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Padre Theodossios Maria della Croce Fondatore

Festa: Testimoni

Grecia, 1909 – Bagnoregio, Viterbo, 1989

Il Padre Theodossios Maria della Croce, nacque in Grecia e visse poi a Parigi, ove svolse una intensa attività nel campo della cultura e dell'arte. In seguito convertito al cattolicesimo e diventato sacerdote fondò la “Fraternità della Santissima Vergine Maria” ad Atene e poi a Roma. La sede principale della sua opera si trova a Bagnoregio, patria di San Bonaventura, dove il Fondatore è morto ed è sepolto nella chiesa della Santissima Annunziata.



"La giusta percezione dell’identità del Cristo, dell’identità della Vergine Maria e dell’identità della Chiesa, dunque il vero carattere ontologico della Redenzione, apre la via alla conoscenza, alla pietà e alla pace interiore. È la via dei criteri eterni della Rivelazione che trascendono, arricchiscono e illuminano di bellezza sovrumana ogni conoscenza, meditazione e affetto". Noi diciamo, "illuminano tutto l’uomo".

Cercatore dell’Assoluto

Chi scrive così, con sicurezza assoluta e con singolare letizia, è un illustre uomo del nostro tempo, che nel secolo XX, ha compiuto un lungo luminoso cammino, esperto degli uomini e di Dio.
Si chiama Teodossio Sgourdelis, nato in Grecia nel 1909. Patrasso, la sua città natale, era un piccolo porto del Peloponneso. La sua famiglia era di religione greco-ortodossa. Abitavano vicino al porto e i bambini, tre fratelli e una sorellina, trascorsero la loro fanciullezza davanti al mare, contemplando le navi in partenza e in arrivo, tra cielo e mare.
A scuola, Teodossio si distingue in tutte le discipline. È intelligente, studioso, profondo di intuizioni e di pensieri. Al termine degli studi secondari, gli sono aperte molte vie. Ha compiuto molte letture su ogni genere di argomenti, ma in ogni cosa, come il fior fiore dell’areté greca, è sempre attirato dalla ricerca dell’Essenziale e dalla sete dell’Assoluto. Affascinato dall’essenza e dall’«Essere», la Veritas entis, fin dalla giovinezza è rapito dall’amore di indagare e di acquisire la Verità, sino in fondo.
Passa gli anni della giovinezza nel mondo della cultura e della filosofia. Si stabilisce a Parigi, che attira numerosi giovani da molte nazioni. Lì conosce pensatori e artisti, noti in Europa e nel mondo, e pubblica alcune opere letterarie e teatrali. Lui però non cerca il successo artistico. È assetato di trovare un’unità di vita e di conoscenza, l’«Unum necessarium» per il Quale spendere la sua esistenza – che si vive una volta sola.
Il I° settembre 1939, Hitler invadendo la Polonia, scatena l’immane conflitto mondiale. La Francia entra in guerra. Teodossio ritorna in Grecia dove viene chiamato alle armi. Parte per il fronte in Albania e si distingue per intelligenza e umanità. È un tempo durissimo. La Grecia presto è occupata dalle truppe tedesche. Lui viene incaricato dal comune del Pireo (Atene) di dirigere un orfanotrofio: a prezzo di enormi sacrifici, mentre è fame nera, rifornisce di viveri e di medicine quest’istituzione per la fanciullezza che soffre. Nel frattempo, riprende a scrivere e a pubblicare opere poetiche e teatrali.
È già un protagonista di primo piano della vita del suo paese. Lo sarà presto ancora di più, ma egli è un cercatore di Dio, della Verità totale di Dio. A Parigi, ha conosciuto pensatori illustri che, provenienti da diversi lidi, hanno placato la loro sete di Infinito nella Chiesa Cattolica, la Risposta adeguata e definitiva a tutti i problemi dell’uomo e del mondo. Dunque, ora che si fa?

