Nato il 12 maggio a Podenzano (Piacenza) da genitori esemplari e religiosissimi, è stato battezzato il 13. A 12 anni, nel 1906, come aspirante è entrato nella Casa di Lugnano crescendo in pietà e nell’amore allo studio, avendo un felice ingegno.
Professo il 30 ottobre 1912, continuò gli studi nel Collegio Sacra Famiglia di Rivarolo; ma fu costretto ad interromperli nel 1914 perché chiamato al servizio militare.
Consacrato cosí al Signore, rinnovò i voti l’anno seguente; per il terzo anno, 1914, scrisse ai suoi genitori con non poco dolore nell’animo:
“oggi (3 Novembre 1914) comincia il nuovo anno scolastico, ma non per me: pochi giorni fa i miei compagni rinnovarono i loro voti religiosi, ma io non li ho potuti rinnovare, perché il dieci di questo mese devo andare a fare il soldato: pregate molto per me …”
Nel 1915 fu inviato a combattere al fronte sull’Isonzo. Dopo due mesi colpito da pleurite e da allora fu per lui n alternarsi di malattie che ne dovevano minare la fibra.
Fu allontanato dal fronte e trasferito al deposito di Alessandria, dove i forti disagi di facchinaggio fiaccarono la sua già debole fibra.
Ricoverato in ospedale, dopo solo 13 giorni volò al cielo, assistito dal P. Antonio Giuseppe Piccardo già suo direttore nel collegio di Rivarolo e padre spirituale.
“In uno dei momenti più dolorosi del suo delirio – scrive il P. Antonio Giuseppe Piccardo nella bella biografia – aveva fatto lo sforzo di alzarsi dal letto, come in atto di voler partire, esclamando: “La Messa è finita, andiamo”.
In ospedale era chiamato semplicemente: “il soldato buono”, e non con un numero come gli altri malati.
Nella sua vita fu sempre devotissimo di Maria Immacolata. Le sue lettere, anche quelle scritte dal fronte ci dicono questo suo amore e questa sua fiducia; la commozione sua nel celebrarne le feste principali e la sua nostalgia quando non lo poteva fare; ci dicono l’orrore della bestemmia dei commilitoni contro di Lei; e chi lo assistette nelle malattie ci ripeté quanto ardentemente la invocava associandone il nome benedetto a quello di Gesú Sacramentato.
La Congregazione la sentiva come il suo “centro” e sospirava, sbalzato tanto lontano dal suo centro, la fine di tante vicissitudini dolorose e la pace che gli avrebbe permesso il ritorno.
Con il carattere mite e tranquillo seppe sempre farsi amare, amando tutti e anche nella milizia era amato e rispettato. Di pietà soda e incera seppe, nonostante le condizioni non favorevoli, conservare la fede e la fiducia in Dio, abbandonandosi ai disegni divini, con spirito di preghiera e di sacrificio.
Di lui si dichiararono grandemente edificati il cappellano e le suore, che insieme a sua madre lo assistevano amorosamente. Ebbe grande conforto da Sacramenti che lo accompagnarono fino alla soglia dell’eternità. P. Antonio Giuseppe Piccardo ne ha scritto una bella e significativa biografia, che è stata inclusa in un solo volumetto con quella del professo studente Giacomo Peluffo nella “Collana Centenario”.
E’ tumulato al n. 29 del Cimitero di Alessandria nel “ Campo degli eroi”.
Fonte:
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www.figlidimariaimmacolata.com
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