Pontedecimo, Genova, 25 ottobre 1742 – Gubbio, Perugia, 27 ottobre 1800
La Venerabile Chiara Isabella Gherzi, del Monastero SS.ma Trinità delle Clarisse di Gubbio, nel 1778 venne eletta Badessa. Per ventidue anni con tale titolo guidò la Comunità, profondendovi doti esemplari di zelo e di impegno caritatevole. Sotto di Lei il monastero, che al suo arrivo era in decadenza, tornò a nuova vita, ricco di vocazioni e di spiritualità. Per ben diciotto anni fu costretta immobile a letto dalla malattia. Ella seppe offrire questo grande dolore come sacrificio per il bene dell'intera umanità tanto da meritarsi il titolo di: "Serva fedele di Dio nella contemplazione e nel dolore". Mori a Gubbio il 27 ottobre 1800.
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La venerabile Chiara Isabella Ghersi è una delle figure religiose più illustri del XVIII secolo genovese. Ella nacque a Pontedecimo, borgo della Pieve di San Cipriano, il 25 ottobre 1742. Lo stesso giorno fu battezzata con il nome di Angiola Maria. La casa natale conserva tuttora una lapide dedicata alla sua memoria. Da bambina, all'età di 8 anni, fu colpita dal dolore della perdita della madre. Già in età precoce sviluppò un forte rapporto con Dio tanto che al termine della fanciullezza decise di dedicarsi alla vita monastica, superando le forti resistenze paterne. A sedici anni abbracciò l'ordine delle Clarisse. Ella fu accompagnata nel 1758 da suo zio prete Giambattista e dalla matrigna a Gubbio , dove il giorno 8 dicembre nel monastero della Santissima Trinità vestì l'abito di Clarissa. L'anno seguente nella stessa solennità fece la professione religiosa con i nomi di Chiara Isabella dell'Immacolata, già adottati nella vestizione.
Fu eletta abbadessa per la prima volta nel 1778, a 36 anni d’età. Solo dopo pochi anni, le fonti dicono che fu colpita da una grave malattia, che per 18 anni, fino al giorno della morte, tormenterà il suo corpo. I medici non riuscirono a capire la natura misteriosa di questo male. La malattia durò quasi vent’anni e la condusse alla morte. In quegli anni fu sempre abbadessa del monastero. La descrizione più particolareggiata che si trovi sulla malattia della Gherzi (sembra una colite ulcerosa, forse aggravatasi alla fine in un tumore all’intestino? Difficile dirlo) si trova descritta da un frate minore: «Correa il quart’anno del suo governo. Il dottor Panichi, da cui venne nei primi tempi curata, ne descrive i primi assalimenti così: “La malattia, che condusse all’estremo dei suoi giorni Suor Chiara Isabella, fu quella stessa, ch’era incominciata fin dal 1783, che non l’abbandonò giammai, e che di mano in mano si andò aggravando. Da principio si manifestò con un carattere dissenterico dell’ultimo grado, cioè col sangue in copia, con tenesmo, e col farsi vedere nelle fecce dei mucchi, e dei ben lunghi spogli degl’intestini irritati ed escoriati. Un altro medico attestò, che il male (alla fine) si mise in mostra con emicrania, ed attacco di gola: cui poscia si unirono attrazioni, convulsioni, e febbre continua. Come preliminare del morbo (c’è sempre) la terribile dissenteria» (Da Nuovi prodigi di grazia del Dio Redentore nella Venerabile Serva di Dio Suor Chiara Isabella Gherzi dell’Immacolata Concezione distribuiti e descritti in cinque libri da Un Minore Riformato, Assisi, Tipografia Sgariglia, 1838).
Ella seppe offrire questo grande dolore come sacrificio per il bene dell'intera umanità tanto da meritarsi il titolo di: "Serva fedele di Dio nella contemplazione e nel dolore". Mori a Gubbio il 27 ottobre 1800.
Venne proclamata venerabile il 13 novembre 1894 da papa Leone XIII.
Recapito:
Monastero Clarisse Ss. Trinità
Via San Girolamo, 6
06024 Gubbio (PG)
Tel. 075.9221668
Autore: P. Pietro Messa, ofm
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