Cattolico e sacerdote

Al giungere della liberazione con il crollo dei tedeschi, egli cerca di coinvolgere gli uomini politici a un programma per un risveglio spirituale dell’Europa, dal tempo della rivoluzione francese percorsa dalle idee nefaste e dall’azione disgregatrice dei "senza-Dio", ispirati a Marx e a Nietszche e soci: "Solo Gesù Cristo può far rivivere della vera vita l’Europa e il mondo".
Nel 1946, ritorna a Parigi, come addetto-stampa presso l’Ambasciata greca. Seguono anni colmi di attività, a livello culturale, sociale e politico. Teodossio vive tra Parigi e Atene, tra la Francia e la Grecia nell’epoca in cui la Grecia deve far fronte alla guerra civile, fomentata dai comunisti, che tentano di impadronirsi del governo. Tra lo sgomento delle loro efferatezze, egli pubblica e diffonde documenti rivolti ai capi spirituali e politici delle nazioni, nell’impegno di dare un indirizzo spirituale cristiano a questa lotta contro tutte le forme di materialismo, e di salvare la Grecia e altre nazioni dalla penetrazione di Stalin nel Mediterraneo. Solo Gesù Cristo – lui ne è convinto – potrà impedire questo immane sfacelo.
Ed ecco che il comunismo, in modo quasi inesplicabile a vista umana, in Grecia subisce una grande disfatta: Dio dunque è intervenuto nella storia. Teodossio ne è lieto e da uomo davvero esperto in umanità nella grande luce di Dio, è chiamato a offrire la sua opera per la ripresa morale dell’esercito e della patria che ha sofferto l’indicibile.
Nel frattempo, alcuni avvenimenti personali lo conducono a un cammino di ricerca che lo avvicina ogni giorno di più alla Chiesa Cattolica. Lo muove un amore sempre più grande alla Verità, l’azione della Grazia di Cristo in lui, e lo studio ammirato e cordiale del Cattolicesimo, dove scopre davvero il Cristo senza errori né mutilazioni, e tutto quanto viene da Lui.
Nel 1958, a 49 anni, Teodossio è accolto ufficialmente nella Chiesa Cattolica, dall’Arcivescovo Cattolico, a Atene. Proprio lì, da qualche tempo, egli ha radunato degli amici e ha iniziato "un’efficace opera di illuminazione, in vista del ritorno delle confessioni cristiane alla Chiesa Cattolica, l’unica vera Chiesa di Cristo".
Finalmente cattolico, è ora davvero un uomo felice. Non gli resta che dare alla Chiesa e alle anime tutto se stesso, per irradiare Gesù Cristo, nella sua Verità, nella sua bellezza, nella sua unicità: Gesù unico Maestro e unico Salvatore nell’unica sua Chiesa Cattolica.
Così, con una letizia straordinaria, tutte le sue attività ora convergono nella fondazione di una "società di cultura e di azione cristiana i cui membri sono legati a Gesù in uno spirito di rinnovamento e di santificazione interiore. È l’inizio della "Fraternità della SS.ma Vergine Maria". Nel 1960, pubblica a Atene, in lingua francese, il libro "Meditazioni sui santi di Dio", in cui guardando all’esempio dei Santi, lancia in primo piano le Verità fondamentali dell’Incarnazione, della Vita, della Riparazione e della Vittoria del Cristo sul peccato e sulla morte, e della nostra unione con Lui, nella Grazia santificante ora nel tempo, e sempre nell’eternità: "Gratia, inchoatio vitae aeternae". Verità, realtà essenziale, dirimente che davvero ci distingue e fonda la nostra identità nella Vita divina, nell’essere, nell’ontologia del Cristo.
Il libro ha una grande diffusione, tra cattolici e ortodossi, tra umili fedeli e uomini di cultura, tra Sacerdoti e Vescovi, e fa conoscere e apprezzare ancora di più il suo Autore. Teodossio si stabilisce a Roma, certo che dall’Urbe caput mundi, potrà diffondere più ampiamente la sua opera in mezzo alle anime.
Sono gli anni del Concilio Vaticano II e a Roma giungono Vescovi da tutto il mondo. Il Card. Giuseppe Siri, Arcivescovo di Genova, impegnato più che mai a difendere e a custodire la Verità della fede della Chiesa, incontra Teodossio: ne nasce una profonda stima e amicizia reciproca. Il Card. Siri – come già aveva fatto il Card. Valerio Valeri, un tempo nunzio a Parigi – lo invita a prepararsi al Sacerdozio. Lui stesso lo prepara con la sua sicura dottrina teologica, il suo amore a Cristo e la sua passione per la Chiesa.
Il 30 ottobre 1966, allora solennità di Cristo Re, il Card. Siri ordina sacerdote l’uomo singolare che ora, con il cuore colmo della gioia più pura diventa Padre Teodossio Maria, della Croce. Ora più che mai sarebbe vissuto soltanto per estendere la Regalità di Gesù sulle anime e sul mondo intero, per far rifiorire dovunque la sua Chiesa.

