Castel Bolognese, Ravenna, 29 agosto 1820 - Lugo, Ravenna, 15 settembre 1880
Carlo Cavina nacque a Castel Bolognese in una famiglia profondamente cristiana. Nonostante i profondi mutamenti dell’Italia dell’800, in cui la propaganda massonica cercava di demolire il senso religioso della popolazione, crebbe in questo clima cristiano e studiò privatamente per diventare un sacerdote. Sebbene fosse cagionevole di salute, ottenne ottimi risultati nello studio e il 10 giugno del 1843 ricevette l'ordinazione presbiterale dal vescovo di Imola il cardinale Mastai Ferretti, il futuro papa Pio IX. Il 12 marzo 1848 ottenne l'incarico di parroco presso la Parrocchia di San Biagio in Montecatone dove servì fino al 9 giugno 1850. Dopo questa esperienza, nel 1850, fu trasferito a Lugo come prevosto e parroco della Parrocchia Collegiata dei santi Francesco e Ilario. Oltre che nella parrocchia, svolse il suo magistero anche nella Chiesa del Pio Suffragio, dove commissionò un quadro intitolato al Sacro Cuore di Gesù e Maria e nella Chiesa della Madonna del molino (protettrice di Lugo) alla quale era molto devoto. Quando nel 1855, a Lugo e dintorni, scoppiò un'epidemia di colera, si rivolse alla Madonna del molino con preghiere di intercessione e ottenne dalla municipalità di portarla in processione. Secondo la Tradizione, durante tutto il tragitto, seguito da una folla numerosa di fedeli, non si verificò alcun caso di colera. Nonostante le fatiche dell’apostolato, l’ostilità dei confratelli e dei massoni presenti, realizzò il suo sogno: la "Piccola Casa di San Giuseppe" (ora Istituto San Giuseppe), cioè una piccola scuola per le ragazze in difficoltà e per insegnare il catechismo. Nel 1871 fu abolito l'insegnamento religioso nelle scuole, da qui la necessità di controbattere l'offensiva anticlericale. Don Carlo, affascinato dal lavoro che svolgevano i salesiani di don Bosco con i ragazzi, decise di ottenere qualcosa di simile per le ragazze. Così, nel 1872, invitò ed accolse due ragazze che aspiravano alla vita religiosa Don Carlo, coadiuvato da Madre Teresa Fantoni, decise di fondare, nel 1872, una nuova congregazione: le Figlie di San Francesco di Sales. Papa Francesco l’ha dichiarato Venerabile il 6 aprile 2019.
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Primi anni
Carlo Giuseppe Cavina nacque il 29 agosto 1820, a Castel Bolognese, un piccolo borgo tra Imola e Lugo in provincia di Ravenna, da Salvatore e Luisa Mainardi, persone oneste e profondamente cristiane.
Carlo crebbe in un periodo di profondi mutamenti per l'Italia dell'Ottocento, in cui i massoni con la loro propaganda cercavano di demolire il senso religioso della popolazione, ma la sua famiglia, dopo le elementari, periodo in cui Carlo aveva manifestato il desiderio di farsi prete, lo fece studiare privatamente, senza farlo entrare in seminario, affinché potesse diventare sacerdote.
Sacerdote
Sebbene fosse cagionevole di salute, nello studio ottenne degli ottimi risultati, che dopo aver ottenuto l’abito clericale nel 1836, fu ammesso agli Ordini minori e alla Sacra tonsura, il giorno 23 settembre 1837.
Dopo il suddiaconato e il diaconato, il giorno 10 giugno 1843, a soli ventitré anni ricevette l'ordinazione presbiterale dal vescovo di Imola, il cardinale Giovanni Maria Mastai Ferretti, il futuro papa Pio IX, dopo aver ottenuto una speciale dispensa, visto che non aveva l’età canonica.
Negli anni 1843-48 ebbe l’incarico di prefetto al seminario di Imola, un compito impegnativo perché in quel periodo si dovevano formale le coscienze dei seminaristi conciliando l’amore alla patria con la lealtà al Pontefice.
Parroco a Montecatone e a Lugo
Il 12 marzo 1848 fu nominato parroco presso la parrocchia di San Biagio in Montecatone. In questa località di montagna vi rimase per due anni, fino al 9 giugno 1850.
Don Carlo Cavina, dopo questa breve esperienza, nel 1850, fu trasferito quale prevosto e parroco della Collegiata dei Santi Francesco e Ilario, a Lugo.
In questa nuova parrocchia con la collaborazione di don Domenico Bedeschi, riuscì a realizzare molte attività a servizio dei suoi parrocchiani. Con don Carlo, Lugo divenne il primo centro della diocesi per l'apostolato della preghiera; ideò Il carnevalino del Purgatorio e diede avvio all’Opera delle missioni. Inoltre nella primavera del 1851 indisse una missione parrocchiale straordinaria.
