Cesena, 11 maggio 1887 – Cesena, 7 febbraio 1974
Sacerdote diocesano e Canonico della Cattedrale di Cesena, don Cesare Carlo Baronio soleva scrivere e dire spesso che Dio ricompensa sempre gli atti di Carità compiuti verso i poveri e che la Provvidenza è presente nella vita di ogni uomo che a lei si affida. Gran parte della popolazione cesenate aveva gratitudine per l’operato di questo “prete di frontiera”, e ne accoglieva il messaggio aiutando la sua Opera.
La sua principale missione fu quella di educatore dell’infanzia abbandonata. Era terziario francescano e sosteneva che proprio la Provvidenza aveva sempre largheggiato con lui e i suoi bambini, da quando si era privato completamente dei suoi beni (la sua famiglia d’origine era benestante). Don Baronio si occupò periodicamente anche di altre categorie di bisognosi: malati, carcerati, anziani, studenti, seminaristi privi di mezzi e bambini in età pre-scolare. Fu un confessore apprezzato nel Duomo di Cesena, catechista nelle zone lontane dal centro città e giornalista cattolico. A lui si deve la fondazione di diversi istituti sparsi per la Romagna, e della casa madre, l’Istituto “Figli del Popolo” di Porta Santi (a Cesena), dalla quale sorgerà l’attuale “Fondazione Opera Don Baronio” (che si occupa di anziani soli o ammalati). Fu, tra l’altro, amico del servo di Dio Padre Guglielmo Gattiani: soleva confessarsi da lui e insieme si recarono in visita a Padre Pio da Pietrelcina (a San Giovanni Rotondo) nel 1952.
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Cesare Carlo Baronio nasce a Cesena (FC) l'11 maggio 1887, da Pietro ed Emilia Franceschi, ottavo di nove figli. La sua é una famiglia di medi possidenti terrieri. Dopo la Scuola Elementare si iscrive in Seminario. Il 25 luglio 1911, nella Basilica di Santa Maria del Monte a Cesena, viene ordinato sacerdote dal Vescovo di Cesena mons. Giovanni Cazzani. Il Vescovo subito dopo lo invia a Roma per continuare gli studi e la formazione. Don Carlo si laurea in Lettere all’Università di Roma, diviene dottore presso l’Istituto Cattolico di Scienze Sociali a Bergamo, e infine ottiene anche una laurea in Filosofia all’Università di Bologna.
Durante la Prima Guerra Mondiale, don Baronio é tenente cappellano al fronte. Qui si distingue per il coraggio con cui soccorre i soldati feriti, tanto che gli verrà assegnata una Medaglia d' Argento al valor militare, in quanto, lui stesso ferito, ha continuato ad occuparsi degli altri soldati. Una volta terminata la Guerra, torna nella sua Cesena, dove nel 1920 viene nominato Canonico della Cattedrale e comincia a svolgere una serie di attività pastorali e caritative. Insegna anche Lettere e Francese nel Seminario cesenate. Diviene direttore responsabile de "Il Risveglio" e di “Su le vie del Bene”, periodici cattolici locali. Seguendo l'esempio di don Giovanni Bosco, don Carlo comincia ad occuparsi dell'infanzia abbandonata e povera (sono gli anni tristi del primo dopoguerra, vi sono tanti bambini senza genitori o appartenenti a famiglie disagiate) e cerca fondi per creare un Istituto per prendersene cura. Finalmente nel 1926 a Cesena in subborgo Valzania (zona Porta Santi), nel territorio della Parrocchia di San Pietro Apostolo, nasce per sua mano e col “sostegno della Divina Provvidenza”, come lui credeva, l’Istituto “Figli del Popolo” che ospita ragazzi orfani o di famiglie povere, facendo loro frequentare la scuola elementare ( e per i più capaci anche gli altri gradi di scuola) e poi avviandoli ad un mestiere. Presso la tipografia allestita dal Canonico, che ha stampato per un certo periodo "Il Risveglio" e "Su le vie del Bene", inoltre, molti ragazzi imparano i rudimenti dell’ arte tipografica. Nel collegio i giovani si nutrono, crescono nella Fede Cattolica, fanno lunghe passeggiate e giocano. Il metodo pedagogico adottato é quello "preventivo" di don Giovanni Bosco.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, don Carlo é molto attivo presso i civili accampati nei rifugi sparsi per la città e nei dintorni, portando viveri, la S. Messa e i sacramenti. Anche il Vescovo Beniamino Socche si adopera molto per i soccorsi materiali e spirituali. I cesenati sempre ricorderanno quell’opera di assistenza negli anni bellici. Durante gli anni seguenti il “Signor Canonico” (come soleva chiamarlo la gente) apre altri collegi per ragazzi e ragazze a Montiano (1939), a Roncofreddo (1946), alle Balze di Verghereto (1942), a Faenza (1946), a Savignano sul Rubicone (1951, nel borgo di San Rocco), perfino negli Abruzzi a Villa Petto (1958), e infine a Longiano (1966). Crea pure asili per l'infanzia a san Vittore di Cesena e un ricovero per gli anziani abbandonati. Anche dopo che i suoi bambinelli sono divenuti grandi e lasciano l'Istituto, il sacerdote Baronio rimane disponibile ad aiutarli nella loro vita adulta.
