Tre sorelle di sangue e d’abito
Nel panorama dei martiri uccisi durante la guerra civile spagnola spicca il caso di tre sorelle, non solo nate dai medesimi genitori, ma anche appartenute alla stessa congregazione religiosa.
Suor Maria Carmen, suor Rosa e suor Magdalena Fradera Ferragutcasas erano infatti entrate l’una dopo l’altra nelle Figlie del Santissimo e Immacolato Cuore di Maria. Si tratta di una congregazione, oggi denominata Missionarie del Cuore di Maria, dedita all’educazione di bambini e ragazzi. Era stata fondata nel 1848 da don Joaquín Masmitjà y de Puig, sacerdote della diocesi di Gerona (per lui è in corso il processo di beatificazione), amico e seguace di sant’Antonio Maria Claret, fondatore dei Missionari del Cuore Immacolato di Maria.
Suor Maria Carmen Fradera Ferragutcasas
La maggiore delle tre, Maria Carmen, nacque il 25 ottobre 1895 nel “Manso Pellicer” di Riudarenes, paese di valle situato nei pressi di Gerona. Fu battezzata a due giorni dalla nascita nella chiesa parrocchiale di San Martino e ricevette la Cresima il 9 maggio 1903 a Santa Coloma de Farners, presso Gerona.
Entrò tra le Figlie del Santissimo e Immacolato Cuore di Maria il 2 luglio 1921, iniziando il noviziato nella casa di Mataró vicino Barcellona. Vestì l’abito da novizia il 2 febbraio 1922 e professò i voti religiosi il 3 febbraio 1923 a Mataró. Entrambe le celebrazioni furono presiedute dal parroco del luogo, come delegato del vescovo: don José Samsó Elias, che avrebbe trovato una morte da martire il 1° settembre 1936 (è stato beatificato il 23 gennaio 2010).
Suor Carmen fu quindi assegnata alla scuola di Mataró, come incaricata delle bambine dai cinque anni in giù. Tutti ammiravano la sua dedizione come insegnante, compiuta con pazienza, carità e molto affetto. Era molto delicata di salute, ma nella sua prossimità e nella sua delicatezza traspariva l’amore di Dio.
Suor Rosa Fradera Ferragutcasas
Nacque il 20 novembre 1900 a Riudarenes e venne battezzata il giorno seguente nella chiesa parrocchiale. Fece anche lei la Cresima lo stesso giorno di sua sorella Carmen, il 9 maggio 1903, a Santa Coloma de Farners.
A differenza di Carmen, godeva di buona salute, per cui sapeva divertirsi onestamente: cantava bene ed era un’abile danzatrice della “sardana”, la danza tipica della Catalogna. Di alta statura e di bell’aspetto, aveva un certo gusto nello scegliere i vestiti. All’occorrenza, proprio come le sue sorelle, sapeva però restare a casa, per aiutare la famiglia nei lavori agricoli e col bestiame.
Il suo carattere gioviale ed espansivo le otteneva di fare facilmente amicizia, ma anche di ricevere varie proposte di matrimonio. Tuttavia rispondeva evasivamente e le rifiutava, perché era già stata contagiata dall’esempio delle sorelle nella scelta della vita religiosa.
Così entrò anche lei tra le Figlie del Santissimo e Immacolato Cuore di Maria: l’8 dicembre 1922 arrivò al noviziato di Olot. Vestì l’abito religioso il 16 giugno 1923 a Olot ed emise i voti il 25 luglio 1924.
Iniziò il suo servizio a Olot, ma nel 1927, dopo aver professato i voti perpetui, passò alla comunità di Santa Coloma de Farners, dedicandosi alle bambine di sette e otto anni, che si conquistava con il suo atteggiamento timido e semplice.
Si distinse per gioia, semplicità e serenità, tanto che da risultare simpatica a tutte le consorelle proprio come quando era nel mondo. Era comunque anche religiosa, pura, rispettosa, caritativa e obbediente.
Suor Magdalena Fradera Ferragutcasas
Ultima delle tre, Magdalena nacque a Riudarenes il 12 dicembre 1902 e fu battezzata anche lei nella parrocchiale di San Martino. Il 20 novembre 1910 fece la Cresima nel suo paese.
