Secondo la dottrina della Chiesa, la beatitudine del paradiso o la dannazione dell’inferno sono la meta finale dell’esistenza umana. Ma esiste anche una tappa intermedia fra la terra e il cielo, cioè il purgatorio. Qui la teologia cattolica colloca provvisoriamente le anime di quanti sono morti nella grazia di Dio, senza essere perfettamente purificati.
Perciò, in questi giorni, la liturgia commemora i defunti e invita i fedeli a pregare per loro, in modo da accelerarne il cammino verso il paradiso. Queste orazioni sono però uno scambio a senso doppio con le anime del purgatorio. Conferma infatti il Nuovo Catechismo: «La nostra preghiera può non solo aiutarli, ma anche rendere efficace la loro intercessione in nostro favore».
Il Manuale delle indulgenze concede dunque, a partire dal 2 e fino all’8 novembre, una specifica indulgenza plenaria, applicabile soltanto alle anime del purgatorio. La può ottenere ogni fedele che, confessato e comunicato, visita il cimitero e prega, anche soltanto mentalmente, per i defunti. In tutti gli altri giorni dell’anno, alla preghiera nel cimitero è connessa l’indulgenza parziale.
A metà Ottocento, una caratteristica espressione devozionale fu ideata dal sacerdote marchigiano Francesco Vitali. A lui si deve il testo di meditazioni Il mese di novembre in suffragio delle anime sante del purgatorio. Il libro si diffuse rapidamente in decine di edizioni e venne successivamente ripreso da altri autori mistici. Lo caratterizza la proposta dell’«atto eroico di carità». Si tratta di un gesto con cui il fedele offre in favore delle anime del purgatorio tutte le indulgenze da lui ottenute, rimettendosi completamente alla misericordia di Dio.
La beata Anna Maria Taigi, sempre nell’Ottocento, ricevette invece l’ispirazione per la devozione dei Cento Requiem in suffragio dei defunti. La Corona consiste nella recita di dieci Offerte, seguite ciascuna da dieci preghiere dell’Eterno riposo. Quindi si pronuncia l’invocazione: «Anime sante, anime del purgatorio, pregate Dio per me, che io pregherò per voi, perché vi doni la gloria del paradiso».
E, infine, il salmo 130: «Dal profondo a te grido, o Signore; / Signore, ascolta la mia voce».
Autore: Saverio Gaeta
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