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Elisabetta d'Asburgo Regina di Francia, Terziaria francescana

Festa: Testimoni

Vienna, Austria, 5 luglio 1554 – 22 gennaio 1592


Elisabetta d'Asburgo, arciduchessa d'Austria (Vienna, 5 luglio 1554 – Vienna, 22 gennaio 1592), era la quinta figlia (la seconda femmina) del futuro imperatore Massimiliano II e di Maria di Spagna (sua cugina, in quanto figlia di Carlo V).
Da bambina, Elisabetta visse un'infanzia felice assieme alla sorella maggiore Anna e al fratello Mattia in un padiglione nel giardino della Stallburg, a Vienna. Il padre, Massimiliano II, si recava spesso a trovarli e pare che Elisabetta fosse la sua preferita. La principessa era ritenuta fra le più belle d'Europa, per i suoi capelli biondo-rossicci, gli occhi marrone scuro, il viso aggraziato e l'incantevole sorriso. Ma erano lodate anche la sua intelligenza, modestia, dolcezza e bontà d'animo, nonché soprattutto la sua pietà religiosa, come affermava ad esempio il cronista e poeta Brantôme. Per tutte queste qualità ci si aspettava di poter contrarre per lei un buon matrimonio.
I fratelli di Elisabetta vennero educati da Ghislain de Busbecq, noto umanista olandese. Ben presto ella fu alla pari dei suoi fratelli maschi. La madre Maria si occupò personalmente della sua educazione religiosa, e fin dalla più tenera età ad Elisabetta venne prospettata come modello la vita della sua santa patrona, Elisabetta d'Ungheria, la principessa vissuta nel XIII secolo che, rimasta ben presto vedova del marito, Ludovico IV di Turingia, fondò a Marburgo un ospedale e un convento, dove si dedicò ad assistere i poveri e gli ammalati. A differenza delle Infante di Spagna della casa d'Asburgo, Elisabetta non trascorse dunque l'infanzia e la giovinezza nell'isolamento, ma nell'ambiente di corte.
Nel 1562 il maresciallo di Vieilleville, che era giunto a Vienna come membro di un'ambasceria per l'imperatore Ferdinando I, rimase colpito dalla principessa, che allora aveva appena otto anni, e ritenne che sarebbe potuta diventare la nuova regina di Francia. Sebbene Vieilleville non fosse autorizzato a fare un'offerta vera e propria, pare che Ferdinando, il nonno di Elisabetta, fosse interessato. Ci fu uno scambio di regali fra le due corti, ma a quest'epoca le trattative non proseguirono oltre.
Nel 1569, dopo il fallimento di trattative matrimoniali con Federico II di Danimarca e Sebastiano I del Portogallo, ci si ricordò della proposta francese. Caterina de' Medici, che reggeva le fila della politica francese, aveva dapprima desiderato per il figlio Carlo la sorella maggiore di Elisabetta, l'arciduchessa Anna, andata invece in sposa a Filippo II di Spagna, ma, poiché la Francia aveva assolutamente bisogno di un matrimonio cattolico per contrastare l'ascesa del partito protestante, si accontentò infine della più giovane.
Dopo la firma del contratto nuziale il 14 gennaio 1570, a settembre dello stesso anno Elisabetta si mise in viaggio per raggiungere la Francia. Poiché però la stagione era estremamente piovosa e in alcuni tratti le strade erano impraticabili, la corte francese decise di andare incontro alla nuova regina: le nozze avrebbero avuto luogo a Mézières-en-Champagne (l'attuale Charleville-Mézières), un piccolo villaggio al confine. Carlo IX, curioso di vedere la sua futura moglie, si travestì da soldato e aspettò di nascosto Elisabetta quando questa uscì a passeggio fuori dal castello di Sedan; il re tornò a Mézières molto soddisfatto.[1]