Per la Chiesa: la vita

Incardinato nella diocesi di Genova, il Cardinale lo incoraggia a diffondere la sua opera, nel momento difficilissimo del post-Concilio, in cui i cattolici migliori assistono sbalorditi a una revisione mai avvenuta, di tutto, dall’esegesi biblica alla teologia, alla Liturgia, alla disciplina della Chiesa. Allora P. Teodossio fonda, accanto alla Comunità delle Sorelle, la Fraternità della SS.ma Vergine Maria, comprendente una Famiglia sacerdotale "Jesus Sacerdos et Rex", e una Famiglia di Suore dal bellissimo nome di "Agnus Dei", e apre la possibilità di un ramo di laici consacrati.
Ha 57 anni, il Padre, e il suo insegnamento, prodigato senza posa alle anime, in primo luogo alla sua Famiglia religiosa che vede crescere e fiorire nella Verità, raggiunge il suo culmine e la sua pienezza. Lucido quanto mai e operoso nella situazione della Chiesa, scrive: "Personalmente, io sono molto riconoscente a Dio di appartenere a questa Chiesa ora «mortificata», dolente, che soffre come il Corpo di Gesù soffriva al tempo della sua Passione, e io desidero morire come un soldato di questa Chiesa che amo. E io dico a tutti i miei figli e a tutti i miei amici, che noi non possiamo vivere soltanto leggendo libri, ma lasciando morire in noi l’uomo vecchio che vive nella superficialità, nel piacere, nella collera, mentre invece dobbiamo essere occupati di Cristo e delle anime che noi dobbiamo ammaestrare, scuotere, consolare, benedire, avviare all’incontro con Dio. Ecco il segreto per conoscere in profondità il mistero della Chiesa, amando e dimenticando noi stessi".
P. Teodossio ha una facoltà piuttosto rara di rendere accessibili a tutti le grandi Verità, Gesù Cristo e la sua Chiesa, la vita di comunione con Lui nella Grazia e nei Sacramenti, il valore immenso del Sacerdozio e dell’Eucaristia, senza mai banalizzare nulla. Seguendo il suo genio greco, alla luce splendente del Logos incarnato che è Cristo, egli riporta tutto a Lui – all’Essenziale – e si impegna come suo sacerdote affinché tutti ricevano in Lui questa "vita nuova" davvero "alta" nella santità.
A chi lo ascolta o legge, la ricchezza del suo pensiero appare inesauribile: non c’è problema della vita e della società o della Chiesa, che lui lasci senza risposta, perché in Cristo si può rispondere a ogni interrogativo per quanto angoscioso, donando giustificazione e senso all’esistenza, la possibilità della gioia, anche nel dolore.
Nella frammentazione liturgica degli arbitrii e nella dissacrazione della SS.ma Eucaristia vede la causa fondamentale della crisi senza limiti che dilaga nella Chiesa e, per questo, restituisce al suo centro, la Sacra Liturgia. Egli stesso insegna e prepara le celebrazioni, i paramenti e gli arredi sacri. Vuole che nelle Sante Messe della comunità sia conservato il Canone Romano. Insiste sulla necessità dell’adorazione quotidiana a Gesù Eucaristico, perché solo da Lui, tutto scaturisce per noi, grazia su grazia (Gv 1,16).
Trasmette un grande amore alla Madonna, venerata nella pienezza della sua realtà: Immacolata, sempre Vergine, Madre di Dio, Assunta con il suo corpo nella gloria, e anche Corredentrice nostra, Colei che, Madre della Chiesa, forma Gesù nei suoi figli e ci precede nella patria dei cieli. La realtà ontologica del Verbo incarnato, Gesù Cristo, e per Lui, la realtà ontologica di Maria, la Madre di Dio, mai la sapienza umana, i valori umani di una "gnosi" infine inconsistente, ma sempre l’essenza, l’essere in pienezza.
Per 25 anni, a costo di molti sacrifici, dirige la sua Fraternità, impegnandosi affinché le due comunità siano dei veri centri di formazione cristiana-cattolica, fondati sul vero amore a Cristo e alla Chiesa, sulla preghiera personale e liturgica davvero sacra, in un clima di pace e di reale amicizia fraterna.
Egli stesso apre la Fraternità all’apostolato delle edizioni che raggiunge il suo apice con la pubblicazione in 5 lingue del capolavoro del Card. Siri, "Getsemani", in cui il Cardinale, sostenuto anche dal Padre Teodossio, mette in evidenza con estrema lucidità i gravissimi errori presenti nella teologia moderna, dimostrando come soprattutto Rahner (e Kung) abbiano la pretesa incredibile e folle di fondare una "teologia" (= (!) senza Cristo, cui consegue lo scardinamento di tutto, come da più di 40 anni, stiamo vedendo sotto i nostri occhi.
L’opera dottrinale che P. Teodossio pensa come missione sua e della Fraternità, si arricchisce e si manifesta nel suo insegnamento in cui sente l’urgenza di dissetare le anime alla Sorgente purissima e infinita del Cristo e della Chiesa, annunciando, guidando e soprattutto testimoniando la Verità. Lo scriverà nella Regola d’oro della dottrina della Chiesa: "È il Cristo a dirci che nulla possiamo senza di Lui e che la nostra grandezza dipende dalla nostra «infanzia» e dalla nostra sottomissione alla sua Verità. È il Cristo che ci ha chiamati a liberarci sottomettendoci alla sua Verità e non cercando una personalità autonoma da Lui, e dunque falsamente libera. È il Cristo che ha parlato al mondo diversamente da come parla il mondo e ora spesso diversamente da come si parla nell’ambiente della Chiesa".
Davvero qualcosa di grande e di maestoso, la Fede sublime nel Cristo che cambia l’uomo e la storia e costruisce la civiltà vera e spalanca l’eternità nella comunione con Dio. Ed è così che l’intelligenza viva e aperta, il cuore sensibile e amante rendono il P. Teodossio attento a tutte le necessità spirituali e materiali di quelli che incontra.

