Francesco Palliola nacque a Nola il 12 maggio del 1612, nel palazzo di famiglia, in via San Paolino. Fu ordinato sacerdote il 17 maggio 1636. Il suo ingresso nella Compagnia di Gesù (Napoli, 6 febbraio 1637) fu favorito da un incontro con il concittadino Padre Marcello Mastrilli. Dopo il primo anno di noviziato, insegnò grammatica e fu Prefetto della Congregazione degli studenti prima al Collegio di Amantea e successivamente a Salerno (1639-1641). Scrisse diverse lettere al Padre Generale, chiedendo di essere mandato in missione. Destinato alle Filippine, salpò da Cadice al seguito di 41 gesuiti guidati da Padre Diego de Bobadilla. Raggiunse le Filippine nel 1643. Inviato a Dapitan, nell’isola di Mindanao, si preparò all’opera missionaria apprendendo, primo fra gli europei, la lingua subani. Gli fu pertanto affidata la guida pastorale dei Subanos, che occupavano il territorio situato tra le attuali Punta Bianca e Quipit, sulla costa nord-orientale di Mindanao. Il frutto della sua opera tra i Subanos, ancora non battezzati, si denotava nell’assidua partecipazione alla Messa e in altre pratiche di devozione. Il Padre fu costantemente in contatto epistolare con i suoi familiari a Nola, in particolare con la madre, Antonia Baiana. Si conservano 14 lettere del suo epistolario (pubblicate da Pietro Manzi nel 1964). Sempre profondo fu il suo legame con la terra natìa e grande la devozione per il patrono San Felice vescovo, spesso citato nelle lettere, come modello di offerta cui ispirarsi: «non manchi raccomandarmi a Nostro Signore et al gloriosissimo martire S. Felice, acciò possi un giorno a sua imitazione con cor costante arrivar a sortir sì felicissima sorte» (Lettera alla madre del 28 maggio 1642).
Il 6 gennaio 1647, a Dapitan, pronunciò gli ultimi voti della Compagnia di Gesù. Alcuni indigeni mal tollerarono la sua zelante opera di evangelizzazione e presero a odiarlo. Lo stesso Palliola aveva il presentimento che la sua vita fosse in pericolo ed era convinto che a breve lo avrebbero ucciso. Nonostante questo, fece a meno della scorta che gli era stata assegnata. Il 29 gennaio 1648 a Ponot (Zamboanga del Nord) gli fu annunciato che i suoi nemici stavano avvicinandosi, pronti ad ucciderlo. Palliola prese il rosario tra le mani e si inginocchiò in preghiera, attendendo i suoi aguzzini. Fu barbaramente ucciso a pugnalate. Agonizzante riuscì ancora a pronunciare i nomi di Gesù e Maria. I fedeli cristiani portarono il suo corpo a Dapitan, dove fu sepolto. Ancora oggi sono tanti i devoti filippini che accorrono a visitare il luogo del suo martirio.
Il 6 gennaio 2016 si è aperta ufficialmente la fase diocesana del processo di beatificazione del Servo di Dio Francesco Palliola. La celebrazione ha avuto luogo nella Cattedrale di Nostra Signora del Santo Rosario a Dipolog, sull’isola di Mindanao, nelle Filippine.
Preghiera per la glorificazione del Servo di Dio Francesco Palliola
Dio onnipotente,
nella tua provvidenza hai dato alla tua Chiesa pastori autentici,
che hanno lasciato la loro patria e hanno attraversato gli oceani
per radunare il tuo gregge, fino ai confini della terra.
Per questo hai scelto il tuo Servo, Francesco Palliola,
nolano di nascita, figlio di Dapitan nella morte,
e lo hai inviato a Mindanao, per essere uno di questi pastori.
In ogni celebrazione della Messa Padre Francesco pregava per due cose:
di fare tutto per la tua gloria divina e di offrirsi completamente a te,
cosicché egli era disposto a versare il suo sangue per il Vangelo
e per il popolo della penisola che ha tanto amato.
Il suo sacrificio disinteressato non è stato lasciato senza frutti,
perché, ancora dopo tanti secoli dalla sua offerta,
coloro che visitano la sua tomba o invocano il suo aiuto
sperimentano l’efficacia della sua intercessione.
Egli è pronto a intercedere particolarmente
per quelli che sono malati nello spirito, nella mente, nel corpo.
Per la preghiera del tuo Servo Francesco Palliola, concedici, o Signore,
la grazia che ti domandiamo (si dica la grazia di cui si ha bisogno).
E, se è secondo la tua volontà, concedi che le virtù eroiche di Padre Francesco,
la sua straordinaria testimonianza di coraggio
e il suo grande amore per il popolo di Mindanao
siano più ampiamente riconosciuti,
affinché il nome del tuo Servo
sia iscritto nella schiera dei Beati e dei Santi della tua Chiesa.
Te lo chiediamo per Cristo, nostro Signore. Amen.
Autore: Gennaro Morisco
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