Elena Bruno nacque a Tarquinia il 10 aprile 1937, ma la sua famiglia, ben presto, a causa del lavoro del padre si trasferì in Sicilia. Vissero a Noto, Mineo, Augusta, Santa Teresa di Riva. In quest’ultima località la giovane entrò in contatto con un istituto religioso, trovando come guida spirituale il suo cappellano. Diciannovenne decise di abbracciare la vita religiosa e il 4 novembre 1956 entrò nella congregazione delle Ancelle Riparatrici del SS. Cuore di Gesù fondata nel 1917 da mons. Antonino Celona. Accolta in Casa Madre, a Messina, prese il nome di Maria Alfonsa di Gesù Bambino. Il 2 gennaio emise la professione temporanea, il 28 febbraio partì missionaria per gli Stati Uniti dove, da qualche anno, in Ohio, operava una comunità di Ancelle. Umiltà, dedizione al lavoro, amabilità soprattutto verso i bambini, pazienza, furono le doti che la contraddistinsero fin dai primi anni di vita religiosa. Il 3 febbraio 1964, nella chiesa di Saint Peter a Steubenville, fece la professione perpetua. Immersa in Dio e conforme allo Sposo, crocifisso per Amore, sentì il desiderio di divenire apostola e vittima riparatrice, secondo il carisma della congregazione cui apparteneva. Il suo “Sì” fu totale, nonostante il combattimento interiore. Sentì presto che era chiamata alla sofferenza. Già dal 1961 accusò i primi sintomi di una terribile malattia degenerativa. Negli esercizi spirituali del 1965 riaffermò la volontà di santificarsi secondo i “disegni” di Dio. L’anno seguente chiese al Signore di essere “piccola martire d’amore”. Nell’autunno del 1967 le fu diagnosticata un’artrite reumatoide deformante anchilosante progressiva. Il 7 giugno 1968 rientrò a Messina, in Casa Madre, dove visse per ventisei anni, di cui ben ventuno sulla sedia a rotelle, come una perfetta ancella riparatrice. La sofferenza aumentò lo slancio di amore che aveva per Dio e per il prossimo. Generosa e gentile, la fede vissuta comunque con gioia, era d’esempio per quanti la conoscevano e in molti la elessero loro confidente privilegiata. La sedia a rotelle divenne per suor Alfonsa uno “strumento d’apostolato”. Morì, tra grandi sofferenze, il 23 agosto 1994. Dal 2000 è in corso il processo di beatificazione.
Autore: Daniele Bolognini
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