Da piccolissima si ammalò di bronchite, che la condusse in fin di vita; si riprese, ma restò di salute fragile. Ciò nonostante, cercava sempre di essere d’aiuto in famiglia e in parrocchia. In particolare, si occupava di portare a scuola Loreto, un’altra sorella, minore di lei.
Precedette suor Rosa nell’ingresso in noviziato a Olot il 19 giugno 1922 e, con lei, compì la vestizione il 16 giugno 1923 e professò i voti temporanei il 25 luglio 1924. Fece i voti perpetui nel 1926.
Camprodon fu il luogo del suo primo servizio pastorale, svolto con grande amore ed entusiasmo. In seguito a una grave malattia, rimase per quattro mesi del 1928 a Besalú. Quando si riebbe, fu destinata a Cassà de la Selva, di clima più salubre.
Lì spiccò, nella vita comunitaria e nell’apostolato, per la sua generosità e la sua dedizione. Aveva il dono d’irradiare pace, gioia e accoglienza in tutto quel che faceva. Nella sua attività d’insegnante di Storia e di catechista riusciva a trasmettere il nucleo del carisma della sua congregazione, ossia la preghiera al Cuore Immacolato di Maria per la salvezza del mondo.
Nella persecuzione della guerra civile
Al momento dello scoppio della guerra civile, ognuna delle sorelle si trovava in una casa diversa. In via precauzionale, fu deciso che tutte le religiose della congregazione dovessero andare via dalle scuole e dirigersi, in abiti secolari, in casa dei genitori o di familiari.
Il 19 luglio 1936, il giorno dopo il “sollevamento nazionale”, la comunità di Mataró, dove risiedeva suor Carmen, si disperse. Lei venne accolta dalla famiglia Camp, ma alcuni giorni dopo tornò a Riudarenes.
Suor Rosa, dal canto suo, dovette lasciare il convento di Santa Coloma il 21 luglio, alle otto di sera, e riparò in casa di un’altra sorella, Francesca; per prudenza, decise di tornare dai loro genitori, che erano molto anziani, ma ancora in vita.
Suor Magdalena, invece, dopo aver dovuto abbandonare il convento di Cassà con le altre suore, fu ricevuta da una vicina e rimase da lei finché non venne a prenderla suo fratello Francesc.
Le tre suore, scappate con addosso abiti civili, cercarono, nella misura del possibile, di continuare la vita di preghiera e ritiro che avevano scelto: recitavano il Piccolo Ufficio della Vergine, facevano meditazione e lettura spirituale e collaboravano nei lavori casalinghi e agricoli, insieme al resto dei familiari.
L’ultimo addio
All’alba del 25 settembre 1936, alcuni membri del comitato rivoluzionario di Riudarenes vennero a perquisire la casa e non mancarono d’interrogare le tre sorelle con costanti minacce. Carmen e Rosa erano in casa con la madre, mentre Magdalena, insieme alla cognata Dolors, era in campagna e assistette alla perquisizione: si diresse dal padre, che lavorava in un campo più lontano, e con lui e la cognata si riunì agli altri. I perquisitori avevano portato via 4000 pesetas e avevano obbligato a versarne altre 500 come «contributo per la guerra», dissero.
Due giorni più tardi, alle 4 del mattino del 27 settembre 1936, arrivò un’automobile con tre miliziani, che bussarono alla porta dicendo: «Veniamo per “quelle lì”, che devono venire a deporre a Gerona».
Le tre sorelle avevano capito e si rivolsero ai genitori e al fratello Francesc: «Se vengono per noi, aprite loro. Siamo disposte a morire per Gesù». Francesc si rifiutò di aprire, ma i colpi alla porta continuarono, insieme a minacce di morte. A quel punto una delle tre, probabilmente suor Magdalena, affermò: «Sappiamo che dobbiamo presentarci a Dio e dobbiamo farlo pulite nell'anima e nel corpo». Poi aggiunse: «Non c’ingannate; andiamo contente a offrire il sangue per il nostro Dio».
