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Padre Agostino del SS.mo Sacramento (Hermann Cohen)

Festa: Testimoni

Amburgo, Germania, 10 novembre 1810 - 20 gennaio 1871


Suo padre era un ricco commerciante. Sua madre lo conduceva, ancora bambino, alla sinagoga, dove l’ascolto della Torah, gli trasmetteva un vago senso dell’assoluto. Lui, Hermann Cohen, era nato ad Amburgo, il 10 novembre 1810, ebreo, figlio di ebrei.
``In collegio a sei anni, in ambiente protestante, appare singolarmente inclinato allo studio delle lingue, ancora di più alla musica. Inizia a studiare e a suonare pianoforte, così che presto si sente un genio, in grado di superare il suo stesso maestro.

"Putzig"
Nel 1831, si reca a Parigi, per perfezionare lo studio del pianoforte alla scuola di Liszt. Ha 12 anni ed è un bambino-prodigio. Liszt lo soprannomina "Putzig" e lo considera il suo allievo migliore di tutti, quindi il suo prediletto, impareggiabile nelle doti, nella musica.
Presto diventa un piccolo idolo, corteggiato nei salotti dell’alta società, ammirato e vezzeggiato da musicisti e scrittori, come la celebre George Sand. Ha un’insaziabile sete di amore e di felicità ed è lusingato dai brillanti successi; sempre più ambizioso e vanitoso, per dieci anni condurrà una vita irrequieta e passionale.
Concerti, sempre alla ribalta. Vita nel "bel mondo" dove l’arte si congiunge spesso al peccato. Prende la mania del gioco d’azzardo e accumula debiti su debiti.
Nel 1841, "Putzig", dopo otto anni di amicizia, rompe con Liszt, anche se è il suo allievo più dotato. Lo avrebbe rivisto e si sarebbe riappacificato con lui solo 20 anni dopo, a Roma, quando entrambi avranno cambiato vita.

"L’Ostia che attrae"
Un giorno di maggio 1847, quando ormai ha 27 anni, è richiesto di sostituire temporaneamente il direttore del coro della piccola chiesa di S. Valeria. Al termine della funzione religiosa, Hermann si accorge che sull’altare addobbato, tra le candele accese e i fiori, è esposto un prezioso "oggetto" in oro che il sacerdote alza con devozione, tracciando un segno di croce su tutti i presenti inginocchiati.
"Provai - dirà - un’emozione particolare come io prendessi parte alla benedizione, che tuttavia non sembrava destinata a me".
Gesù Eucaristico, dall’ostensorio, iniziava su Hermann Cohen, ebreo figlio di ebrei, la sua mirabile attrazione di amore.
Da quel giorno, ogni venerdì, si sente spinto da un impulso irresistibile, a partecipare alla funzione mariana e ogni volta prova lo stesso struggente dolore mentre il sacerdote imparte la benedizione con il santissimo Sacramento. Cade in ginocchio, pur senza sapere davanti a Chi si inginocchia. Comincia per settimane a frequentare la Messa, senza capirne nulla, fino a quando trova il coraggio di aprirsi a un sacerdote:
"Raccontai ciò che mi era capitato. Egli mi ascoltò con interesse e mi raccomandò la calma, la perseveranza nelle mie disposizioni e la fiducia nelle vie che il Signore, senza dubbio, mi avrebbe fatto conoscere. In questo stato d’animo, andai a Ems, in Germania, per un concerto. Appena arrivato, andai dal parroco della piccola chiesa. Il giorno successivo, l’8 agosto 1847, era domenica e senza timore, nonostante la presenza dei miei amici, andai a Messa. Al momento della consacrazione, sentii fiumi di lacrime scorrere dai miei occhi. La Grazia divina mi aveva colmato. Bagnato di lacrime, avvertivo un forte dolore di pentimento per la mia vita passata. All’improvviso, offri a Dio una confessione generale di tutti i miei peccati. Li vedevo tutti dinanzi a me, i miei peccati, a migliaia, brutti, ripugnanti… D’altra parte sentivo una calma sconosciuta… che Dio misericordioso mi avrebbe perdonato, per il mio profondo pentimento, per il mio amaro dolore. Sì, sentivo che Dio accettava come espiazione la mia decisione a amarlo sopra ogni cosa e di convertirmi. Uscendo dalla chiesa di Ems, mi sentivo cristiano-cattolico, anche se non avevo ancora ricevuto il Battesimo".
Tornato a Parigi, Hermann, il 28 agosto 1847, festa di S. Agostino, alle tre del pomeriggio, nella Chiesa di Nostro Signore di Sion, riceve il Battesimo con il nuovo nome di Agostino, da Mons. Legrand. L’8 settembre successivo, la I° Comunione a 27 anni. Il 3 dicembre, la Cresima, da Mons. Affre, Arcivescovo di Parigi. Ricorderà:
"Impaziente, aspettavo con ansia il più bel giorno della mia vita, in cui avrei ricevuto Gesù per la prima volta e piangevo di gelosia mentre vedevo altri accostarsi alla S. Comunione. Finalmente fui ammesso, e Gesù Eucaristico mi trasformò in un uomo nuovo, mi protesse dagli attacchi seducenti del mondo. Questo tesoro mi tirava via da tutto ciò che una volta mi teneva legato".
D’ora in avanti, Hermann Cohen, l’ebreo convertito a Cristo, sarà l’innamorato di Gesù-Ostia "alla follia".

