Alençon, Francia, 3 giugno 1863 – Caen, Francia, 16 giugno 1941
Léonie Martin nasce ad Alençon il 3 giugno 1863, terza dei nove figli, cinque dei quali superano l’infanzia, di Louis Martin e Marie-Azélie Guérin (canonizzati nel 2015). A causa dei suoi problemi di salute e del suo carattere difficile, fa preoccupare molto sua madre, che muore quando lei ha quattordici anni. Prova più volte a entrare in qualche monastero di clausura, ma senza esito. Intanto, tutte le sue sorelle sono entrate nel monastero delle Carmelitane Scalze di Lisieux, compresa la sorella minore Thérèse, diventata suor Teresa di Gesù Bambino. Nelle sue lettere e negli incontri personali, aiuta Léonie a trovare pace e serenità interiore. A trentacinque anni, il 28 gennaio 1899, Léonie bussa di nuovo alla porta del monastero della Visitazione di Caen: viene ammessa come postulante il 1° febbraio successivo. Il 30 giugno 1899, con la vestizione religiosa, diventa suor Francesca Teresa; il 2 luglio 1900 professa i voti perpetui. Trascorre gli anni successivi nella disponibilità a ogni servizio e in un abbandono fiducioso in Dio. Muore il 16 giugno 1941, sedici anni dopo la canonizzazione di sua sorella suor Teresa. Il processo diocesano della causa di beatificazione e canonizzazione di suor Francesca Teresa si è svolto presso la diocesi di Bayeux-Lisieux dal 2 luglio 2015 al 22 febbraio 2020. I suoi resti mortali, inizialmente sepolti nella cripta del monastero della Visitazione di Caen, riposano dal 21 gennaio 2017 nella cappella dello stesso monastero.
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È la sorella “difficile” di santa Teresa di Gesù Bambino (o “di Lisieux” se preferiamo), la meno dotata e la più problematica in assoluto, quella che maggiormente ha faticato a trovare la sua strada. Proprio per lei, quasi in concomitanza con l’annuncio della canonizzazione dei suoi genitori, Louis Martin e Marie-Azélie Guérin (avvenuta il 18 ottobre 2015), è stata avviata ufficialmente la causa di beatificazione: una prova ulteriore, se mai ce ne fosse bisogno, che Dio è capacissimo di scrivere diritto sulle righe storte degli uomini.
Tutto questo, si badi bene, non per voler portare sugli altari tutta la famiglia Martin, ma grazie ad una devozione popolare e spontanea, che fa accorrere devoti sulla sua tomba nel monastero di Caen, dove, dicono, si verificano anche grazie non comuni, soprattutto di ordine spirituale.
Nata ad Alençon il 3 giugno 1863, Léonie cresce con la sua fragile salute: a diciotto mesi arriva sull’orlo della tomba, soffre di una specie di pertosse cronica, poi del morbillo con violente convulsioni; di tanto in tanto, un eczema purulento le ricopre tutto il corpo.
Di carattere molto instabile, è maldestra, irrequieta ed intellettualmente molto indietro. In parole povere, è la disperazione della famiglia e soprattutto mamma Zélie soffre moltissimo per questa figlia così diversa dalle altre.
La sua mancanza di equilibrio psichico aumenta con l’età e anche le suore Visitandine si rifiutano di tenerla in collegio a Le Mans, per i danni che provoca e per la sua allergia ad ogni regola.
Si scoprirà poi che questa bambina “caratteriale” ha sofferto tantissimo per la morte della sorellina Hélène, di cinque anni. In più, è punita regolarmente ad ogni mancanza con pesanti punizioni corporali dalla sua baby-sitter e, sempre da questa, si vede negare un rapporto sereno e affettuoso con la mamma. Quest’ultima, con le sue arti pedagogiche e un’infinita pazienza, cerca di far breccia su quella figlia “speciale”. Muore però quando Léonie ha appena quattordici anni, quando cioè maggiormente avrebbe bisogno della guida materna.
Eppure, se le si chiede cosa vuol fare da grande, sempre risponde che vuole diventare una suora “vera”, un aggettivo che per lei equivale a “santa”, ma, a parte mamma, nessuno è disposto a scommettere che ci possa riuscire.
Gli inizi, infatti, non sono incoraggianti: di testa sua entra a ventitré anni dalle Clarisse di Alençon, ma non vi resta che un paio di mesi; l’anno successivo fa un tentativo presso le Visitandine di Caen, ma vi resiste non più di sei mesi.
Ritorna a Lisieux e, mentre la sorella minore Thérèse entra a quindici anni tra le Carmelitane Scalze, lei dedica il suo tempo a visitare ed assistere poveri, malati e moribondi. Un secondo tentativo presso la Visitazione di Caen a trent’anni non è più fortunato dei precedenti: questa volta se ne esce dopo un paio d’anni, durante i quali ha fatto anche la vestizione.
Papà Louis nel frattempo è morto e tutte le sorelle sono in convento: così sono gli zii materni ad ospitarla a Lisieux, mentre, quasi senza accorgersene, suor Teresa diventa la sua maestra spirituale, forgiandone il carattere e facendole acquistare la pace interiore negli incontri in parlatorio e con le lettere che le scrive dal convento, nell’ultima delle quali le assicura che riuscirà a realizzare il suo sogno di essere suora visitandina. Suor Teresa muore nel 1897 e l’anno successivo viene pubblicata la «Storia di un’anima», nella cui lettura Léonie si immerge, lasciandosi plasmare dalla spiritualità tracciata da sua sorella.
Tutto concorre a donarle quella stabilità e serenità che le consentono, a trentacinque anni, di bussare una terza volta al monastero della Visitazione, dove inspiegabilmente viene accolta, malgrado le precedenti esperienze negative.
La «povera Léonie», come veniva chiamata in famiglia, viene ammessa come postulante il 1° febbraio 1899. Il 30 giugno successivo, con la vestizione religiosa, diventa suor Francesca Teresa; il 2 luglio 1900 professa i voti perpetui. Ha finalmente trovato la sua pace nell’abbandono e nella fiducia in Dio.
L’unica a vacillare continuamente è la sua salute, sempre fragile e cagionevole, con il solito eczema che la «riveste di un cilicio dalla testa ai piedi, con pruriti che mi impediscono di chiuder occhio» e con un’infinità di malanni che nel 1930 la portano di nuovo sull’orlo della tomba.
Non muore subito: vive fino al 16 giugno 1941, in un progressivo declino, sempre dolcemente abbandonata in Dio. Era stata la prima a stupirsi che la Chiesa avesse canonizzato sua sorella Teresa, il 17 maggio 1925.
Il processo diocesano della sua causa di beatificazione e canonizzazione, per la verifica dell’esercizio delle virtù eroiche, si è svolto nella diocesi di Bayeux-Lisieux dal 2 luglio 2015 al 22 febbraio 2020. I suoi resti mortali, sepolti il 21 giugno 1941 nella cripta del monastero della Visitazione di Caen, sono stati riesumati il 25 aprile 2015. Dal 21 gennaio 2017 riposano nella cappella dello stesso monastero.
Autore: Gianpiero Pettiti
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