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Beato Ruggero Filcock Sacerdote gesuita, martire

Festa: 27 febbraio

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Sandwich, Inghilterra, circa 1572 – Londra, Inghilterra, 27 febbraio 1601

Roger Filcock, vissuto all’epoca della regina Elisabetta I, frequentò i collegi per futuri missionari inglesi di Reims e Valladolid, retti dalla Compagnia di Gesù. Egli stesso domandò di essere ammesso in quella congregazione, ma gli venne suggerito di attendere e di guadagnare esperienza. Tornato in Inghilterra, intraprese il ministero sotto falso nome (Nayler o Arthur), ma venne scoperto e arrestato. Condannato a morte, venne impiccato e squartato a Londra il 27 febbraio 1601, dopo il suo compagno di prigionia, il benedettino Mark Barkworth, e una sua penitente, la vedova Anne Line. È stato beatificato il 22 novembre 1987.

Martirologio Romano: A Londra in Inghilterra, sant’Anna Line, vedova e martire, che, morto il marito in esilio per la fede cattolica, procurò in questa città una casa ai sacerdoti e per questo, sotto la regina Elisabetta I, a Tyburn fu impiccata. Insieme a lei patirono anche i beati sacerdoti e martiri Marco Barkworth, dell’Ordine di San Benedetto, e Ruggero Filcock, della Compagnia di Gesù, dilaniati con la spada mentre erano ancora vivi.


Figlio di Simon e Margaret Lowe (o Low), Roger Filcock nacque a Sandwich nel Kent. Frequentò il collegio retto dai Gesuiti a Reims, in Francia, dove si formavano i futuri missionari per riportare il cattolicesimo in Inghilterra. Nel 1590 i Gesuiti aprirono un nuovo centro di formazione, il Real Collegio di Sant’Albano a Valladolid, in Spagna, e Filcock vi si trasferì il 20 febbraio 1591.
Desiderava entrare nella Compagnia di Gesù, ma fu invitato ad attendere il ritorno in patria per riprovarci e guadagnare esperienze. Non esistono dati certi sulla sua ordinazione sacerdotale, ma dovette sicuramente accadere prima dell’ottobre 1597, quando lasciò il Collegio e, a dicembre, salpò da Bilbao, diretto verso Calais.
La nave su cui viaggiava, però, venne inseguita da velieri olandesi: piuttosto che lasciarsi catturare, molti passeggeri si gettarono in mare e riuscirono ad arrivare a riva. Filcock, invece, venne catturato, ma riuscì a scappare e approdò sulla costa del Kent agli inizi del 1598. Assunto il falso nome di Nayler o Arthur, intraprese il suo ministero sacerdotale. Durante la sua attività, divenne il confessore di Anne Line, una vedova che si era occupata di alcuni rifugi per sacerdoti e laici cattolici, il cui marito era morto in esilio dopo essere stato sorpreso a partecipare alla Messa.
Nel frattempo, rimase fermamente deciso a riprovare l’ammissione tra i Gesuiti: scrisse quindi al superiore in Inghilterra, padre Henry Garnet, per domandargli il consenso. Con sua grande gioia, gli venne concesso nel 1600, insieme alla destinazione per compiere il noviziato nelle Fiandre.
Ma, proprio mentre si preparava a partire, venne tradito da un ex compagno di studi a Valladolid, arrestato e condotto nel carcere di Newgate, a Londra. Accusato di essere un sacerdote, non ammise e neppure negò, ma insistette che venissero presentati prove e testimoni a riguardo. Dato che nessuno si presentò, venne processato: chiese di non avere una giuria, in quanto non voleva che il verdetto, che sarebbe stato chiaramente contro di lui, pesasse sulle coscienze dei giurati. Tuttavia, il giudice pilotò la giuria in modo da dichiararlo colpevole per alto tradimento, la pena abituale per chi riconosceva solo nel Papa la suprema autorità religiosa anche per gli inglesi.
In prigione, padre Filcock incontrò Mark Barkworth, un suo compagno di studi in Spagna, Oblato benedettino. Il 27 febbraio, giorno fissato per l’esecuzione, la prima che vedeva oggetto dei cattolici dal 1595, i due vennero legati insieme, attaccati a una gogna e trascinati al Tyburn, dov’era preparato per loro il patibolo. Lungo la strada, Barkworth intonò in latino il Salmo del giorno di Pasqua: «Questo è il giorno che ha fatto il Signore: rallegriamoci in esso ed esultiamo»; padre Filcock lo seguì nel canto.
Arrivarono al Tyburn poco dopo l’esecuzione di Anne Line. Al vedere il suo corpo che ancora pendeva dal cappio, il gesuita le baciò la mano (altre fonti dicono l’orlo della sua veste) ed esclamò: «Beata Anne Line, mille volte più beata di me, mi hai battuto nella gara e nel guadagnare la corona. Ma presto ti seguiremo, se l’Onnipotente vorrà».
Poco dopo, fu il turno del suo compagno di prigionia. Padre Filcock osservò il massacro cui il suo cadavere venne sottoposto, ma non desistette dalla sua volontà di martirio. Quando toccò a lui, lo sceriffo tentò di fargli confessare il tradimento, ma lui negò coraggiosamente. Citando san Paolo, affermò: «Desidero essere dissolto ed essere con Cristo» e aggiunse che stava per morire in quanto «cattolico, sacerdote e membro della Compagnia di Gesù».
Dopo una breve preghiera, gli venne sottratto il carretto da sotto i piedi. Successivamente, dopo che gli venne tagliata la corda, venne sventrato e squartato.
Padre Roger Filcock fu inserito in un gruppo di ottantacinque candidati agli altari inglesi del sedicesimo secolo, la cui causa di beatificazione venne introdotta il 9 dicembre 1886. Il decreto sul loro martirio arrivò cent’anni dopo, il 10 novembre 1986, e aprì la via alla beatificazione, avvenuta il 22 novembre 1987.


Autore:
Emilia Flocchini

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Aggiunto/modificato il 2014-05-02

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