Incontro a Dio

Gli anni passano veloci e densi di preghiera e di opere. Nel 1980 fonda la Milizia del Santo Sacrificio, associazione che promuove la difesa e la valorizzazione del SS.mo Sacramento dell’Eucaristia, come Presenza reale e Sacrificio di Gesù sull’altare, unita alla fedeltà assoluta alla Tradizione della Chiesa. Nel 1983, ormai provato e già malato, impegnandosi a amare i suoi sino al culmine (Gv 13, 1) come Gesù, senza mai risparmiarsi, stabilisce la sua Opera a Bagnoregio (Viterbo).
Offre tutta la sua vita a Dio con pazienza e lieto abbandono a Lui, sino all’ultimo. La sua offerta con Gesù per la Chiesa e per le anime. Celebra l’ultima Messa il giovedì santo 1989, circondato dai suoi "figli". Il 2 maggio, il "suo" Cardinale Giuseppe Siri, lo precede e lascia questa terra. Qualche settimana dopo, il 19 maggio 1989, P. Teodossio della Croce, lascia anche lui questo mondo per il Cielo.
In attesa di una sua biografia, il suo ritratto più bello appare dai suoi scritti e dalla sua predicazione, in primo luogo dal libro "Resta con noi Signore" (pubblicato dopo la sua morte da Città nuova), in cui l’invito dei discepoli di Emmaus al misterioso Viandante che aveva loro riscaldato il cuore lungo la via, diventa la struggente invocazione della Chiesa e degli uomini d’oggi a Lui, in questo tempo di apostasia:
"Resta con noi, Gesù. Tu, contestato sin dall’inizio dagli scribi e dai dottori e condannato dai capi del popolo che fu il tuo, contestato e rifiutato in seno alla tua Chiesa, da "scribi e dottori" soprattutto nel nostro tempo, Tu, Gesù, non ci lasciare. Senza di Te, si fa sera e scendono le tenebre e nessuna lampada al mondo vale a sostituirti. Resta con noi, Gesù Tu, il Necessario, l’Indispensabile, l’Unico".