P. Agostino del SS.mo Sacramento
Presto gli matura in cuore un desiderio solo: diventare sacerdote e carmelitano. Ma per due anni, è obbligato a dare concerti per guadagnare i soldi con cui pagare i debiti, che ammontano a 30 mila franchi. Intanto, il suo unico polo d’attrazione ormai è solo Gesù nel SS.mo Sacramento. Passa lunghe ore in adorazione davanti a Lui. Lo affascina l’adorazione notturna, in riparazione dei peccati del mondo, per la salvezza dell’umanità.
Per consigli del suo direttore spirituale, cerca un gruppo di uomini pieni di fede e con loro, il 6 dicembre 1848, inaugura l’adorazione notturna a Gesù Eucaristico nella chiesa di Nostra Signora delle Vittorie a Parigi. Di lì, si diffonde in altre parrocchie della capitale francese, quindi in tutta la Francia. Herman scrive:
"Una sete ogni giorno più ardente mi spinge all’Eucaristia, questa sorgente d’acqua viva. Per contemplarti, sempre, o Gesù, le ore della giornata mi sfuggono troppo veloci; ho cercato attorno a me fedeli che bruciassero dello stesso fuoco e siamo andati insieme a trascorrere le notti nelle tue chiese… notti indescrivibili! O mio Gesù, mi hai attirato a Te con dolcezza e tenerezza, così amabilmente che anche l’ultimo filo tra me e il mondo si è strappato e mi sono affrettato a gettarmi tra le tue braccia… a vivere totalmente per Te e sempre unito a Te".
A 28 anni, Hermann entra nel Carmelo a Broussey e il 12 settembre 1849, veste l’abito religioso con il nome di fra Agostino del SS.mo Sacramento. Seguono il noviziato e rapidi e intensi studi teologici. Il 19 aprile 1851, Pasqua di risurrezione del Signore, è ordinato sacerdote. È al culmine della sua vita, della sua gioia.
Dalla sinagoga, per mezzo della Madonna SS.ma, è giunto all’altare di Gesù Eucaristico, a essere per sempre suo ministro, che offre al Padre il suo perenne sacrificio. Quale grandezza e quale meraviglia, quale felicità! Più che mai è "sacerdos propter Eucaristiam".
Inizia da allora un incessante apostolato di predicatore, coronato da enorme successo in Francia e in Europa. La sua conversione e la sua ascesa al sacerdozio suscitano stupore anche al di là della Francia e da ogni dove molti desiderano ascoltarlo. A S. Sulpice a Parigi, la gente affluisce curiosa per la sua prima predica. P. Agostino, chiede perdono per lo scandalo che prima aveva dato in città e poi parla della gioia, la vera gioia:
"L’ho cercata nella celebrità dell’artista, nell’amicizia di uomini famosi, nei divertimenti. E voi, fratelli miei, l’avete trovata? L’uomo è creato per la felicità, ma la maggior parte la cerca dove non si può trovare . Io l’ho trovata, la godo e ne ho talmente tanta che trabocco di gioia. Solo Dio è la gioia e può colmare il desiderio dell’uomo. Esiste una sola felicità: amare Gesù e essere amato da Lui. Gesù Eucaristico è la Vita e la Felicità".

