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La sua storia si snoda tra l'Inghilterra cattolica di Maria Tudor e quella tormentata dalla persecuzione religiosa di Elisabetta I.
Ordinato sacerdote durante il regno di Maria Tudor, epoca in cui la fede cattolica era dominante in Inghilterra, Woodhouse vide il suo mondo sconvolto dall'ascesa al trono di Elisabetta I nel 1558. Con l'affermarsi del protestantesimo, il cattolicesimo venne soppresso e i suoi sostenitori perseguitati. Rifiutando di abiurare la sua fede, Woodhouse si rifugiò nel Galles, dove fu catturato e imprigionato per ben dodici anni.
Nonostante la reclusione forzata, Woodhouse non rinunciò alla sua missione sacerdotale. La prigione, lungi dall'essere un luogo di desolazione, divenne per lui un'insperata opportunità di apostolato. Con instancabile zelo si adoperò per convertire i suoi compagni di prigionia e sostenere la loro fede. Tra i suoi convertiti figura Tommaso Gascoigne, un gentiluomo incarcerato per debiti.
Arso da un ardente desiderio di martirio, Woodhouse cercò di prendere il posto del Beato Giovanni Storey, condannato a morte nel 1571. Sebbene il suo anelito non fosse destinato ad avverarsi, il suo destino era ben altro. Accolto nella Compagnia di Gesù, desiderava ardentemente entrare a farne parte. Scrisse a Lord William Cecil Burghley, esortando la regina a sottomettersi al papa Pio V.
Le sue audaci parole ebbero come conseguenza un processo presso il Guildhall nell'aprile del 1573. Con incrollabile fermezza, Woodhouse si rifiutò di riconoscere l'autorità dei giudici e la competenza del tribunale secolare nel giudicare un sacerdote. Condannato per alto tradimento, fu impiccato a Tyburn il 19 giugno 1573.
Proclamato beato da Leone XIII nel 1886, Woodhouse è venerato come martire e protomartire della Compagnia di Gesù in Inghilterra. La sua memoria viene celebrata ogni anno il 19 giugno.
Autore: Franco Dieghi
Tra i numerosi cattolici arrestati in Inghilterra nel 1561, sotto la falsa accusa di aver congiurato contro la regina Elisabetta, trovavasi anche il rev. Tommaso Woodhouse, che, sorpreso a celebrare la Messa, venne immediatamente rinchiuso nelle prigioni del Fleet, dove rimase a languire per dodici anni, coronando infine con il martirio la sua lunga detenzione sofferta per la fede.
Della vita precedente del Woodhouse si sa soltanto che egli era stato ordinato sacerdote nell'ultimo anno di regno della cattolica Maria Tudor e che, dopo la morte della regina (17 novembre 1558), era stato costretto a lasciare il posto di rettore di una piccola parrocchia nella contea di Lincoln, che ricopriva da appena un anno, a causa della persecuzione anticattolica scatenata dalla nuova regina Elisabetta. Rifugiatosi allora nel Galles (1560), il Woodhouse visse facendo il precettore al figlio di un gentiluomo della regione, finché non venne arrestato il 14 luglio 1561.
Favorito sin dal principio di una certa libertà di azione, il Woodhouse fece della prigione un nuovo campo di apostolato, adoperandosi ad ottenere conversioni tra i suoi sventurati compagni di cattività; uno dei riconciliati da lui alla Chiesa cattolica fu, per esempio Tomaso Gascoigne, un gentiluomo imprigionato per debiti.
Tanto vivo era sempre stato nel Woodhouse il desiderio del martirio per la fede che cercò di attuarlo nel maggio del 1571, chiedendo di prendere il posto del beato Giovanni Storey, che aveva saputo essere stato allora condannato a morte. Accolto per lettera nella Compagnia di Gesù, in cui aveva ardentemente desiderato di entrare, dopo segrete trattative intercorse con il Provinciale gesuita di Parigi, nell'empito della sua gioia per essere stato esaudito, il Woodhouse scrisse a Lord William Cecil Burghley, Tesoriere del regno, una lettera datata 19 novembre 1572, nella quale egli lo sollecitava a persuadere la regina a fare atto di sottomissione al papa Pio V, da cui era stata giustamente deposta « per la sua grande disubbidienza ». Chiamato qualche giorno dopo a comparire davanti al Lord Tesoriere per essere interrogato al riguardo, il Woodhouse parlò ancor più schiettamente ed altrettanto fece davanti al Consiglio privato della regina, che cercò inutilmente di farlo passare per pazzo.
Al processo celebrato nell'aprile del 1573 al Guildhall, il Woodhouse non solo si rifiutò di riconoscere l'autorità dei giudici, ma contestò anche la competenza di quel tribunale secolare di giudicare un sacerdote. Riconosciuto infine come reo di alto tradimento, fu condannato alla pena capitale, venendo impiccato al Tyburn il 19 seguente. Proclamato beato da Leone XIII nel 1886, il Woodhouse, che i Gesuiti considerano come il protomartire della Compagnia sul suolo inglese, viene commemorato il 19 giugno.
Autore: Niccolò Del Re
Fonte:
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