Il Servo di Dio Francesco Barrecheguren Montagut nacque il 21 agosto 1881 a Lérida (Spagna), in una facoltosa famiglia della città. Morti i genitori, all’età di cinque anni si trasferì a Granada, presso l’abitazione di una zia paterna. Frequentò i collegi più importanti della città, ricevendo una formazione culturale e cristiana di alto livello. Nonostante la sua spiccata posizione sociale e culturale, il Servo di Dio rimase umile e caritatevole. Fu devoto della Vergine del Carmine, apparteneva all’Associazione dell’Adorazione notturna e alla Congregazione di San Vincenzo de’ Paoli.
Nel 1904 si sposò con Concha García Calvo e, il 27 novembre 1905, nacque la loro unica figlia, la Serva di Dio María Concepción.
Attorno all’anno 1909, il Servo di Dio iniziò a soffrire di una ulcera allo stomaco, con gravi difficoltà di alimentazione, che durò per circa diciotto anni. Nel frattempo si ammalò anche la figlia.
Insieme a sua moglie, il Servo di Dio decise di non inviare la figlia ad alcun collegio ma, su consiglio dei medici, di educarla in famiglia, per non sottoporla a sforzi che potessero incidere sulla sua delicata salute. Oltre a educarla culturalmente, i genitori impartirono alla figlia una profonda formazione cristiana e religiosa, preparandola anche al sacramento della Cresima e alla Prima Comunione.
Il Servo di Dio, oltre ai problemi della figlia, dovette affrontare anche la malattia mentale ereditaria della moglie, ricoverata diverse volte in un sanatorio fin dal 1924. La figlia morì il 13 maggio 1927.
Nelle diverse tappe della malattia della moglie, il Servo di Dio si dedicò alle sue cure, sostenuto dalla preghiera e dall’Eucaristia. La moglie morì il 13 dicembre 1937.
Nel 1945, il Servo di Dio, dopo aver donato parte dei suoi beni alla Congregazione delle “Schiave dell’Eucaristia”, creò il Patronato delle Scuole “Conchita Barrecheguren”, associazione destinata all’insegnamento dei bambini poveri.
Successivamente, all’età di 65 anni, entrò nella Congregazione del Santissimo Redentore. Il 24 agosto 1947 emise la professione religiosa temporanea. Nello stesso anno fu inviato ad Astorga, al convento di San Francisco, per completare l’iter formativo al sacerdozio. Dopo due anni di studio e ottenuta dalla Congregazione dei Religiosi la dispensa, il 25 luglio 1949 venne ordinato presbitero. Fu destinato al convento di Granada, dove visse con zelo il suo ministero sacerdotale, mettendosi a disposizione principalmente degli ammalati e degli anziani.
Si spense improvvisamente il 7 ottobre 1957, all’età di 76 anni, a causa di un infarto, mentre pregava nella sua cella a Granada.
La vita virtuosa del Servo di Dio può essere sintetizzare in tre parole: fede, croce e carità. Alimentò la virtù della fede con una profonda preghiera, in particolare nell’Eucaristia, adorata e celebrata. Venerava con filiale fiducia la Vergine Maria ed era devoto di Santa Teresa di Gesù Bambino, alla quale attinse per la sua spiritualità. In particolare, nonostante tutte le difficoltà e le situazioni tragiche della sua vita, con una straordinaria fede, si affidò ai disegni di Dio, riponendo in Lui ogni speranza. Trovò la forza per essere sempre vicino a Dio, specialmente nelle difficoltà e nella scelta della vita religiosa. Visse i suoi ultimi anni in attesa della vita eterna. Scegliendo la vita consacrata, decise di distaccarsi da tutti i beni della terra e concentrarsi sui beni spirituali.
Visse eroicamente anche la virtù della carità. La sua accoglienza dell’amore di Dio divenne quotidiana azione di carità operosa per il prossimo; carità pronta, cordiale ed umile al servizio dei sofferenti. Volendo amare Dio, amò i suoi familiari: ebbe grande cura della moglie Conche e della figlia Conchita durante le loro gravi malattie, così anche sostenne i confratelli nella comunità, specialmente gli infermi ai quali portava sollievo e consolazione. Visse povero, nonostante le ricchezze della sua famiglia, umile e distaccato dai beni materiali ed obbediente ai superiori e alle Regole della sua Congregazione per seguire la volontà di Dio.
Abbracciò i consigli evangelici in modo esemplare: nonostante la posizione agiata della sua famiglia, visse in povertà, aiutando i bisognosi. Obbediente a Dio, osservò i comandamenti e le leggi della Chiesa.
Papa Francesco l'ha dichiarato Venerabile il 5 maggio 2020.
|