Autore: Paolo Risso

 


 

La Fraternità della Santissima Vergine Maria riconosce le proprie radici nella Scuola Apostolica San Pio X, fondata ad Atene dal Padre Theodossios, che volle unire nella propria persona la tradizione orientale, nella quale era cresciuto, a quella occidentale, che abbracciò successivamente, diventando sacerdote cattolico negli anni sessanta. L’intento col quale nacque la Scuola Apostolica era prettamente ecumenico: dare cioè la possibilità ad entrambe le confessioni, ortodossa e cattolica, di ritrovarsi per vivere una liturgia comune e pregare insieme il Rosario, ricercando l’unità. Il nucleo originario gestiva anche una scuola media, che gradatamente divenne il luogo in cui alcune ragazze si sentirono chiamate non solo alla preghiera, ma anche ad intraprendere un cammino di consacrazione. Furono appunto queste che nei primi anni Sessanta vennero a Roma, per essere più vicine al cuore della Chiesa e della cristianità. Il gruppo approdò in Italia grazie ad un sacerdote diocesano Don Nicola Vidalis, che presentò la nuova fondazione al Card. Siri. Costui ordinò il fondatore della Fraternità nel 1961 e qualche anno dopo, nel 1968, approvò la nuova fondazione come Pia Unione. Inizialmente la fraternità ha dunque solo questo “ramo” femminile, ma contemporaneamente a Roma, avviene qualcosa di insolito per un gruppetto di seminaristi francesi. Essi, infatti, sentono un giorno l’esigenza di recarsi in pellegrinaggio alla Madonna delle Tre Fontane per pronunciare lì l’atto di consacrazione a Maria, del Montfort, chiedendo alla Madonna luce sul loro cammino interiore. Solamente due giorni dopo, uno di loro viene invitato “casualmente” a far conoscenza del Padre Teodosio: è l’anniversario della ordinazione del padre greco. Da quell’incontro, uscirà edificato ed entusiasta al punto da trasmettere anche ai compagni il desiderio di “conoscere quell’uomo di Dio”: saranno loro i primi sacerdoti della Fraternità.
Ogni fondazione è un mistero della Provvidenza e le parole umane sono molto limitate per parlarne.
P. Theodossios viveva e trasmetteva un tale amore per la Chiesa, fino a suscitare in tante persone il desiderio di dare tutto per servire l’opera della Redenzione. E volle dare come scopo alla Fraternità il ridestamento spirituale nella dottrina, nella vita di liturgia e di devozione, nella vita personale e la vita di comunità.
Egli aveva capito che un rinnovamento era necessario nella vita dei cristiani. In un periodo di sconvolgimenti e adattamenti continui, cercava di conservare costantemente presente e inalterata nelle anime la realtà sacra della Chiesa, e di ridare vita nei cuori alla dottrina insegnata: “Ridestare e elevare la vita dottrinale significa che per ogni cosa, per ogni atto, dobbiamo riferirci, sia con la volontà sia spontaneamente, allo scopo centrale: la trasformazione di noi stessi per percepire la verità, per essere utili come adoratori o come apostoli”.
Il nome di Fraternità significa che quelli che ne fanno parte, secondo l’ideale apostolico della Chiesa primitiva (Atti 2, 42-47) fondano l’armonia della loro vita in comune sull’amore della verità e la carità fraterna: “Nessuna opera per il Cristo può essere efficace, ne alcun apostolato potrà mai perforare il muro opaco della Storia, se non viviamo il grande legame degli Apostoli di Cristo, e questo legame fu una carità straordinaria fra di loro”.
