Bassano del Grappa, Vicenza, 19 febbraio 1881 - Castel di Godego, Treviso, 12 marzo 1960
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A 12 anni, presentandosi a don Michele Rua (primo successore di Don Bosco), si sentì dire “Antonio tu sarai Salesiano e Missionario”.
L’anno successivo alla professione perpetua parte con don Balzola per il Brasile. Qui continua i suoi studi. Costretto a ritornare in Italia a causa di una malattia, riesce a completare gli anni di formazione e ad essere ordinato Sacerdote.
Tornato in Brasile inizia la sua missione tra i Bororos. Ne studia la lingua e ne scrive il vocabolario. Affettuosamente viene soprannominato dagli indios: “Cacìco” cioè “capo”.
Nel 1949, nonostante l’età avanzata, con coraggio riesce ad avvicinare e a conoscere la popolazione Xavante: è il primo missionario a prendere contatto con questi Indios, che anni prima avevano ucciso don Fuchs e don Sacilotti.
Il Governo Brasiliano conferisce a don Colbacchini la massima onorificenza dello stato: il “Cruzeiro do Sul”.
Qualche anno più tardi, motivi di salute lo costringono a tornare in Italia. Qui muore il 12 marzo 1960.
Missionario coraggioso, innamorato di don Bosco e di Gesù, è animato da spirito intrepido, deciso a portare il vangelo anche nelle popolazioni più difficili da avvicinare (il contatto con altri “bianchi” li aveva resi più che diffidenti!). Scrisse opere sui Bororo, completate da don Albisetti e ora raccolte in un’enciclopedia.
Fonte:
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www.colledonbosco.it
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