Nacque a Moretta, in provincia di Cuneo, il 7 aprile 1916 da Giovanni e da Paola Porporato. Allievo del Seminario arcivescovile di Giaveno e poi di quello filosofico di Chieri, venne ordinato sacerdote il 29 giugno 1939 dal cardinale Maurilio Fossati in cattedrale. Dal 1939 al 1941 visse nel Convitto ecclesiastico della Consolata sotto il rettorato e alla scuola di monsignor Luigi Coccolo (1926-1960), vicario generale.
Vicecurato a Carignano dal luglio 1941 e poi parroco a Sant’Agostino in Torino dal 6 luglio 1953 fino al giorno del suo dies natalis, 12 gennaio 1997 a 80 anni (riposa nel cimitero di Piscina), diventando poi il decano dei parroci della città: 44 anni di presenza pastorale in una delle zone più difficili del Centro storico.
Sacerdote di grande fede e zelo missionario, ha sempre portato la talare con grande orgoglio. Pastoralmente attento alle successive ondate immigratorie, che trasformarono il volto sociale del centro cittadino, riuscì a fare della comunità parrocchiale un essenziale punto di riferimento per il quartiere di San Liborio, grazie anche alla generosa e costante collaborazione di un gruppo di giovani signorine, che il 26 agosto 1964 costituì in Gruppo Signorine della Parrocchia Missionarie di Gesù Re.
Profuse carità a piene mani nel tentativo di dare una degna abitazione alle persone che venivano dal Sud d’Italia prima e dai Paesi stranieri dopo; spazi per una serena convivenza, un po’ di verde per i giochi dei bambini e per le loro famiglie. Il catechismo era un aspetto che don Giuseppe Baudino considerava fondamentale
La parrocchia di Sant’Agostino ha affrontato, con Don Baudino a curato delle anime, le più complesse composizioni culturali, religiose, economiche e morali. La preghiera assidua era il segreto di don Baudino, unita alla fedeltà a tutti i comandamenti di Dio. I suoi luoghi erano, principalmente: l’altare, il confessionale e la sacrestia. Poi c’erano le visite nelle case della gente del quartiere, al Santuario della Consolata e alle congregazioni religiose maschili e femminili del territorio.
La sua Torino fu quella dominata dalla presenza operaia, a causa della FIAT, dall’ideologia comunista e dal materialismo; ascoltiamo che cosa egli diceva a proposito del lavoro:
È un’attività cosciente e seria dell’uomo, oggetto delle sue facoltà spirituali e corporee, che porta l’uomo a realizzare dei valori per il bene voluto da Dio personale di chi lo compie, e della società umana: il tutto a gloria di Dio.
Significato del lavoro
Il lavoro:
-attiva la natura dell’uomo, che deve vivere del suo lavoro, per cui dice san Paolo: “Fatevi un impegno di lavorare…” (I Tess. 4, 11).
-L’uomo con il suo lavoro collabora con Dio per il bene di tutti rendendo la vita sociale meno pesante e più invitante.
-Il lavoro è “servizio”: per il bene reciproco in società, nei campi vari del vivere umano: per questo l’uomo è creatura “sociale”, fatta per vivere e collaborare in società.
-Il lavoro in quanto fatica è “penitenza”, espiazione del peccato in collaborazione con i patimenti di Gesù.
- Il lavoro è per la glorificazione di Dio, attuando le facoltà da Dio date all’uomo, e preparazione all’uomo per la vita nell’eternità, col bene operato in Dio per cui san Paolo dice: “Qualunque cosa facciate, lavorate sempre nel nome di Dio…” (Col. 3, 17).
E il tempo libero? Ecco che cosa insegnava il parroco di Sant’Agostino a questo proposito:
«Ha lo scopo di offrire all’uomo la possibilità di arricchire la propria vita interiormente con la preghiera, la riflessione su se stessa, l’impegno in opere che avvicinano a Dio: apostolato, attività religiose, caritative, lo stesso riposo nella contemplazione della natura che parla di Dio, il dedicarsi alla formazione familiare in Dio, il darsi al giorno del Signore (Domenica) con l’insegnamento della Chiesa.
La vita dell’uomo deve tutta attivarsi in ogni momento nel pensiero di Dio, e anche riservarsi particolari momenti (soli con Dio), come Gesù che sottraendosi alla folla si riservava momenti di solitudine e preghiera “con il Padre suo celeste».
Autore: Cristina Siccardi
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