Padre Theodossios aveva un’amore e una devozione immensa per la Santissima Vergine. Percepì profondamente il mistero della sua Immacolata Concezione, della sua Maternità divina e del suo ruolo ontologico nell’opera della Salvezza. Per questo il Rosario occupa un posto primordiale nella preghiera comune e privata dei membri della Fraternità, e la consacrazione alla SS. Vergine è il primo passo nel cammino di vita nuova.
La Comunità Jesus Sacerdos et Rex è il ramo religioso sacerdotale della Fraternità. Esso comprende normalmente Fratelli sacerdoti o destinati a diventarlo. L’unità di vita in ogni forma di esistenza e più particolarmente nella vita del sacerdote, è stata la grande preoccupazione del Padre. Tutta la vita spirituale deve essere una continuazione del santo Sacrificio della Messa: “Bisogna centrare tutta la nostra attenzione, la nostra intelligenza, il nostro amore su la missione che consiste nel trasmettere alle anime, attraverso sofferenze, opere pratiche e ogni cosa, l’universalità dell’amore di Dio e degli esseri. Elevare l’intellualità ad un’altro livello di partecipazione ontologica alla conoscenza, ecco lo scopo principale della Fraternità nella sua missione apostolica sacerdotale”.
L’ideale della vita consacrata, esplicitato durante anni dal Padre Theodossios, era secondo lui come per gli altri grandi Fondatori, una via di riparazione della prima disubbidienza dell’uomo e una via di ritorno a Dio : “I voti e le promesse hanno valore soltanto se sono il risultato della presenza crescente nell’uomo, gradualmente forse ma in modo continuo, di questa parola misteriosa: amare. Per vivere l’amore che presuppongono i voti gloriosi, non basta non volere il male; la buona volontà e l’onestà non bastano. Colui che vuole vivere i voti per amore di Dio e in Dio deve superare se stesso”.
La Fraternità è stata giuridicamente costituita come Pia Unione dal Cardinale Giuseppe Siri Arcivescovo di Genova il 23 gennaio 1968, ed ora sta per essere riconosciuta come Società di Vita Apostolica.
E’ una Famiglia di vita fraterna, liturgica ed apostolica che comprende due rami principali: una Comunità sacerdotale di vita comune che porta il nome di Jesus Sacerdos et Rex, e una Comunità di Suore di vita comune, chiamata Agnus Dei. Alla comunità dei Fratelli è aggregata anche una Fraternità secolare di membri laici sotto il nome di Mater Ecclesiae.
L’apostolato della Fraternità si modella a seconda delle necessità, in armonia con l’insegnamento del Santo Padre e le richieste dei Pastori della Chiesa. I mezzi principali sono:
a. Il Culto liturgico
b. L’approfondimento e la trasmissione della dottrina sacra della Chiesa
c. La formazione spirituale dei fedeli
d. La promozione dell’unione dei cristiani nell’unica Chiesa di Cristo.
La Fraternità ha ricevuto dal suo Fondatore un messaggio di rinnovamento interiore fondamentale ed ha la convinzione che “l’unica opera che domina e supera la storia è il combattimento spirituale, questo sforzo di liberazione di ogni anima per unirsi a Dio e conoscere profondamente la Verità”.
Ed è ciò che P. Theodossios ha voluto trasmettere, fino all’ultimo respiro, con le parole e la vita.


Fonte:
www.introiboadaltaredei.wordpress.com

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Aggiunto/modificato il 2011-03-26

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