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Lezáun, Spagna, 18 aprile 1867 – Barcellona, Spagna, 8 settembre 1936
Madre Apollonia del Santissimo Sacramento (al secolo Apollonia Lizarraga Ochoa de Zabalegui),superiora generale delle Suore Carmelitane della Carità, cadde in odio alla fede durante la sanguinosa Guerra Civile Spagnola. Papa Benedetto XVI ha riconosciuto il suo martirio il 22 giugno 2004 ed è stata beatificata il 28 ottobre 2007 con altre 497 vittime della medesima persecuzione.
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Lizarraga, Apollonia (Apollonia del SS. Sacramento), nacque a Lezàun (Navarra) il 18 apr. 1867, in una famiglia profondamente cristiana e numerosa - i genitori ebbero undici figli - nella quale apprese l'abnegazione e la carità verso il prossimo, virtù che esercitò in tutta la vita. Il 16 lug. 1886 entrò nel noviziato di Vitoria delle Carmelitane della Carità, istituto nel quale si consacrarono altre tre sue sorelle. Al nome di battesimo aggiunse quello di Sacramento, in ricordo del fatto che era nata di giovedì santo. Emessi i primi voti il 27 lug. 1888, dopo una breve pausa nel collegio di Madrid, partì per l'Estremadura. Svolse l'attività di insegnante nel collegio di Trujillo (Càceres), e successivamente fu superiora delle comunità di Villafranca de los Barros (Badajoz) e di Siviglia, lasciando ovunque l'esempio edificante di educatrice preparata, di religiosa osservante e caritatevole. Nel 1909, durante la «settimana tragica» di Barcellona, fa chiamata alla casa madre di Vic (Catalogna), dove nel 1911 venne nominata membro del consiglio dell'istituto. Durante il decimo Capitolo generale, celebrato a Vic nel 1923, fu eletta superiora generale con voto L'attività da lei svolta nei 13 anni di governo fu straordinaria. Si registrarono ben venti nuove fondazioni dell'istituto, fondato dalla beata Gioacchina de Vedruna. La preoccupazione maggiore della serva di Dio fu la formazione spirituale e culturale delle suore. Nel governare si distinse per il suo spirito soprannaturale e per il completo abbandono alla divina Provvidenza, eroicamente vissuto soprattutto negli anni di turbolenza politica (1930-36). Era animata da una forte sensibilità ecclesiale, unita ad un amore particolare per il Papa. Moltiplicò i suoi viaggi a Roma, dove seguì la causa di beatificazione della fondatrice e di altre due religiose dell'istituto. Nel difficile periodo che precedette la persecuzione religiosa del 1936, nelle lettere che inviava alle sue suore insisteva perché si attenessero in tutto alle istruzioni impartite dai rispettivi vescovi. Lei stessa, fino allo scoppio della persecuzione, consultava il vescovo di Barcellona. Le tappe delle settimane precedenti il suo martirio sono le seguenti. Il 21 lug. 1936 i miliziani tentarono di introdursi nella casa madre di Vic, e il 2 ago. la Lizarraga fu costretta a rifugiarsi a Barcellona in casa delle cugine. Per timore di un'ispezione, tre giorni dopo si trasferì presso la famiglia Darner. Il 3 set. si recò dal vescovo di Barcellona e il giorno 6 la casa dei Darner fu sottoposta ad un'ispezione dei miliziani. Per non compromettere la famiglia, ritornò presso le cugine; ma in una seconda perquisizione in casa Darner (8 set. 1936) i miliziani notarono la sua assenza, e la famiglia fu costretta a denunciare il suo nuovo rifugio. Arrestata insieme alle cugine e rinchiusa nella sede del comitato rivoluzionario, detta «Torre della morte», dopo vari interrogatori, quella stessa notte, sentendo chiamare il suo nome si fece avanti con passo sicuro e uscì con i miliziani, in silenzio. Fu barbaramente martirizzata: il suo cadavere, fatto a pezzi, fu portato in un allevamento di maiali, in località S. Elias, oggi cripta della parrocchia di S. Inés.
Autore: Maria Concepción Lopez
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