Sivizzano Sporzana, Fornovo, Parma, 4 dicembre 1930 – Parma, 4 aprile 1996
Ovunque Don Dario è passato ha lasciato, nei laici e nei preti, un ricordo indimenticabile e profetico : un ricordo cioè che s'immerge nei labirinti della memoria e si fa speranza creativa e fiduciosa. Gli aspetti esteriori del suo ministero hanno il loro valore, ma è soprattutto la sua vita spirituale che ha reso fecondo tutto il suo agire. La preghiera era per lui l'occupazione più importante. Quante volte i suoi parrocchiani, dovendosi recare da lui a ore insolite, per qualche circostanza speciale, lo trovavano in chiesa, dove rimaneva per ore : pellegrino sulla terra ma cittadino del cielo! Visitava sovente gli ammalati e gli anziani e sapeva dir loro parole di fede con la semplicità e la gioia di un bambino. Amava stare con i giovani e con loro giocare e cantare. Costantemente al servizio degli altri, non lo fermavano né le avversità atmosferiche, né le indisposizioni personali. La sua tenacia era accompagnata da un equilibrio pieno di saggezza, frutto dell'abitudine di discutere con Dio problemi e soluzioni. Preti e laici che lo hanno incontrato non hanno potuto fare a meno di sperimentare il contagio, discreto ma percettibile, della grazia di Dio.
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