Mancano documenti certi per fissare l'anno della nascita di questo santo spagnolo (nativo forse di Burgo de Osma) e collocato da alcuni nel sec. XI, da altri nel XII. Secondo l'uso dei tempi, si dette, sin dalla giovinezza, a pellegrinare ai maggiori santuari della sua patria; venne quindi a Roma, donde scese ad Eboli, cittadina del Salernitano, dove in una grotta condusse vita di penitenza e di preghiera. La tradizione ha conservato il ricordo del luogo dove egli visse in uno speco sottostante il sagrato della badia benedettina di San Pietro in Eboli, di cui erroneamente alcuni gli attribuiscono la costruzione.
La sua morte per i Bollandisti sarebbe avvenuta sul cadere del sec. XII.
Il suo corpo ebbe sepoltura nella chiesa annessa al monastero di San Pietro in Eboli, dove egli fu subito venerato come santo ed invocato come patrono della città. Le sacre reliquie furono rinvenute il 16 ottobre 1554, e la Sacra Congregazione dei Riti, con decreto del 18 maggio 1602, approvò l'Ufficio da recitarsi dal clero di Eboli.
Il 25 luglio 1930, nei restauri apportati alla chiesa di San Pietro, l'arcivescovo Monterisi pose in una nuova urna le reliquie del santo, collocandole sotto l'altare della cripta della medesima chiesa.
La festa si celebra il 20 novembre. Il popolo ebolitano eresse al santo eremita una preziosa statua in argento, di grandezza naturale.
Autore: Antonio Balducci
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