Nel 1942, il 18 di maggio, nella città di Barra do Piraí, nello Stato di Rio de Janeiro, nasce Franz de Castro Holzwarth. Figlio di Franz e Dinorah de Castro Holzwarth. Il Servo di Dio vive un’infanzia normale come tanti bambini di quell’epoca. Il bambino era caratterizzato da un fisico molto gracile, ma si distingue fin da subito per una spiccata intelligenza. A quattordici anni inizia a lavorare nella Segreteria del Tribunale e dopo diventerà funzionario della Banca del Commercio e Industria dello Stato di Minas Gerais.
Dopo che termina le scuole superiori, si trasferisce nella città di Jacareí, Stato di San Paolo, nella casa dei suoi zii, Quinzinho e Lygia, dove comincia a studiare per il corso preparatorio che serve per accedere alla facoltà di Diritto. Così nel 1963, con tutta la sua determinazione e l’impegno comincia i suoi studi di Diritto nella Facoltà del Vale du Parà, in San José dos Campos, Stato di San Paolo.
Nel 1965, il Servo di Dio, comincia a lavorare come Assistente nell’ufficio amministrativo del Giudice di Jacareí. Nel 1967, scrive ad un suo amico prete: “Ciò che per me conta è vivere la mia vita in Cristo, e darmi agli altri come un sacerdote. In me c’è questo desiderio di donazione totale. Spero in Dio che si faccia la Sua Volontà. Sono pronto per tutto ciò che lui vuole...”.
Il 14 luglio 1968, dopo aver conseguito l’abilitazione e la successiva iscrizione all’Albo degli Avvocati del Brasile, comincia il suo lavoro di avvocato.
Fin da subito comincia la sua ascesa professionale, come racconta il Dott. Silvio Marques Neto, Giudice, che ha lavorato con lui in San José dos Campos: “Tutti i giudici erano unanimi nel elogiare il suo lavoro, preciso, conciso, aveva un’ottima motivazione ed era molto coraggioso”.
Franz assiste ad un diaconato nel Convento del Sacro Cuore di Gesù, dei Padre Deoniani, in Taubaté, Stato di San Paolo. Sentì una chiamata dentro di sé, qualcosa che smosse ancor di più ciò che già stava facendo. Infatti precedentemente andò a parlare in un carcere a diciotto persone, si trattava di gente anche molto malata o in fin di vita. Questi uomini si stavano preparando alla Cresima, il Servo di Dio decise di parlare nella maniera più semplice, parlò col cuore verso i loro cuori. Voleva arrivare a toccare l’animo di ciascuno di loro, far giungere la presenza di Cristo nei loro cuori; quello fu il primo di tanti incontri. Fu proprio lì che egli incontrò la sua vera vocazione: lavorare con i detenuti.
Nel 1973, Franz fa il suo ingresso nella APAC (Associazione di Protezione e Assistenza ai Condannati) di San José dos Campos, lavorando insieme con il fondatore e amico, l’Avv. Mario Ottoboni. Numerosi viaggi, ritiri, visite, preghiere e incontri rafforzarono sempre di più questa amicizia e collaborazione per i “fratelli” carcerati. La presenza più importante era quella di Cristo, presenza viva nel messaggio che arrivava ai condannati.
Quando Franz visitava le carceri era spesso visto al fondo della sala in cui incontrava i carcerati che recitava un’Ave Maria, o ne ascoltava qualcuno o dava consigli spirituali ad altri. Era sempre l’ultimo che andava a dormire, si dedicava a tutti, dava sempre loro la precedenza anche quando lo fermavano nei corridoi. All’alba svegliava i colleghi e con la Bibbia sotto il braccio cominciava il suo lavoro trasmettendo una gran allegria e positività a tutti.
