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Venerabile Isaia (Nicola Antonio Maria) Columbro Sacerdote francescano

Festa: .

Foglianise, Benevento, 11 febbraio 1908 - Vitulano, Benevento, 13 luglio 2004

Nicola Antonio Maria Columbro nasce a Foglianise, in provincia e diocesi di Benevento, l’11 febbraio 1908. Undicenne, è tra i primi aspiranti della Provincia francescana del Sannio e dell’Irpinia, ammessi nel Collegio Serafico ad Arco di Vitulano. Entra in noviziato nel 1924, diventando fra Isaia; professa i voti solenni cinque anni dopo. Il 25 luglio 1931 viene ordinato sacerdote. Ricopre più volte l’ufficio di guardiano, di maestro dei novizi, dei chierici e di parroco nei conventi della Madonna delle Grazie di Benevento e in quello della Santissima Annunziata e di Sant’Antonio a Vitulano. Stimato confessore, direttore spirituale ed esorcista, lavora fino alla fine per il bene delle anime. Muore il 13 luglio 2004, in ginocchio sul pavimento della sua cella nel convento di Vitulano. Il 20 giugno 2024 papa Francesco autorizza la promulgazione del decreto sulle virtù eroiche di padre Isaia, i cui resti mortali riposano nel cimitero di Vitulano.


Nicola Antonio Maria Columbro nasce a Foglianise, in provincia e diocesi di Benevento, l’11 febbraio 1908 da Cosimo Columbro e Maria Antonia Tedesco. Inizia il suo cammino vocazionale appena undicenne nel collegio serafico della contrada Arco di Vitulano: appartiene al primo gruppo di fratini, future speranze della nuova Provincia francescana del Sannio e dell’Irpinia, eretta nel 1911; quindi si trasferisce a Paduli per gli studi ginnasiali.
Novizio nel 1924 col nome di fra Isaia, chierico studente di filosofia prima a Montecalvo Irpino e poi a Fiesole in Toscana, studente di Teologia a Benevento dove nel 1929 professa solennemente. Seguace del Poverello d’Assisi, ne imita le virtù dell’umiltà e della semplicità.
Il 25 luglio 1931 nella Basilica della Madonna delle Grazie in Benevento viene ordinato sacerdote per le mani del cardinale Adeodato Piazza, arcivescovo di Benevento. Novello sacerdote, promette entusiasta di essere tutto di Dio e di voler portare tutti gli uomini a Lui, offrendo ad essi la letizia francescana.
Nell’Ordine dei Frati Minori ricopre più volte l’ufficio di guardiano, di maestro dei novizi, dei chierici e di parroco. Risiede nei conventi della Madonna delle Grazie di Benevento e in quello della Valle Vitulanese, ma il suo apostolato supera i confini di questi comuni.
In breve diventa punto di riferimento spirituale per i fedeli provenienti da diversi luoghi della Campania. Conosce san Pio da Pietrelcina e ne segue gli esempi ed i consigli. San Pio lo avvia all’accoglienza verso tutti.
È difficile sintetizzare in poche righe la vita sacerdotale e religiosa e l’intenso apostolato di padre Isaia, anche perché lo vive nel nascondimento del chiostro, in umiltà e semplicità, senza slanci altisonanti o spettacolari. Tuttavia fino alla fine non cessa di lavorare per il bene delle anime.
Padre Isaia è sempre disponibile e pronto a donarsi a tutti con una preghiera ed una benedizione. Si è portato nella tomba il segreto della sua carità senza limiti. Aveva le mani bucate. Quando riceveva dalla Provvidenza subito distribuiva con gioia senza nulla conservare per se o per la fraternità. Non raramente di fronte alle povertà più estreme nascostamente prendeva dalla dispensa della fraternità e donava, come lui la chiamava, «la grazia di Dio».
Alla porta del convento era un continuo andirivieni. I fedeli giungevano, facendo la fila per ore per avvicinare questo Padre, che lo stesso san Pio da Pietrelcina indicava alla gente del Sannio, quando non potevano portarsi da lui a San Giovanni Rotondo, come una guida sicura.
Padre Isaia era ricercato ed amato per le sue benedizioni, per le sue preghiere e a volte per i suoi esorcismi, era stimato però soprattutto per l’esercizio del Sacramento della Penitenza, e per la devozione verso la Madonna che inculcava a tutti.
Padre Isaia era sempre in unione con Dio: la sua preghiera era costante. Negli ultimi tempi, sentendo poco a causa dell’età, lo si udiva ripetere in continuazione le giaculatorie «Madonna mia bella», «Mamma mia bella» ed altre ancora, quasi in un soffio o con sospiri.
Aveva una speciale devozione per il Santissimo Sacramento dell’altare e per la celebrazione della Messa, attenta e composta, mai lunga. Nelle omelie la sua parola era semplice e salutare. Si avvertiva il calore, quasi lo sdegno, quando sottolineava un vizio o un peccato o quando metteva in guardia i fedeli contro i pericoli del tempo presente. Le sue conclusioni erano sempre un appello accorato alla mediazione della Madre di Dio.
Il suo amore al precetto domenicale della Messa non lo vide indietreggiare nei lunghi anni della guerra, quando, mancando le strade e i mezzi di trasporto, si portava dal convento della Valle alla contrada Santo Stefano: un viaggio di oltre dieci chilometri, passando per la montagna, per non far mancare a quella contrada la Messa festiva.
Si addormenta nel Signore la sera del 13 luglio 2004 nella sua cella nel convento della Santissima Annunziata e di Sant’Antonio, mentre è in preghiera inginocchiato per terra. Tutta la Valle Vitulanese a da tanti altri paesi del Sannio, dell’Irpinia, della Puglia, della Basilicata e dal Lazio, numerosi sacerdoti diocesani e religiosi presenziano ai suoi funerali e lo accompagnano per la sepoltura nel cimitero di Vitulano.
Era un frate semplice vissuto nel nascondimento. Ora che è nella luce di Dio, dall’ascolto delle testimonianze dei fedeli e dalla lettura di quei pochi scritti che ci ha lasciato, la sua figura diventa sempre più grande. Un gigante, che ha fatto della sua vita un servizio continuo per i fratelli dispensando la parola di Dio, avviando alla conversione tante persone, donando a tante coscienze la pace, aiutando nelle malattie e nelle avversità e sovvenendo con la carità, ma soprattutto portando tutti a Dio.
Negli anni seguenti è stato continuo il pellegrinaggio di fedeli alla sua tomba. In tanti hanno voluto testimoniare sulla santità della sua vita nel corso dell’inchiesta diocesana, iniziata il 13 luglio 2014 e conclusa il 21 maggio 2016. Gli atti dell’inchiesta diocesana sono stati convalidati dalla Congregazione delle Cause dei Santi il 15 dicembre 2017.
La “Positio super virtutibus”, consegnata nel 2021, è stata esaminata dai Consultori Teologi del Dicastero delle Cause dei Santi, che il 7 febbraio 2023 si sono pronunciati a favore dell’esercizio in grado eroico delle virtù cristiane da parte di padre Isaia. Analogo parere positivo è arrivato dai cardinali e dai vescovi membri del medesimo Dicastero.
Il 20 giugno 2024, ricevendo in udienza il cardinal Marcello Semeraro, Prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, papa Francesco ha autorizzato il decreto con cui padre Isaia veniva dichiarato Venerabile.


Autore:
Padre Domenico Tirone ofm, vicepostulatore


Fonte:
www.padreisaia.it

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Aggiunto/modificato il 2024-07-29

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