Dal dopoguerra in poi, le condizioni della popolazione migliorano e l'infanzia abbandonata per fortuna diminuisce. Il Canonico quindi decide di donare i suoi beni all'Opera che si trasforma giuridicamente in Ente Morale della Fondazione Istituto "Figli del Popolo" (1964). Viene costruita una grande sede in via Mulini, a Cesena. La Fondazione medesima cresce negli anni – e ancora oggi continua la sua attività - come Opera per anziani soli e ammalati.
Don Baronio scrive e parla molto della virtù teologale della Carità cristiana che si accompagna alla Povertà evangelica e suscita l’azione misteriosa e concreta della Divina Provvidenza. Lo testimoniano i suoi numerosi scritti e lui stesso conduce una vita molto modesta e ha donato i suoi averi ai poveri. Ha un ruolo rilevante in diocesi come giornalista della stampa cattolica, scrive in modo semplice e diretto. Si occupa periodicamente anche dei malati facendo loro visita nell’Ospedale civico e si reca alla Rocca di Cesena presso i carcerati. Come confessore viene cercato e opera soprattutto nella Cattedrale. Tra le frasi che dice o scrive ci sono queste due:“ La Banca della Divina Provvidenza non fallisce mai!”; “Dio, come un bravo professore, ci ha detto in anticipo la materia dell’esame su cui saremo interrogati: prepariamoci sulle opere di misericordia quindi!”. Fonda anche un'associazione per l'adorazione notturna (1923), e nel 1952 - tornato con Padre Guglielmo Gattiani (suo amico e suo confessore, oggi pure lui Servo di Dio della Diocesi di Cesena-Sarsina) da una visita a Padre Pio da Pietrelcina in quel di San Giovanni Rotondo - organizza un gruppo di preghiera mensile.
La popolazione cesenate ha fiducia in quel prete dall'aspetto dimesso, e diverse sono le donazioni per i suoi bambinelli; anche gli anticlericali lo rispettano: si registra solo un episodio nel quale una donna (sulla scia della concitazione e dei moti suscitati dall'attentato a Palmiro Togliatti) lo aggredisce nel 1948, suscitando un certo sdegno generale. Un gesto che il sacerdote perdona dalle colonne dei giornali.
Don Carlo cura fra i primi la pastorale in zone di confine della città dove le attività spirituali erano poco presenti, e segue spiritualmente gli operai della azienda conserviera Arrigoni, recandosi spesso dentro la fabbrica e partecipando a una mediazione, a Roma, per evitare cospicui licenziamenti collettivi.
Muore nel 1974, e, all'interno del suo testamento, lascia scritta la volontà di completare l'Opera da lui iniziata con una nuova ala destinata ai sacerdoti e religiosi anziani della diocesi e delle zone circostanti. Cosicché già nel 1975, i primi anziani sono accolti nella nuova struttura di via Mulini a Cesena, dove la sua missione (con la Fondazione Opera Don Baronio) continua ancora oggi.
Inizio del processo diocesano: 8 novembre 1997
Chiusura del processo diocesano: 23 novembre 2002
BIBLIOGRAFIA E FILMOGRAFIA ESSENZIALE
• Dino Pieri, Il canonico Carlo Baronio e la sua opera, Cesena, Stilia, 1976.
• Dino Pieri, Don Baronio, Cesena, Stilgraf, 1987.
• Attilio Bazzani, Il metodo educativo di don Baronio, Cesena, Stilgraf, 2000.
• Dino Pieri, Don Baronio, uomo di Dio e della Carità, Cesena, Stilgraf, 2002.
• Alfredo Calbucci (a cura di), Il canonico Baronio. Detti e Aneddotti. Lettere di un ex allievo, Cesena, Litografia Brighi e Venturi, 2006.
• Cesare Bastelli, Don Carlo Baronio, un apostolo di carità a Cesena, Cesena, Associazione Don Carlo Baronio e Fondazione Opera Don Baronio, 2004, documentario disponibile in formato VHS e DVD.
Autore: Andrea Turci
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