Stimolò la diffusione delle pratiche religiose quali l’adorazione notturna, i primi venerdì del mese e l’ora santa.
Inoltre fu l’artefice nella fondazione della Congregazione del clero di Lugo, dell’Opera pia di San Vincenzo sia per il ramo maschile che femminile e del circolo per la gioventù cattolica.
Animatore Mariano
Nel 1854, in occasione della proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione, don Carlo s’impegno in un grande rilancio della devozione mariana, organizzando tra le altre una “Peregrinatio Mariae”.
Oltre che nella sua parrocchia, svolse il suo magistero sacerdotale anche nella Chiesa del Pio Suffragio, dove commissionò un quadro intitolato al Sacro Cuore di Gesù e Maria e nella Chiesa della Madonna del molino considerata la protettrice di Lugo, alla quale era molto devoto.
E proprio a questa Madonna si rivolse quando nel 1855, scoppiò in paese e nei dintorni l’epidemia di colera. Ottenuta dalla municipalità la possibilità di portare in processione la Madonna del molino per le vie del paese, seguito da una folla numerosa di fedeli, e secondo quanto riportarono le cronache del tempo, durante tutto il tragitto, non si verificò alcun caso di colera.
La Piccola casa di San Giuseppe
Don Carlo, nonostante il suo impegno gravoso nell'apostolato, l'ostilità di alcuni suoi confratelli e dei massoni presenti in paese, riuscì a realizzare un suo grande progetto, e cioè la "Piccola Casa di San Giuseppe", oggi Istituto San Giuseppe. Si trattava di una piccola scuola per le ragazze in difficoltà e per insegnare il catechismo.
Nel 1868 don Carlo poté realizzare il suo sogno comprando uno stabile in via Firmini a Lugo e dopo i restauri, il giorno 29 gennaio 1869 appose il crocifisso con la didascalia che in seguito diventerà il motto della futura congregazione che fonderà: “La Croce dove tocca feconda”.
Per gestire questa scuola, don Carlo chiamò due suore della Carità di Sant’Antida Thouret: suor Ippolita e suor Maria Elisabetta. La scuola fu subito un successo; iniziò ad essere frequentata da numerose bambine e ragazze che ricevevano l'insegnamento e l'educazione secondo i principi dettati da don Carlo.
Fondatore delle Figlie di San Francesco di Sales
Nel 1871, anno in cui fu abolito l'insegnamento religioso nelle scuole, don Carlo sentì la forte necessità di controbattere l'offensiva anticlericale che stava dilagando in paese.
Affascinato dal lavoro che svolgevano i religiosi salesiani di don Giovanni Bosco per i ragazzi, decise di istituire qualcosa di simile per le ragazze.
Don Carlo, nel 1872, invitò ed accolse nella sua “casa” due ragazze, Rosa Nenci e Amalia Manzoni che aspiravano alla vita religiosa senza però farle entrare nella comunità delle suore della Carità.
Tuttavia, in seguito ad alcune incomprensioni, la madre generale dell’istituto di carità, suor Carolina Chambrò, temendo l'abbandono della regola da parte delle sue religiose per avviare una nuova congregazione, escluse dall'opera educativa sia suor Ippolita, la futura madre Teresa, che suor Maria Elisabetta.
Alla luce di quello che successe, Don Carlo, coadiuvato da Madre Teresa Fantoni, decise di fondare, sempre nello stesso anno, nel 1872, una nuova congregazione: le Figlie di San Francesco di Sales.
Il fondatore volle che la sua congregazione religiosa fosse iscritta con “diploma collettivo” alla Pia Unione dell’Apostolato della preghiera, perché per don Carlo l’esercizio di tale apostolato era fondamentale per la riuscita della missione educativa delle sue religiose.
Prima di morire don Carlo Cavina riuscì a realizzare anche il suo ultimo progetto. Infatti nel 1873 presso la collegiata, riuscì ad aprire le "Scuole della Santissima Trinità " diurne e serali, per la gioventù maschile.
Don Carlo Cavina morì il giorno 15 settembre 1880 a Lugo, all'età di 60 anni.
Processo per la beatificazione
Attualmente i resti mortali di Don Carlo Cavina riposano nella tomba posta in una cappella della chiesa dell’Istituto San Giuseppe.
Il giorno 15 ottobre 1994 è stato aperto il processo informativo per la sua canonizzazione. Il 6 giugno 1997 la Congregazione delle Cause dei Santi ha riconosciuto la validità dell’inchiesta diocesana sulle virtù del Servo di Dio e dopo che sono state approvate l’eroicità delle virtù, Papa Francesco, il giorno 6 aprile 2019 ha dichiarato don Carlo Cavina venerabile.
Autore: Mauro Bonato
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