Si acconciarono sommariamente, poi si misero in ginocchio e recitarono l’atto di dolore; infine, si consegnarono ai loro persecutori. Passando di fronte al loro pozzo, distante circa cinque metri dalla porta, le tre si abbracciarono e gridarono, in direzione dell’edificio dov’erano nate e cresciute: «Addio, casa nostra. Padre, fratello e cognata, andiamo a morire, ma andiamo tranquille».
Il martirio
I persecutori furono esasperati di fronte alla prontezza di spirito e alla docilità delle tre sorelle: le fecero salire a botte e spintoni nella loro auto e non aspettarono nemmeno che si sedessero per bene, tanto che, nel chiudere la portiera, fratturarono un piede di suor Magdalena, che era rimasto fuori. Suor Rosa strappò un brandello del proprio vestito e bendò il piede della sorella.
L’automobile percorse la strada di Vidreras fino a Lloret de Mar, in un bosco a circa venti chilometri dalla cittadina. Quando giunsero ai piedi di un leccio vicino alla strada, i miliziani cercarono di violentarle: le sorelle lottarono con le unghie e con i denti nel vero senso della parola, dato che l’autopsia in seguito dimostrò che Carmen aveva effettivamente vari denti rotti.
Dato che non erano riusciti a privarle della verginità direttamente, usarono tronchi d’albero: si accanirono specialmente con Maddalena, alla quale furono riscontrati pezzetti di legno nei genitali. Fecero uso anche delle canne delle loro armi da fuoco per quello scopo: in più, spararono intenzionalmente verso le parti intime delle tre suore.
Infine, diedero loro fuoco e le terminarono con colpi d’arma da fuoco. Senza curarsi se fossero vive o meno, le trascinarono verso un fosso e le lasciarono sedute lì, con la testa sul ciglio e i piedi sulla strada. I dettagli del martirio furono diffusi dagli stessi esecutori, ma sono stati comprovati dagli esami sui cadaveri.
La sepoltura
I familiari delle tre sorelle iniziarono la loro ricerca e si presentarono al presidente del comitato rivoluzionario per sapere dove fossero finite, ma ricevettero risposte negative. Intanto, i cadaveri erano stati seppelliti in una fossa comune, l’uno sull’altro, nel luogo dell’assassinio.
Il 28 agosto 1937, dietro richiesta dei familiari, vennero riesumati e traslati nel cimitero di Riudarenes, dopo l’identificazione di ciascun corpo e l’intervento di giudici e medici. Il 28 aprile 1939 ebbero un’ulteriore traslazione nella tomba delle Figlie del Santissimo e Immacolato Cuore di Maria presso il cimitero di Gerona: «Passano le sante», fu il commento unanime di chi osservò la processione con i tre feretri per le strade della città.
Dal 1° luglio 1974 hanno trovato sistemazione definitiva in una cappella della chiesa situata nella casa madre delle Figlie del Santissimo e Immacolato Cuore di Maria a Olot, vicino al luogo dov’erano stati deposti i resti mortali del fondatore, Joaquin Masmitjà Puig.
Sul luogo del martirio, invece, venne eretto un monolite con i nomi di ciascuna suora e la data del martirio; fu benedetto il 12 ottobre 1946.
La causa di beatificazione
Il processo informativo per l’accertamento del martirio in odio alla fede cattolica delle tre sorelle Fradera Ferragutcasas si è svolto nella diocesi di Gerona negli anni 1952-1953 ed è stato introdotto nella fase romana il 18 gennaio 1954.
In seguito alla pausa prudenziale di tutte le cause di presunti martiri uccisi durante la guerra civile spagnola, il decreto di convalida del processo informativo è stato promulgato solo il 6 dicembre 1991.
La “Positio super martyrio”, consegnata nel 1996, venne esaminata positivamente dai consultori teologi il 28 gennaio 2005 e, il 17 ottobre 2006, dai cardinali e vescovi membri della Congregazione delle Cause dei Santi. Infine, il 16 dicembre 2006, papa Benedetto XVI ha autorizzato la promulgazione del decreto con cui suor Maria Carmen, suor Rosa e suor Magdalena sono state dichiarate ufficialmente martiri.
La loro beatificazione si è svolta a Roma il 28 ottobre 2007: in tutto, in quella data, sono stati elevati agli altari 498 martiri caduti nel periodo della guerra civile.
Autore: Emilia Flocchini
|