Il 14 febbraio 1981, verso le ore 13.00, il presidente dell’APAC, Avv. Mario Ottoboni, riceve una telefonata dall’allora capo della polizia João Crysóstomo de Oliveira, chiedendogli di seguirlo insieme con il Servo di Dio al carcere di Jacareí. Era scoppiata una ribellione e i due erano stati chiamati come mediatori per i negoziati. Quando Franz aspettava l’Avv. Ottoboni nel carcere di San José, aveva percepito che qualcosa non andava bene, Franz comunque disse che Jacareí faceva parte di una missione molto importante, per questo bisognava affrontare la situazione subito e chiese di pregare per lui.
La polizia ha subito informato che la situazione del carcere non era delle migliori, infatti tre persone erano in mano ai ribelli. Si trattava di un carceriere, un impiegato e un poliziotto militare. E chiesero, appunto, che Franz e il presidente dell’APAC fossero stati i mediatori con i malviventi. Quando i due arrivarono a Jacareí, il Giudice Magistrato delle Prigioni, Orlando Pistorezzi, aveva iniziato a negoziare telefonicamente con il leader della rivolta, il detenuto Nilo. Egli voleva che la negoziazione venisse fatta dai due avvocati, e che la loro vita venisse risparmiata. Il Servo di Dio godeva di un grande prestigio in tutta la comunità carceriera di Jacareí, parlò con diversi rivoltosi prima di interrompere la telefonata.
Si è poi concordato per avere due auto: una con alcuni prigionieri ribelli, due ostaggi e l’Avv. Ottoboni; l’altra con il restante dei ribelli, un ostaggio e Franz. Il primo gruppo salì nella macchina con l’avv. Ottoboni e venne liberato dopo un km senza alcun problema. Quando arrivò il momento del secondo gruppo si capì subito che la situazione era diversa. Si voleva continuare con l’accordo, continuava a salire la tensione tra polizia e i ribelli. L’auto non fu parcheggiata nel luogo concordato, e si capiva che le autorità non volevano più mantenere l’accordo preso. La polizia cominciò ad esigere la liberazione di PM – l’ostaggio, prima di dare la macchina, rompendo così il primo accordo. L’avv. Ottoboni, nel frattempo era tornato al carcere e confermò il successo della prima operazione e propose di continuare allo stesso modo. Ma non venne ascoltato da nessuna delle autorità. Il clima diventava sempre più teso. Il Servo di Dio passò ad essere mediatore – ostaggio. Il Giudice assicurava che liberando l’ostaggio avrebbe data l’auto e che né ai ribelli e né a Franz sarebbe successo nulla. Così Franz sollecitò Ottoboni che avvicinasse l’auto il più vicino possibile al luogo stabilito. Ottoboni disse ai detenuti di mantenersi il più vicino possibile a Franz mentre sarebbero usciti; uno dei ribelli gli rispose: “Sig. Mario, potete fidarvi di noi”. Subito dopo questo breve dialogo, Ottoboni si affrettò ad uscire con l’ostaggio, lasciando in “cambio” ai ribelli Franz come mediatore e ostaggio. Come Ottoboni l’altra persona uscirono di corsa subito, la polizia cominciò a sparare verso la macchina con i detenuti e il Servo di Dio. Vennero tutti trucidati, compreso Franz de Castro, con più di trenta perforazioni su tutto il corpo.
Moriva un uomo e nasceva un esempio di vita, di solidarietà, di amore e viva presenza cristiana. Franz compiva la sua ultima missione come uomo di pace e di giustizia. Ebbe sepoltura nella tomba di famiglia nel cimitero di Barra do Piraí. Nel 2010 i suoi resti mortali vennero traslati nella Chiesa Matrice di São José dos Campos.
Papa Francesco in data 17 dicembre 2022 ha riconosciuto l'offerta della vita del Servo di Dio Franz de Castro Holzwarth, dichiarandolo così Venerabile. Trattasi del primo candidato agli altari per il quale si è usufruito della nuova via di riconoscimento della santità offerta dal medesimo Pontefice nel 2017 con il motu proprio "Maiorem hac dilectionem".
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