Ulrico era nato a Cervia, il 1° luglio 1930 da Alfredo e Teresa Mezzanotte. Fin da piccolo dimostrò un temperamento esuberante e volitivo, come ci testimoniano le maestre che lo ebbero come scolaro, prima all’asilo, poi alle elementari. A due anni fu affidato all’asilo delle suore della Carità, che aveva come sede l’edificio adiacente al Suffragio. Da subito emersero le sue buone e precoci capacità, per cui le suore lo prepararono perché potesse essere senz’altro ammesso alla 2^ classe, saltando un anno. Frequentò le scuole elementari lasciando alla maestra Ines Zanotti, un ricordo inconfondibile, per la sua esuberanza di sentimento e di vitalità, ma anche per la sua generosità e disposizione alla riflessione. La sua preparazione spirituale, iniziata presso le suore della Carità, continuò a perfezionarsi quando si iscrisse all’Associazione “Pier Giorgio Frassati” della Gioventù Italiana di Azione Cattolica, prima come fanciullo poi come aspirante, sotto la guida spirituale di Don Ido Castagnoli. Nel 1940 Ulrico si trasferì a Ravenna per frequentare la scuola media. Fu ospitato dai nonni materni che, insieme alla zia Alberta lo seguirono negli studi. Il padre lo andava a trovare ogni settimana e solo saltuariamente Ulrico ritornava a casa anche perché i mezzi di trasporto in quegli anni non erano certamente facili e comodi e per di più era in atto il II° conflitto mondiale. Nei due anni che fu a Ravenna presso i nonni, continuò ad essere assiduo ai Sacramenti e a interessarsi alle cose della chiesa, sia nella parrocchia di S. Domenico dov’era cappellano con Dradi, sia nella parrocchia di S. Biagio dov’era cappellano don Fuschini. Il solare ULRICO SARTI, ci ha edificato con i suoi scritti, le sue meditazioni e incitazioni a migliorarci ogni giorno e con il suo continuo esempio di “piccolo santo”. La domenica del 31 maggio, accaldato dopo un saggio ginnico scolastico, tenuto al Polisportivo di Ravenna, Ulrico bevve imprudentemente alla pompa di una scuderia vicina. L’acqua era infetta ed egli contrasse il tifo. Dopo un periodo di incubazione, la malattia si rivelò in tutta la sua gravità. Il 21 giugno Ulrico si mise a letto e non lo lasciò mai più. Successivamente si rese necessario il ricovero a Ravenna, ma nonostante le cure sapienti e prodighe del dott. Fontana e del suo Aiuto dott. Roversi, Ulrico concluse la sua vita terrena alle 12,30 di venerdì 31 luglio 1942. I momenti conclusivi della sua vita furono contrassegnati da atroci sofferenze, ma egli li visse come un sacrificio da affrontare con spirito cristiano e con grande dignità. Il 2 agosto 1942 tutta Cervia partecipò al suo funerale nella Cattedrale di Cervia e accompagnò la bianca bara al cimitero, al limitare della secolare pineta. La sua lapide funeraria è ora murata a una parete della chiesina del Cimitero di Cervia, quale suo figlio illustre. Anche la sua dipartita è stata una “santa morte” che ha santificato questa terra, sollevando ondate di ammirazione in uomini politici importanti, in religiosi, nella gente comune e nei ragazzi. Come afferma l’Arcivescovo Mons. Giuseppe Verucchi: "C’è un fiore a Cervia che non deve essere dimenticato. Un fiore bello, fresco e profumato. Un fiore che ha donato, in poco tempo serenità, pace, gioia, amore, valori, fede: questo è ULRICO SARTI"
Fonte:
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www.azionecattolica.it
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