Nata il 13 giugno 1836 a San Casciano Val di Pesa (Toscana), entrò tra le Figlie della Carità il 23 dicembre 1855, seguendo la sorella Carlotta e distinguendosi subito per il profondo spirito interiore e per la tenera devozione a Maria Immacolata. Nel dicembre 1862 i suoi desideri di andare nelle terre di missione furono eusaditi: partì per la Cina con altre 4 compagne, e fu assegnata a Tien-Tsin, l’importante porto di Pechino. Si dedicò particolarmente all’apostolato a domicilio, andando nei villaggi a battezzare i bambini in pericolo di morte e istruendo i catecumeni. Con ardore instancabile superò gravi difficoltà; ma non minore fu l’impegno nelle altre opere della missione (orfanotrofio, dispensario, ospedale, ecc.) che avevano il loro centro nella casa delle suore o Jansetang (= casa della misericordia). La sostenevano l’ardente parola e più gli esempi dei due missionari vincenziani, p. Chevrier e p. Ou che con lei e le compagne morirono per la fede in Cristo. Infatti l’attività per l’Opera della S: Infanzia a favore dei poveri bambini abbandonati venne mal interpretata, e le suore, prima tanto amate e venerate, furono additate al pubblico odio (“diavoli bianchi” era lo sprezzante nomignolo ripetuto). Suor Andreoni, con i due eroici missionari e le compagne, cadde vittima dell’odio della popolazione inferocita, ma ben lieta di dare la sua ancor giovane vita per la salvezza della missione cinese. La causa di beatificazione di suor Andreoni e compagni fu introdotta a Roma il 17 aprile 1931; il 27 maggio dello stesso anno si ebbe l’apertura del processo ordinario e il 22 settembre 1960 l’apertura degli scritti.
Autore: Edgardo Fei
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