Carlo e Elisabetta vennero uniti in matrimonio il 26 novembre 1570, una domenica, dal cardinale di Borbone nella chiesa di Notre-Dame di Mézières. All'inizio il matrimonio fu molto felice: Elisabetta era talmente innamorata del marito, che non esitava a baciarlo sulla bocca in pubblico, con grande stupore e divertimento dei presenti.[2] Ma ben presto Carlo IX fece ritorno dalla sua amante di vecchia data, Marie Touchet.[2] Il matrimonio, che era stato celebrato lontano da Parigi, venne festeggiato sontuosamente, assieme alla rinnovata amicizia fra la Francia e l'Impero. Il 25 marzo Elisabetta venne incoronata regina di Francia nella basilica di Saint-Denis, il pittore di corte François Clouet ne fece il ritratto e il 30 marzo 1571 Elisabetta iniziò la sua vita pubblica.
Caterina de' Medici cercò peraltro di tenere la nuova regina lontana dalla politica, affidandole il meno possibile compiti.[2] Carlo, con il quale, i primi tempi del loro matrimonio, Elisabetta ancora si divertiva (una volta si fecero dare dei cappotti e andarono a passeggio per Parigi in incognito senza essere riconosciuti), si allontanò da lei. Sebbene la regina parlasse quattro lingue (tedesco, spagnolo, latino e italiano), imparò il francese solo con difficoltà: la vita sregolata e disordinata della corte non faceva per lei, si sentiva sola e aveva solo pochi amici, fra i quali, sorprendentemente, anche la sua vivace cognata, Margherita di Valois, la nota "regina Margot".
Nel maggio 1572 giunse a Parigi un giovane inglese, Philip Sidney, che, a causa delle sue parentele (suo zio era Robert Dudley, il famoso favorito della regina Elisabetta I d'Inghilterra), venne ricevuto con tutti gli onori. Sebbene riguardo a questo vi siano solo pochi accenni nelle fonti, sembra che Sidney e la regina si innamorassero l'uno dell'altra: nel famoso ciclo di sonetti scritti da Sidney, Astrophil e Stella, si ritroverebbero diverse allusioni a Elisabetta.
Durante la notte di San Bartolomeo (24 agosto 1572), Elisabetta si impegnò per salvare la vita ai protestanti, pregando il marito di "risparmiare gli innocenti", e ottenne infine che fosse proibito di usare violenza contro i protestanti stranieri (principalmente contro i numerosi tedeschi). Il 27 ottobre di quell'anno vide la luce l'unica figlia di Carlo ed Elisabetta, Maria Elisabetta (1572-1578), cui vennero dati i nomi sia della moglie sia dell'amante del re.
La salute di Carlo peggiorava rapidamente: dopo lunghe settimane, in cui Elisabetta stette al suo fianco pregando per la sua guarigione, il re morì il 30 maggio 1574 ad appena ventiquattro anni: gli successe il fratello Enrico III. Dopo il lutto ufficiale di 40 giorni, Elisabetta, ormai solo "regina bianca" e duchessa di Berry, decise di fare ritorno a Vienna. Il 5 dicembre 1575 lasciò infine Parigi, la città in cui mai si era sentita a casa, costretta ad abbandonare la figlia di soli tre anni.
A Vienna visse dapprima nella Stallburg, quindi, dopo la morte dell'amato padre nel 1576 e della figlia nel 1578, acquistò una proprietà nei dintorni e vi fondò un convento di Clarisse chiamato "Maria, regina degli Angeli", e dedicò il resto della sua vita ai poveri e agli ammalati.
Elisabetta respinse anche varie offerte di matrimonio, fra cui anche una dello zio, Filippo II, e rimase vedova fino alla morte, avvenuta il 22 gennaio 1592 per una pleurite, in odore di santità.
Venne sepolta dapprima nel convento da lei fondato, ma, quando nel 1782 questo venne chiuso e la chiesa di S. Elisabetta entrò a far parte della chiesa evangelico-luterana di Vienna, le sue ossa vennero traslate nello Stephansdom.
L'undicesimo volume del “Leggendario Francescano”, che riporta “Istorie de Santi, Beati, Venerabili, ed altro Uomini illustri, che fiorirono nelli tre Ordini istituiti dal serafico padre San Francesco”, pubblicato a Venezia nel 1722 a firma del padre F. Benedetto Mazzara, minore riformato, non manca di ricordare la regina Elisabetta d'Asburgo in quanto terziaria francescana.

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Aggiunto/modificato il 2020-03-19

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