Pianello Lario, Como, 26 aprile 1878 - Como, 21 giugno 1890
Etimologia: Alessandrino = piccolo protettore degli uomini, dal greco
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Mentre leggevo la vita del piccolo Sandrino (come lo chiamava suo nonno), continuava a ripresentarsi alla mia mente la stessa immagine, quasi scorresse al posto del libro la pellicola di un cartoon: quella di un cucciolo tenero e bisognoso d’affetto ma così “fedele” al suo “padrone”, tanto da essere capace di dargli la vita.
Per uscire dall’espressione figurata, Alessandrino che nasce da papà Natale e mamma Domenica nel lontano 26 aprile 1878 a Pianello Lario, paesino lambito dal lago di Como, gracile di salute ma robusto di fede, avverte un inesauribile desiderio di cielo che lo lancia, giovanissimo, verso vette impossibili. La fermezza nel voler offrire la propria esistenza per un ideale, diventa vocazione certa e provata da circostanze ed esperienze che il piccolo intuì quale autentica chiamata.
Suo modello di riferimento era la vita di san Luigi Gonzaga. Ma un altro importante Luigi l’accompagnò nel suo breve itinerario terreno: don Luigi Guanella, il sacerdote amicissimo di Don Bosco, che invitò il giovane Sandrino nella sua “Piccola Casa della Divina Provvidenza” perché potesse sperimentare la via del Signore. L’istituto, nato pochi anni prima, accoglieva orfani, anziani e disabili mentali. Sarà proprio tra gli “abbandonati” che il giovane con la forza della fede, confermò il desiderio che da sempre lo animava: “darsi agli altri come ministro di Dio, sacerdote, ma santo e infaticabile, alla Don Bosco”. Non fu mai un campione di salute e certo le giornate alla “Casa” non erano una passeggiata serena: iniziavano prestissimo la mattina con la santa messa, celebrata alle cinque, e continuavano con i doveri scolastici che mai egli trascurò. Il suo fisico cominciò a risentirne con mal di testa frequenti che gli impedivano di applicarsi nello studiare. Nonostante ciò Sandrino perseverava con profonda convinzione e con umiltà nell’adempimento dei suoi doveri e nella cura dei suoi studi.
Era però anche un grande intrattenitore e il gioco come tutte le altre attività aveva la sua parte nella vita di Sandrino. E fu proprio il gioco lo strumento che lo allontanò definitivamente dalla terra dei vivi… Preceduta da un sogno in cui gli apparve il padre (scomparso poco tempo prima), la morte gli venne incontro nel giorno della festa del direttore, onomastico di san Luigi. Alessandrino venne dagli altri suoi compagni chiamato a inaugurare il nuovo gioco nella “Piccola Casa della divina Provvidenza”. Sale sull’altalena, comincia a dondolare, ma è d’improvviso colto da un capogiro che lo fa rovesciare all’indietro e battere la testa contro il suolo. Inutili i soccorsi e la corsa in ospedale. La sua breve esistenza termina in un giorno a lui caro e nello stesso modo con cui avrebbe voluto andarsene il suo Luigi Gonzaga: giocando! Correva il giugno del 1890 quando, a quattro mesi dalla morte del suo caro papà, anche Sandrino rendeva l’anima al Signore.
Autore: Serena Manoni
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