Opere grandi
Il suo ardente amore per Gesù Eucaristico e per Maria SS.ma suscita in tutta Europa innumerevoli conversioni e battesimi, anche fra gli ebrei. Una gioia particolare per P. Agostino sono le conversioni dei suoi parenti dall’ebraismo alla Chiesa Cattolica. Il 19 giugno 1852, dà il Battesimo a sua sorella Henriette. Quattro anni dopo, il 14 ottobre 1856, battezza suo nipote Georges di 11 anni.
Quando il padre del ragazzino viene a saperlo, pieno di collera, lo rinchiude in una scuola protestante. Georges soffre moltissimo ma persevera nella fede, nei lunghi mesi d’esilio. La sua perseveranza porta alla conversione lo zio Albert che dichiara: "Una religione che dà a un bambino tanto coraggio, dev’essere davvero divina". Così P. Agostino battezza anche il fratello maggiore Albert.
Animato dallo stesso ardore per Gesù e per condividere con altri fratelli la dedizione a Lui, nel 1859, ripristina il convento carmelitano di Lione. Si incontra in quell’anno con il S. Curato d’Ars, vicino alla sua ultima ora, che gli predice un luminoso cammino di santità e opere grandi nella Chiesa. Il 5 agosto 1862, parte per l’Inghilterra per fondare un convento a Londra, nel fervido clima di rinascita del Cattolicesimo in quell’isola.
Dove egli passa, è la luce e l’amore a Gesù Eucaristico che illumina, trasforma e santifica le anime e fa ardere di zelo i sacerdoti e i religiosi. Per vivere più intensamente la sua consacrazione religiosa, nel 1868, si ritira nel "deserto" di Tarasteix, quindi si reca a Lourdes, dove è guarito miracolosamente da grave malattia agli occhi. Quanto gli resta di vita, lo consumerà per Gesù in un vero incendio di amore, come narra la bella biografia scritta dal P. Antonio di Maria SS.ma, Dalla Sinagoga all’Eucaristia (Postul. Generale O.C.D., Roma, 1961).
Nel 1870, dopo la sconfitta francese a Sédan, è costretto a lasciare la Francia. La prima tappa dell'esilio è a Montreux, in Svizzera, come cappellano dei profughi. Quindi il 24 novembre riparte per Spandau, presso Berlino, dove si prende cura di 5500 prigionieri francesi, ai quali fa sentire la carità di Cristo e la luce fulgente che scaturisce da Lui Eucaristico.
Il 20 gennaio 1871, muore di vaiolo a soli 50 anni, incandescente di amore a Gesù. Sino all’ultimo aveva spiegato: "Ho attraversato il mondo, ho visto il mondo, ho amato il mondo. Una cosa ho imparato nel mondo: che non dà la felicità. Poi Maria SS.ma mi ha svelato il segreto dell’Eucaristia e ho compreso che l’Eucaristia è la vita, la felicità. Non ho altra madre che la Madre del Bell’Amore, la Madre dell’Eucaristia. Ella mi ha dato Gesù Eucaristico e Gesù Eucaristico mi ha rapito il cuore".


Autore:
Paolo Risso

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Aggiunto/modificato il 2009-11-08

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