Padre Francesco da Bagnone, proclamato venerabile dalla Chiesa, è stato una frate cappuccino, vissuto tra la Lunigiana e l’Emilia nel corso del XVII secolo e morto in fama di santità. Presentiamo per sommi capi la sua esperienza di vita, ricordando innanzitutto che la maggior parte delle informazioni che disponiamo sul suo conto le dobbiamo alla biografia scritta dal suo confratello e contemporaneo Padre Gioachino da Soragna. Nato in una frazione di Mulazzo il 1° agosto 1610, battezzato a Villafranca col nome di Bernardino, passò l’infanzia e l’adolescenza in quel di Bagnone. Da qui la fama con cui è giunto ai posteri: i cappuccini, infatti, non si firmavano col cognome del padre (nel suo caso Tonarelli), ma indicando il paese di provenienza. Compì gli studi teologici a Parma, presso una scuola dei gesuiti. Il 24 marzo 1633 indossò il saio francescano e un anno dopo, il 24 marzo 1634, emise la professione religiosa. In base alle testimonianze raccolte da Padre Gioachino sappiamo che fu sempre rispettoso dei tre voti tradizionali. Qualche aneddoto può chiarire quanto ebbe in stima i valori di castità, povertà e obbedienza: per quanto riguarda la continenza sessuale, si racconta che in più di un’occasione, indotto in tentazione, reagì con fermezza e anche con veemenza contro le avances di alcune donne. Fu sempre ben disposto nei confronti delle decisioni dei superiori e, infine, valorizzò al massimo la tendenza alla povertà già insita nella cultura francescana. Le sue stanze, nei conventi in cui soggiornò, erano minimamente ammobiliate. Ma non solo: stette molti anni senza consumare carne né pesce, e indossava abitualmente il cilicio per mortificarsi le carni. Tuttavia, se questi dati indicano l’intensità della sua volontà di ascesi mistica, non rappresentano però il lato più spettacolare della sua attività religiosa: Padre Francesco infatti fu anche taumaturgo e visionario, tanto da guadagnarsi la stima e financo la venerazione degli stessi membri di casa Farnese, la dinastia ducale di Parma e Piacenza. Secondo le cronache, egli operò moltissime guarigioni, senza fare distinzioni tra poveri e ricchi, tra nobili e contadini. Inoltre rivelò di possedere anche il dono della profezia, riuscendo a prevedere, contro ogni pronostico, che le milizie cristiane avrebbero spezzato l’assedio turco del 1683 e liberato Vienna, capitale del Sacro Romano Impero. Padre Francesco si spense il 4 aprile 1692, venerdì santo. Come ha ricordato Antonio Zanni in un articolo apparso su un numero del “Corriere Apuano” di alcuni anni fa, le sue ultime parole furono, sull’esempio di Gesù sulla croce: “Nelle tue mani raccomando il mio spirito”. L’iter di canonizzazione partì poco dopo la sua morte, ma poi si interruppe, probabilmente in seguito all’estinzione della dinastia dei Farnese di Parma e Piacenza, che rappresentava un importante sponsor politico nell’ambito del processo in corso a Roma.
Autore: Simone Ziviani
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