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Shiroka, Albania, 21 gennaio 1891 – Scutari, Albania, 30 aprile 1948
Don Dedë Plani, sacerdote della diocesi di Scutari-Pult, esercitò il ministero sacerdotale in vari villaggi. Devoto e religioso, aiutava molto i poveri e si dedicava completamente ai suoi fedeli. Come altri sacerdoti religiosi e diocesani albanesi, venne processato e torturato a lungo. Morì nel carcere di Scutari il 30 aprile 1948, per le conseguenze delle torture subite. Insieme ad altri diciannove sacerdoti diocesani, è stato inserito nell’elenco dei 38 martiri capeggiati da monsignor Vincenç Prennushi, beatificati il 5 novembre 2016 a Scutari.
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Dedë Plani nacque a Shiroka, un villaggio vicino a Scutari, il 21 gennaio 1891. Compì i primi studi e il Liceo a Scutari, nel Pontificio Seminario e nel Collegio Saveriano dei Gesuiti, mentre frequentò gli studi universitari di filosofia e teologia a Innsbruck in Austria.
Dopo essere stato ordinato sacerdote, tornò in patria. Fu parroco in diverse parrocchie della diocesi di Pult, nei villaggi di Gimaj e Pog, e nella diocesi di Scutari, a Rrogam e a Shiroka. Dai resoconti dei suoi fedeli è possibile delineare un suo ritratto: «Era un uomo sapiente, svelto, forte e robusto», ha sottolineato un testimone.
Un altro suo parrocchiano di Shiroka, oramai anziano, così ha narrato le sue qualità e il suo martirio: «Io sottoscritto, Balto Kola, depongo per don Dedë Plani. Ho 81 anni, sono nato e cresciuto a Shiroka. Don Dedë Plani l’ho conosciuto non solo dalla liturgia domenicale in chiesa, ma anche da vicino. Era dedito all’attività religiosa, con gran devozione, ma la sua attività di ministro di Dio non si limitava all’altare. Allo stesso modo aiutava i molto i poveri, e non negava mai il servizio a tutti, ed era radicato fortemente nella fede cristiana. Ma la sua dedizione completa a Cristo la testimoniò soprattutto all’istruttoria a Scutari. I comunisti hanno usato varie torture con lo scopo di piegarlo ad ammettere le accuse, ma lui non si arrese e non accettò nessuna delle accuse e nessuna calunnia».
Degli ultimi giorni e della morte, continua a raccontare una sua cugina: «Dalle torture che subiva, anche quel poco cibo che poteva ricevere dai famigliari nei giorni stabiliti, cominciò a restituirlo indietro. La sua situazione di salute peggiorava di giorno in giorno, ma lui era deciso a non ammettere nulla».
«Quando sua madre», dice un’altra testimone, «ormai anziana, andava a prendere il recipiente del cibo, dopo averlo svuotato, trovò scritto in fondo: “Mi torturano in modo disumano; sono così massacrato che presto morirò”». Infatti così accadde: morì il 30 aprile 1948 nel carcere di Scutari, durante le torture.
Insieme ad altri diciannove sacerdoti diocesani, don Dedë Plani è stato inserito nell’elenco dei 38 martiri capeggiati da monsignor Vincenç Prennushi, beatificati il 5 novembre 2016 a Scutari.
Autore: Emilia Flocchini
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